
Con l’acronimo IoT – Internet of Things ci si riferisce all’estensione di internet al mondo degli oggetti attraverso l’evoluzione dell’uso del web che permette alle “cose” di riconoscersi e di comunicare dati sul loro stato e aggiornare sé stesse attraverso la tecnologia, interagendo fra loro e con l’utente. Sono ormai diverse le iniziative di ricerca all’interno delle università italiane: e vorremmo parlare qui di quanto accade a Milano e a Padova
A Milano 1
La tecnologia IoT si evolve quotidianamente ed all’interno delle università un esempio su tutti è la realtà delle ricerche condotte all’interno del Politecnico di Milano. Nell’ateneo milanese troviamo un laboratorio specifico, Internet of Things Lab, dedicato alla ricerca (di base) sui temi propri dell’Internet of Things (IoT), e focalizzato sulla ricerca e progettazione di piattaforme hardware e software “aperte” e “flessibili” per la realizzazione di sistemi IoT complessi, a supporto di diversi scenari applicativi verticali, il più importante dei quali è l’Energy management in contesti Smart Home/Building, con forti connessioni alle tematiche Smart Grid e Smart City.
Il Laboratorio si prefigge di creare un ambiente per la ricerca per la progettazione, lo sviluppo ed il test di soluzioni IoT a 360°, con specifico riferimento ad applicazioni proprie del mondo dell’energia che richiedano la gestione di sistemi eterogenei complessi, che includono monitoraggio, gestione della generazione, accumulo e utilizzo dell’energia (rinnovabile), sistemi di comunicazione, dispositivi di sensoristica distribuita, indicatori prestazionali (KPI) relativi al funzionamento del sistema e interfacce utente evolute (cruscotti di monitoraggio e di controllo).
L’IoT Lab è il primo esempio in Italia di centro “completo”, nel quale competenze gestionali e tecnologiche, ricerca universitaria e consulenza aziendale si combinano per dare vita ad attività di ricerca applicata in tema IoT nei diversi ambiti applicativi e per differenti settori.
A Milano 2
Le tematiche dell’IoT sono poi particolarmente sentite all’interno del Sistema Design del Politecnico di Milano, ovvero l’insieme di Scuola del Design, Dipartimento di Design e Consorzio POLI.design.
Numerose le iniziative in ambito di ricerca con dottorati attivi su questi temi, un esempio il Toolkit Mapping the IoT, dove l’attenzione è spostata sul progettare dispositivi che abbiano un senso e che contribuiscano al miglioramento della qualità della vita degli utenti. Nella didattica la collaborazione con le aziende è strettissima ed assicura una ricerca continua e sempre innovativa.
Ad esempio, all’interno del Corso di Laurea in Design del Prodotto Industriale e del Corso di Laurea Magistrale in Integrated Product Design nel corso dell’ultimo anno accademico si è tenuto – nell’ambito del progetto “Connessioni: qui dove si fabbrica il design” – un Workshop multidisciplinare denominato Furniture/Reloaded.
Il Work shop, promosso da Assolombarda e STMicroelectronics, è stato coordinato dai Prof. Ron Gilad, Eitan Sharif e Raffaella Mangiarotti in collaborazione con Camilla Ceschi, Davide Radaelli e Ilaria Vitali. Hanno partecipato al Workshop sei aziende lombarde: Brianzatende, Boffi, LetteraG, Caimi Brevetti, Panzeri, Pamar.
L’obiettivo è stato quello di sperimentare la trasformazione di un oggetto di partenza fornito dall’azienda, “reloaded” appunto, con l’introduzione dell’intelligenza IoT, per accogliere l’interpretazione di bisogni e abitudini specifiche emergenti, provando a configurare nuovi elementi di senso umanizzando la tecnologia verso una dimensione più pervasiva e desiderabile.
Al Workshop hanno partecipato oltre 100 studenti in 2 diverse classi, suddivisi in gruppi che hanno originato oltre 20 nuovi concept di prodotto/servizio. Ciascuno di loro ha definito un utente target, ed ha cercato di creare un sistema che riuscisse a mettere alcuni prodotti d’arredo in comunicazione tra loro e con il loro utente di riferimento.
Alcuni progetti realizzati
Esempi progettuali dell’alto livello di innovazione raggiunto da queste attività sono tre lavori legati direttamente al lighting design, qui applicato però a funzioni ed a sistemi d’uso molto più ampi.
Progetto ‘Ziggurat’
(azienda: LetteraG)
(autori: Sara Baraglia, Francesco Foschi, Mattia Italia)
.‘Ziggurat’ è un oggetto che colleziona ricordi, si tratta di una nuova tipologia di prodotto che mescola il mondo analogico con quello digitale, mettendo insieme una lampada, una stampante e dispositivi intelligenti legati allo IoT utili per rilevare lo stato d’animo dell’utente. La stampante all’interno di Ziggurat inizia a stampare all’ora impostata, un sensore di movimento rileva la presenza dell’utente e “sputa” la carta all’esterno, stampando la pagina di un libro collegata all’umore dell’utente.
Il progetto ‘Ziggurat’ è fortemente legato al mondo dei gesti e dei rituali e restituisce una connessione con la parte emotiva dell’utente, grazie al gesto di arrotolare e infilare la carta nei fori o spingerli all’interno del prodotto per salvare i ricordi. L’intensità luminosa dell’oggetto cambia a seconda delle funzioni e amplifica la comunicazione visiva tra utente e prodotto.
Progetto ‘Lu-me’
(azienda: Panzeri)
(autori: Lorenzo Gecchelin, Anna Gobbo, Lapo Peruzzi)

L’ambito della ricerca per il progetto ‘Lu-me’ sono le abitudini e le attività di una persona nella propria camera da letto, dal momento in cui si prepara per la notte fino al suo risveglio mattutino.
L’obiettivo è migliorare l’esperienza dell’utente attraverso l’integrazione tra i tradizionali componenti d’arredo e l’intelligenza di un sistema IoT.
Le modalità d’uso vengono impostate come diversi scenari che controllano il riscaldamento, l’intensità e la colorazione della luce, le tapparelle ecc.. mentre il dispositivo funge anche da ricarica per il cellulare e sveglia.
Progetto ‘R2P4’ e ‘R2P1’
(azienda: Panzeri)
(autori: Benedetta Cerulo, Christian Kondic, Simone Salcuni)
Il progetto ‘R2P4’ nasce dalla versatilità di Silver Ring di essere collocata nell’ambiente per generare composizioni. Implementata da una tecnologia Li-Fi per veicolare i dati mobili nei raggi luminosi e fornire accesso ad internet, il sistema presenta inoltre la tecnologia “Sound Shower” ad onde unidirezionali per diffondere in aree limitate un sottofondo di sonorità ambient e garantire relax nei momenti di attesa.

Il progetto ‘R2P1’ si rivela all’utente appena si accede nella hall. In questo caso Silver Ring (diametro 3 m), viene dotato di un sistema di riconoscimento che permette al cliente di effettuare rapidamente il check in. Una volta effettuata l’autenticazione tramite smartphone, il cliente viene indirizzato verso la camera mentre il cloud controlla se le preferenze impostate dal cliente in fase di prenotazione siano state soddisfatte.
Si tratta dunque di nuove visioni progettuali human centered per un futuro dove la tecnologia sarà al nostro servizio e supporterà l’utente nello svolgimento delle azioni quotidiane, passando da una tecnologia di controllo ad una dinamica tecnologica conversazionale.
A Padova
All’interno di Galileo Visionary District il SID (Scuola Italiana Design) di Padova da anni si rivolge al mondo IoT , fino all’istituzione di un corso specialistico al secondo anno con laboratori paralleli di Smart Objects design e Ingegnerizzazione del Prodotto.
All’interno del percorso di ‘Ingegnerizzazione del Prodotto’ (tenuto dal docente Tommaso Morbiato), gli studenti possono fare esperienza diretta con schede programmabili Arduinocompatibili, sensoristica e attuatori. Alcune delle realizzazioni degli studenti nel settore dell’illuminazione IoT si rivolgono ad esempio alle loro stesse esperienze di utente: sono stati progettati impianti smart in grado di gestire mediante luci intelligenti la collaborazione domestica per la convivenza tra coinquilini.
Per il 2019 saranno invece dati i temi dello sviluppo sostenibile (UN Sustainable development goals), con attenzione all’uso delle risorse naturali. Ma non è solo all’interno del percorso di studi che si esprime la creatività degli studenti SID: Axolight, azienda italiana di illuminazione decorativa, ha affidato agli studenti del SID – guidati da Sonia Tasca (JoeVelluto Studio) – l’ideazione di uno spazio espositivo concepito come un’installazione, per presentare al pubblico internazionale del prossimo Salone del Mobile 2019 le novità di prodotto e la nuova comunicazione.
Lo spazio è strutturato con una forte connotazione identitaria, coinvolgendo e interagendo con il visitatore, al fine di regalare un’esperienza di vista memorabile. In quest’ottica, già dall’edizione precedente del 2017, da un punto di vista tecnico il “tema della luce” si è integrato di nuove funzioni (IoT) che mettono in dialogo l’apparecchio con l’ambiente: i prodotti non sono più solo lampade, ma dispositivi luminosi che forniscono anche altri servizi, in un’ottica consapevole e responsabile.
( a cura di arch. Sara Berta, progettista; Borzelli & Berta Architetti, Roma)