Paolino Batani

Una rete connessa al futuro: le Smart City e la nuova vita delle infrastrutture IP

Paolino Batani

Il concetto di Smart City sta attraversando una profonda evoluzione, che la pandemia ha accelerato e arricchito di nuovi contenuti. Importante in questo contesto è il ruolo che svolgono e potranno svolgere sempre più le reti ed i progettisti di sistemi IP (Illuminazione Pubblica).

Se infatti inizialmente con Smart City si intendeva un modello di città con la tecnologia digitale come driver dell’ampliamento e dell’efficientamento dei servizi, con un focus sull’esperienza dello user/cittadino, oggi è in atto la tendenza ad integrare nella visualizzazione e progettazione della Smart City la gestione intelligente di più aspetti in una logica circolare e di sistema che evidenzia le correlazioni tra tutti i profili dell’ecosistema urbano: economico, energetico, sociale, ambientale, di mobilità e benessere.

L’obiettivo sono città sostenibili e sicure, con elevata qualità della vita, servizi ottimizzati, relazioni sociali e attività amministrativa partecipata. In questa prospettiva il processo di trasformazione evidenzia profili di complessità che interessano profondamente il punto di vista progettuale richiedendo una costante innovazione, dal punto di vista di strumenti e metodi.

Quali sono infatti le metriche che ci permettono di monitorare l’evoluzione della smartness di una città? Quali gli indicatori e i parametri da considerare?

Anche l’approccio richiede una radicale innovazione. Tra i vari modelli proposti un aiuto viene dalla struttura di 4 strati con cui è stata sintetizzata l’architettura di una Smart City: infrastrutture di base, sensoristica e IoT, piattaforma dei servizi, applicazioni e servizi per i cittadini.

Il secondo layer – sensoristica e IoT – è quello più interessante per il mondo dei sistemi IP e che maggiormente fa emergere il ruolo che esso può giocare in questo processo di cambiamento. Le reti di sensori e i dispositivi IoT sono infatti sempre più necessari per raccogliere, analizzare e mettere a disposizione in un Big Data comune le informazioni riguardanti viabilità, ambiente, i dati provenienti dal monitoraggio di infrastrutture ed edifici, i consumi energetici, il comportamento degli utenti, la videosorveglianza.

La rete di illuminazione pubblica mette a disposizione per il collocamento della sensoristica una moltitudine di oggetti (apparecchi di illuminazione) già inseriti con reti e canalizzazioni negli spazi urbani, con passi mediamente al di sotto dei 50 m.

Questa infrastruttura capillare già esistente può trasformarsi in un network di oggetti/sensori/attuatori intelligenti e connessi, andando a costituire l’ossatura di base della nuova Smart City, coniugando l’esistente con il futuro, dando nuova vita agli investimenti del passato.

È uno shift paradigmatico che domanda un cambiamento culturale di tutti gli stakeholder del settore: progettisti e produttori, multiutility e amministrazioni pubbliche. Si tratta di divenire consapevoli delle enormi potenzialità di questo patrimonio pubblico e di ampliare con coraggio i limiti privatistici e settoriali con cui si è troppo spesso abituati a pensarlo. Ed è del tutto evidente che il progetto è un elemento centrale e fondamentale di questo processo.

L’attitudine all’innovazione, la creatività e il know-how, la visione d’insieme dei progettisti sono determinanti per pensare e guidare il cambiamento verso una realtà in cui le infrastrutture IP saranno sempre più integrate e trasformate verso questo nuovo orizzonte di economia circolare delle infrastrutture, e non solo dei materiali, dove l’illuminazione sarà solo uno dei servizi forniti da oggetti che – come cellule sempre più performanti e connesse – costituiranno le sinapsi della rete neurale della città del futuro.

Paolino Batani – Tecne Engineering srl – Ingegneria Integrata, Cesena – Consigliere APIL