
Il passaggio da tecnologie di tipo “tradizionale” a sistemi LED si è tradotto – nel campo della Transportation lighting – in una fase di ripensamento e discussione sulle nuove opportunità garantite dall’applicazione della nuova tecnologia
Treni, aerei, bus, vagoni di metropolitana, e così via, sono stati oggetto di un restyling del lighting sempre più integrato agli elementi strutturali ed alle finiture dei vari mezzi. LED strip – con profili e diffusori schermanti – o barre dimensionate ad hoc sono gli elementi maggiormente diffusi per l’illuminazione generale e diffusa, coadiuvati all’occorrenza dal contributo di spot downlight per accenti o compiti visivi particolari.
La presenza di diffusori – generalmente a finitura opale per gli elementi a vista ed extrachiara per quelli nascosti – garantisce protezione, pulizia, uniformità della distribuzione luminosa e abbattimento dei rischi di abbagliamento. La temperatura colore utilizzata è molto spesso la tonalità neutra (T=4000 K), al fine di ottimizzare il
più possibile la resa luminosa che – con quelle caratteristiche – è caratterizzata da flussi di emissione maggiori.
Il processo di rinnovamento, oltre ai vettori, ha interessato tutti gli spazi ad essi e da essi interconnessi: aeroporti, stazioni, fermate metro, punti di snodo e connessione sono stati rielaborati e ridefiniti con criteri impostati sul risparmio energetico dei consumi e sull’abbattimento dei costi di manutenzione, ma anche su una migliore qualità dell’ambiente visivo – in termini di tipologia dell’emissione più che di mera potenza- e del design architettonico, che ha trovato nella miniaturizzazione delle sorgenti e nella loro facilità di integrazione una nuova linfa, creativa ed espressiva.
Un esempio pratico di ciò lo abbiamo nel restyling di alcune Stazioni della Metro A di Roma – con un ripensamento qualitativo di colori, materiali e finiture ed un’operazione di retrofit delle sorgenti, dalla fluorescenza al LED – o ancora nella Stazione San Giovanni della linea Metro C, sempre a Roma, concepita come un “museo stratigrafico” che presenta l’evoluzione del territorio urbano sfruttando i 30 m di dislivello fra piano stradale e livello delle banchine, per ripercorrere un’immaginaria linea del tempo che porta dalla preistoria alla contemporaneità con un allestimento ed una presentazione dei reperti rinvenuti nel corso dei lavori.
La duttilità, la gestibilità e la compattezza dei sistemi luminosi hanno poi suggerito soluzioni creative e scenografiche per questi spazi di scambio, di passaggio, teatro temporaneo del nostro agire che si utilizzano con rapidità, ma che rappresentano in realtà luoghi di incontro, connessione e interscambio di milioni di persone.
Un caso di retrofit per strutture aeroportuali particolarmente significativo per l’ottimizzazione energetica dell’impianto è stato recentemente realizzato a Palermo all’ Aeroporto Falcone e Borsellino, struttura di fondamentale importanza per lo sviluppo economico della città, costantemente sottoposta a manutenzioni e rifacimenti per aumentare il comfort dei viaggiatori, raggiungendo gli standard più elevati di sicurezza. In questo intervento, progettato dall’ ing. Nicolò Pecoraro in collaborazione con Thorn del gruppo Zumtobel, è stata prevista la sostituzione di tutti gli apparecchi delle torri faro del piazzale aeromobili con la nuova tecnologia a diodi, maggiormente efficiente e performante.

I 101 punti luce con lampade al sodio esistenti – alimentati da sorgente da 1000 W cadauno – sono stati qui sostituiti da altrettanti apparecchi di illuminazione a LED da 308 W, con temperatura colore pari a 4000 K ed ottica asimmetrica, posti su 10 torri faro a corona mobile di 25 e 35 m e gestite da un sistema di controllo remoto.
La soluzione ha permesso di ottenere un ottimo equilibrio fra prestazioni ottiche ed energetiche, cambiando in modo sensibile la qualità cromatica della scena luminosa, passata da una emissione pressoché monocromatica ed estremamente calda come quella tipica del sodio ad una luce di tonalità bianco neutro.

Il nuovo impianto ha permesso di ottenere valori di illuminamento adeguati in relazione a ciascun compito visivo richiesto, assicurando un’ottima uniformità in tutte le aree di intervento interessate, nel rispetto della rigida normativa esistente in questo campo; inoltre, la potenza complessiva impegnata, grazie all’altissima efficienza dei sistemi luminosi, risulta pari a 31 KW totali, con un risparmio intorno al 65% rispetto all’installazione preesistente, soggetta fra l’altro a onerose e complesse operazioni di manutenzione periodiche.
( a cura arch. Alessandra Reggiani, lighting designer – Roma)