
Con il progetto ISAAC (Innovativo Sistema illuminotecnico per l’Allevamento di vegetali in Ambienti Chiusi e per migliorare il benessere umano), finanziato con circa 4,8 Mln di Euro dal Ministero dello Sviluppo Economico, avviato presso il Centro Ricerche ENEA di Portici, si stanno sperimentando sulle piante per la prima volta sistemi di illuminazione basati su sorgenti OLED (Organic Light Emitting Diode).
Il progetto, che è nato per sperimentare la crescita di piante in ambienti chiusi attraverso l’utilizzo di una illuminazione di nuova generazione progettata per aumentare il comfort delle persone e risparmiare energia, vede riunite le competenze ENEA nel settore dell’agronomia e dell’illuminotecnica innovativa, del Gruppo FOS nel settore delle tecnologie informatiche e telecomunicazioni, e di Becar-Gruppo Beghelli, nel settore illuminotecnico.
La dott.ssa Maria Grazia Maglione, responsabile per la parte illuminazione del progetto e ricercatrice ENEA del Laboratorio Nanomateriali e dispositivi di Napoli – Portici, componente del Comitato di Redazione di LUCE E DESIGN, ha sottolineato come la scelta di utilizzare nel progetto gli OLED “…dispositivi elettro-luminescenti in cui l’emissione di luce è prodotta dalla ricombinazione di carica elettrica trasportata in materiali organici” sia qui supportata dal fatto che questi dispositivi dispongono di una “…larga area emissiva e generino un’illuminazione diffusa e non abbagliante, oltre a disporre di un’elevata efficienza di conversione e di una bassa temperatura di funzionamento che non richiede l’uso di dissipatori di calore”.
La linea di ricerca è nata come prosecuzione di attività avviate con il progetto SMARTAGS, che ha prodotto il brevetto ENEA-FOS denominato “Microcosmo”, vero e proprio simulatore di campo hi-tech, realizzato per la prima volta in Italia e progettato per l’orticoltura al chiuso e in ambienti estremi di piante come olivo, patata, pomodoro, lattuga e basilico, utilizzando la terra come substrato.


Sotto il profilo illuminotecnico, “Microcosmo” ha visto l’utilizzo di 24 moduli OLED di circa 150 cm quadrati ciascuno, posizionati a formare un tappeto luminoso sulla superficie di copertura del simulatore, senza utilizzare diffusori per produrre un’intensità di luce uniforme sulle piante.
La dott.ssa Maglione ha sottolineato come “…non sia stato applicato nessun filtro per modificare la luce e renderla più idonea alla crescita delle piante, proprio per verificare che questa tipologia di illuminazione potesse essere benefica anche in questo caso per la crescita delle piante”.
Gli OLED utilizzati per questa sperimentazione sono dello stesso tipo di quelli progettati per produrre luce per illuminazione di ambienti antropici chiusi, quali abitazioni o uffici, e i riscontri fino ad ora emersi hanno evidenziato come l’illuminazione OLED delle piante con luce diffusa a spettro bianco e con temperatura colore calda della luce abbia risvolti positivi sulla crescita delle piante e sul loro metabolismo secondario.
Per ulteriori informazioni
Maria Grazia Maglione
ENEA – Laboratorio Nanomateriali e dispositivi