
Oggetto del progetto illuminotecnico il nucleo storico di Comacchio, nella zona compresa tra i canali Maggiore e Buonafede
A partire dal 1630 circa, nella fase che vede il ducato di Ferrara nell’orbita dello Stato Pontificio, inizia a Comacchio la valorizzazione dello sbocco a mare del ducato, con gli interventi nel tessuto urbano dei canali fino al grandioso Trepponti che diviene l’entrata monumentale alla città. La quasi totalità dei ponti risale a questo periodo e così la realizzazione di diversi altri edifici. I piccoli fronti che prospettano sui canali Maggiore e Buonafede a Comacchio sono in generale edifici a schiera senza soluzione di continuità se non per interruzioni puntuali a causa dei caratteristici androni passanti (i vicoli o usci senza porte).
I corsi d’acqua vedono la presenza di quattro ponti pedonali in laterizio e pietra d’Istria di diversa morfologia e fattura, ad una o più arcate a seconda che debbano superare incroci di più canali, e i percorsi pedonali sono rivestiti in pietra d’Istria, trachite e ciottolo.
Con il Decreto Ministeriale del 21.06.1977, ai sensi della Legge 29 giugno 1939 n. 1497 “Protezione delle bellezze naturali”, la struttura urbana della Città antica di Comacchio insieme a quella parte di Valli circostanti ancora esistenti è dichiarata zona di notevole interesse pubblico; ciò ha aperto una nuova stagione di tutela e valorizzazione, con specifici vincoli estetici da rispettare e conseguenti agevolazioni alle proprietà private.
Il concept illuminotecnico
Il contesto è stato visto da subito come luogo magico, con proporzioni da “città in miniatura”: fronti con un’altezza media di 6,5 m., ponti senza balaustra, bassa profondità dei canali, tutto in piccola scala (vedi apertura). Un piccolo gioiello da mostrare senza eccedere nell’impatto scenografico; la presenza di stradine, vicoli, sottoportici che convogliano sui canali in maniera improvvisa, questi chiaroscuri, questo effetto sorpresa, dovevano essere preservati anche nelle ore serali, quando interviene la luce.
La città viene vista quindi come un “luogo totale” e non un insieme di monumenti da distinguere; l’ interesse del progetto viene rivolto in primis ai lunghi fronti delle case comuni.
Il primo tema progettuale era legato alla tipologia di apparecchio da inserire in tale contesto: era importante una collocazione sottogronda per seguire l’andamento dei prospetti, senza interromperli e spezzarli a metà facciata (figura 1, 2a-b)

I pochi fanali che nell’800 si ergevano dal primo marcapiano, ad inizio e fine strada, a metà di essa se il percorso era molto lungo, e agli incroci non potevano essere ripresi concettualmente nel nuovo progetto: riproporre il modello delle lanterne sarebbe risultato infatti fuori scala. Si è ritenuto infatti preferibile trasmettere una lettura contemporanea del contesto con apparecchi di dimensioni contenute e poco disegnati (figure 3-4).


La sorgente luminosa scelta è una tecnologia recente (Cosmopolis Cosmowatechite), una lampada a scarica di bassa potenza ed alta efficienza luminosa con luce bianco calda: la potenza prescelta è la più bassa, 45 W, con flusso luminoso di 4300 lumen e temperatura colore di 2720 K.
L’apparecchio di illuminazione è stato disegnato appositamente per questa sorgente; con dimensioni minime, ha un’ottica simile a quella stradale: il doppio corpo compatto si inserisce in modo poco impattante al di sotto delle linee di gronda. Dai calcoli illuminotecnici è consentita un’interdistanza media tra gli apparecchi che corrisponde mediamente a due volte l’altezza media di installazione di circa 7,00 m.
L’uso del colore
Per conferire all’intervento maggiore suggestione, si è utilizzato il colore in alcuni punti, ad esempio in alcuni incroci e sulla barca (figura 5), fedele ricostruzione storica che fa da protagonista nel canale Maggiore durante le ore diurne; lo stesso apparecchio sottogronda viene riproposto con sorgenti a LED blu (figura 6), mentre sulla barca sono piccoli proiettori di forma circolare e dimensioni contenute.


I ponti – in prossimità dei quali anche nel passato si accentuava l’illuminazione – hanno richiesto un’attenzione particolare: l’obiettivo è stato quello di illuminarli nella loro parte interna sotto l’arcata che si specchia sull’acqua, con apparecchi lineari a tecnologia LED (figura 7).

(arch. Giordana Arcesilai – lighting designer; Thomas Weissenberg, lighting designer)
Comacchio. Vecchio e nuovo impianto a confronto
Il confronto riguarda un tratto del canale Maggiore per quanto riguarda l’ illuminazione dei percorsi pedonali:
Vecchio impianto
Numero apparecchi su questo tratto: 17 sospensioni su 11 tesate trasversali
Interdistanza: 15/20 m, con apparecchi a circa 6 m di h
Assorbimenti totali: 17 x 140 W = 2.380W
Illuminamento medio sul percorso pedonale: 13 lux, uniformità Emin/Emed < 0,10
Nuovo impianto
Numero apparecchi installati sottogronda: 31
Assorbimenti totali: 31 x 51,5W = 1.595,5W
Illuminamento medio sul percorso pedonale: 17 lux, uniformità Emin/Emed > 0,40
CARTELLO LAVORI
Comacchio – Illuminazione della città antica – Canali Maggiore e Buonafede
Committente: Comune di Comacchio
Responsabile unico del procedimento: ing. Mauro Monti (Comune di Comacchio)
Responsabile Ufficio Impianti: p.i. Valentino Cavalieri (Comune di Comacchio)
Assistente al RUP per Opere Pubbliche: arch. Agnese Farinelli (Comune di Comacchio)
Lighting Design: arch. Giordana Arcesilai, Thomas Weissenberg
Progetto Impianti elettrici: ing.Gianmarco Fogli (capogruppo); p.i. Gianni Bertarelli
Impresa Impianti elettrici: Euroimpianti BMG
Fornitori apparecchi: Platek Light; Nord Light – Gruppo Artemide