Illuminazione e Design

Nuovi rimedi contro gli attacchi della contraffazione web

 

STOP alla contraffazione we

Arrivano minacce dal web, ma anche nuovi strumenti efficaci per fronteggiarle, a disposizione dei titolari di design

Negli ultimi tempi i designer sono sempre più spesso le “vittime” di siti pirata, in grado di offrire cloni di prodotti noti e meno noti (ma tutti tutelati, da registrazioni di design, nazionali e comunitarie, o dal diritto d’autore) a prezzi stracciati, penalizzando pesantemente designer e produttori.

Ad essersi mosse in questo caso sono questa volta da una parte l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato – AGCM, che nel nostro Paese ha competenze non solo in materia Antitrust, ma anche nella repressione delle pratiche concorrenziali sleali – e il Garante delle Telecomunicazioni.

Da qualche mese, anzitutto, l’AGCM è sempre più attiva nella repressione dei siti che offrono sistematicamente prodotti-copia spesso imitando anche l’aspetto esteriore dei siti originali: al fine di contrastare la diffusione attraverso le reti telematiche o di telecomunicazione di pratiche commerciali sleali ed ingannevoli e di tutelare i consumatori ed il mercato, l’AGCM procede infatti all’oscuramento (ovviamente limitato all’Italia e attuato attraverso la Polizia Postale, ma comunque efficace) dei siti clone; una serie di segnalazioni di INDICAM, l’Istituto di Centromarca per la Lotta alla Contraffazione, ha portato a mettere “fuori rete” alcune centinaia di siti clone, e altri interventi sono seguiti e continuano tuttora a ritmo serrato.

Prodotti-clone e violazione dei diritti

Se al centro dell’attenzione dell’Autorità Garante del mercato sono principalmente i siti che offrono prodotti-clone di originali protetti da marchi e design registrato, il Garante delle Telecomunicazioni ha invece puntato il dito sulla violazione dei diritti d’autore, altro strumento che oggi tutela largamente anche le opere dell’industrial design, a cominciare da quelle dell’illuminazione (basti pensare alla celebre lampada Arco dei fratelli Castiglioni, prodotta da Flos, tutelata dalla stessa Corte di Giustizia europea, o ad alcune delle recenti nuove creazioni di Flou a marchio Natevo).

Un nuovo Regolamento emanato dal Garante e reperibile nel relativo sito prevede infatti una procedura semplice, economica e veloce (specie nei casi che presentano motivi di urgenza) per la rimozione dalla rete dei contenuti che violano diritti d’autore altrui.

Naturalmente queste nuove procedure, se sono particolarmente accattivanti per i titolari dei diritti, anche perché i passaggi successive alla segnalazione si svolgono “d’ufficio” e quindi hanno costi e oneri molto ridotti, presentano i loro limiti, specie in termini di follow-up: è infatti frequente che siti e contenuti illeciti, una volta rimossi, riappaiano spesso in forma identica, semplicemente “trasferendosi” sotto altri indirizzi web.

In molti casi, inoltre, il contraffattore non fa altro che togliere (spesso solo temporaneamente) le copie del produttore che lo ha denunciato o ha ottenuto dal Giudice civile un’inibitoria a suo carico, lasciando in linea (e continuando a vendere!) tutti gli altri cloni, con una sorta di “rotazione delle copie” che gli consente di continuare a guadagnare abbastanza da rendere conveniente la violazione dei diritti altrui, divenuta in molti casi una vera e propria industria del falso, che si approvvigiona in Estremo Oriente e lavora letteralmente on demand, creando e importando in Europa tutti e solo gli esemplari effettivamente ordinati da consumatori talvolta ignari della falsificazione, ma molto spesso convinti di avere fatto un “buon affare”, anche se a spese del vero creatore dell’opera copiata.

Agire, anche con class action

Per fronteggiare in modo efficace questi fenomeni, facendo in modo che davvero “la contraffazione non paghi” una possibile soluzione è probabilmente quella di intraprendere azioni giudiziarie “di gruppo” dei produttori e dei designers vittime della copiatura, attraverso una sorta di class action diretta ad ottenere provvedimenti giudiziari dotati di efficacia pan-europea e, soprattutto, ad ampio spettro, ossia riferiti a tutti o quasi tutti i cloni realizzati da un singolo imitatore, in modo da infliggergli in un sol colpo un danno rilevante e soprattutto da rendere non più conveniente per lui insistere nella sua illecita attività.

Un’azione pilota in tal senso è attualmente allo studio da parte di FederlegnoArredo, che si è rivolta allo Studio di chi scrive per coordinare l’iniziativa, ma operazioni analoghe sono concepibili in tutti i settori, e certamente anche in quello dell’illuminazione di qualità, purché siano condotte in modo estremamente serio e quindi vengano precedute da un serio lavoro sia di impostazione giuridica, sia di intelligence volta a ricostruire quanto più possibile la filiera dei falsi e a identificare i soggetti coinvolti e le basi dei falsificatori in Europa (e possibilmente anche i loro conti correnti…).

Nel loro complesso questi programmi sembrano indicare un “salto di qualità” nella lotta alla contraffazione web, che fa leva anche sulla maggiore sensibilità giuridica e culturale che sembra emergere anche nella Magistratura rispetto a questi fenomeni, testimoniata anche da una relazione estremamente circostanziata su forme di contraffazione in rete e responsabilità dei soggetti coinvolti, tenuta recentemente dalla Presidente della Sezione dell’Impresa del Tribunale di Milano (la più importante d’Italia, anche per numero di casi esaminati) dott.ssa Marina Tavassi. Siamo dunque in un momento topico: e una maggiora consapevolezza dei propri diritti e degli strumenti per difenderli anche in capo agli operatori dell’illuminazione potrebbe davvero fare la differenza rispetto al passato.

(Avv. Cesare Galli – Studio IP Law Galli, Milano-Brescia-Parma-Verona)

 

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