
Non più di 7 anni fa, si parlava di Ufficio 2.0 e si assisteva già ad un enorme cambiamento del modo di lavorare e dello spazio di lavoro, in termini architettonici e nell’ accezione stessa del luogo fisico, ma i cambiamenti in questo ambito viaggiano con la stessa velocità della fibra che li connette e quindi non è difficile immaginare come si sia potuti arrivare oggi alle porte dell’Ufficio 4.0 nonostante, per molti, siano ancora sconosciute le caratteristiche di quello 2.0
Quando si parlava di ufficio 2.0 si stavano sviluppando il telelavoro e la flessibilità dell’orario, nascevano le prime startup e molte altre novità che avrebbero cambiato per sempre il nostro modo di pensare allo spazio ufficio.
Nell’ufficio 2.0 il telelavoro diventa quasi subito “Smart Working” e chi lo pratica diventa “Smart Worker”. Si tratta di individui sempre connessi con il server aziendale, in qualsiasi posto o parte del mondo si trovino e, per la particolarità del loro lavoro, di persone sempre in grado di lavorare senza necessità di rimanere seduti ad una scrivania fisica in uno spazio fisico.
La loro produzione è intellettuale e la loro organizzazione produttiva è circolare e di tipo biunivoco e collaborativo. La condivisione del loro operato è immediata e visibile da tutti subito e la loro collocazione in azienda si trova tra il processo produttivo e l’utente finale. Molto spesso sono definiti anche “knowledge worker” e sono i consulenti, gli sviluppatori informatici, i commerciali, i tecnici commerciali. L’ufficio inizia a cambiare aspetto, lo spazio dedicato a queste risorse si riduce, diventa open space senza posti assegnati e a fianco di questo sorgono uno o più spazi riunione riservati dove incontrare i clienti o lavorare con maggiore privacy.
I locali server si riducono e il clouding cresce. Questa evoluzione, via via sempre più sostenuta da una forte accelerazione tecnologica si concretizza verso il la fine del 2014 e l’inizio del 2015 con l’Ufficio 3.0.
Un interessante esercizio stilistico e concettuale lo presenta in Italia l’arch. Michele De Lucchi nella sua “Passeggiata” all’edizione del Salone del Mobile 2015 dove lo spazio ufficio diventa “palestra dove allenare la mente” e dove le relazioni sono l’elemento chiave del successo e della produttività. A livello internazionale fanno scuola i nuovi concept per gli spazi ufficio dei grandi colossi dell’era digitale come Google, IBM, Dropbox, Facebook: spazi fluidi, atipici, alcuni dei quali veri è propri Luna Park del lavoro.
La centralità del lavoratore e del suo benessere (o presunto tale) viene posta come condizione fondamentale (o come attrattiva per catturare risorse a basso costo?). Le aziende produttrici di mobili per ufficio aggiungono la componente tecnologica ai loro prodotti, le scrivanie diventano prenotabili a distanza e gli ambienti diventano così a loro volta Smart (Smart Environment).
Con il 2016 entriamo nell’ufficio 4.0. E’ ancora difficile definire con chiarezza come ci si muoverà per l’aspetto architettonico: ci potrebbe essere una inversione di tendenza verso spazi più intimi e riservati o più flessibili e capaci di rapidissime trasformazioni (nell’open space sono effettivamente troppe le occasioni di distrazione). Ciò che è chiaro invece è che il prodotto non sarà più centrale ma il vero capitale sarà la connettività dei dati ed il benessere psicofisico delle persone: in una parola IoT (Internet of Things).
Come è cambiata l’illuminazione
Dopo questa doverosa premessa, vediamo come questa rivoluzione ha impattato il modo di illuminare l’ufficio. Il primo segnale di cambiamento concreto con cui tutti i progettisti della luce si sono dovuti confrontare è il cambiamento della norma EN 12464-1, con l’introduzione nel 2011 di nuovi criteri di valutazione finalizzati ad aumentare il comfort visivo ed il benessere psicofisico nel luogo di lavoro.
Per la prima volta si segnalava l’importanza di progettare anche con la luce naturale, di illuminare i piani verticali, di valutare l’illuminamento cilindrico e definire e valutare gli illuminamenti dell’area di background: elementi citati dalla norma che andavano in controtendenza rispetto al modo di progettare e illuminare l’ufficio che veniva visto quasi come un ambiente residenziale e in quanto tale trattato. Non era infatti affatto raro trovare una lampada decorativa illuminare una postazione di lavoro in un ambiente vicino ad una delle migliori ambientazioni di Disneyland.
Le chiavi della nuova tecnologia a cui tutti stavano lavorando erano la personalizzazione e la connessione. A novembre del 2012 Zumtobel presentò la nuovissima tecnologia Swarm Control, inserita all’interno delle sue lampade da terra, che dimostrava come la luce potesse seguire l’individuo nello spazio fino alla sua postazione e nel 2014 ancora Zumtobel, ormai alla fine dell’era 2.0, presentò un apparecchio per ufficio che offriva all’utente la possibilità di personalizzare la luce a piacere grazie ad un altro nuovo prodotto, un sistema di gestione semplice e intuitivo accessibile da qualsiasi terminale connesso alla rete, inclusi smartphone e tablet.
Uffici: quale qualità per la luce? Lo studio dell’Istituto Fraunhofer
Una interessante ricerca resa pubblica nello stesso anno (iniziata nel 2013) avvalendosi della consulenza dell’istituto Fraunhofer sul tema della qualità della luce percepita in ufficio, rivelò come il 40% di un campione di 2148 intervistati principalmente concentrati tra Austria e Germania, lavoratori a tempo pieno e con videoterminali, dichiarasse di accusare affaticamento visivo al termine della giornata lavorativa.

Indagando le cause del disagio si scopri che questo era dovuto ad una pluralità di fattori, quali ad esempio la presenza o meno di luce naturale e la posizione delle aperture nello spazio, con livelli di illuminamento troppo bassi rispetto alla percezione soggettiva di luminosità dell’ambiente, mancanza di uniformità e impossibilità di adattare l’illuminazione alle proprie esigenze.
RISULTATI DELL’INCHIESTA DEL FRAUNHOFER INSTITUT
I valori desiderati in termini di illuminanza (a) di controllo e regolazione individuale della luce (b) e in termini di temperatura colore preferita (c).



Si scoprì inoltre come la maggioranza degli intervistati apprezzasse un livello di illuminamento generale superiore a 500 lx e la possibilità di personalizzare sulla propria postazione temperatura di colore e livello di illuminamento: tutti fattori che portarono ad identificare 3 aspetti fondamentali (ora avvalorati anche da una nuova indagine scientifica che scomoda le neuroscienze e indaga le reazioni limbiche) per l’ufficio del Millennio:
- Benessere Olistico (centralità dell’essere umano),
- Connettività
- Look e Feel (interior design dello spazio).
Questi parametri sono stati protagonisti già nella passata edizione di Light&Building e hanno sottolineato l’ingresso di Zumtobel nel mondo IoT dell’Office 4.0, con la nascita di apparecchi capaci di disegnare “la luce su misura per le esigenze del singolo”: apparecchi a luce morbida dove due tipologie diverse di emissione luminosa (una diffusa e una diretta) lavorano separatamente tra loro e apparecchi decorativi ma con ottiche a controllo di luminanza, dotati di bianco dinamico per ricreare il ritmo circadiano e sistemi capaci di attenuare i rumori ma – e soprattutto – una nuova rivoluzione nei controlli che di fatto sancisce l’ingresso del mondo dell’ IoT dell’illuminotecnica; sensoristica hi tech capace di distinguere persone e mezzi (come carrelli elevatori), identificare aree di lavoro specifiche, generare un’illuminazione adattiva oppure valutare la componente di illuminazione naturale nell’ambiente o ancora regolare diverse intensità in funzione alla presenza o meno dei soggetti in uno spazio.


Ognuno di questi aspetti è ovviamente personalizzabile e adattabile alle esigenze dell’essere umano che fruisce lo spazio con la possibilità di personalizzare la propria singola postazione di lavoro.
Una tecnologia definita da sensori connessi ad una architettura di gestione che non si limita più a controllare la luce ma che è in grado di fornire una enorme quantità di dati ambientali e trasformarli in dati statistici utili a migliorare efficienza e costi di un building complesso.
Si tratta insomma di una vera rivoluzione in atto, un cambiamento epocale che di fatto rende il sistema di illuminazione, controllo e servizio sempre più un pacchetto unico e imprescindibile e dove sarà sempre più limitato lo spazio per l’improvvisazione e sempre maggiore l’opportunità di trovare sinergie in un contesto di progettazione integrata.
(Dario Bettiol, Head of Marketing Italy – Zumtobel Group)
HEADQUARTER OBERALP – SALEWA
Il nuovo quartier generale SALEWA riflette tutte le esigenze di una società moderna e dinamica, nel contesto di un edificio sostenibile ecologicamente, economicamente e socialmente, luogo di interazione e comunicazione fra collaboratori, clienti e partner. La concezione della luce è di strategica importanza per far nascere uno spazio di lavoro e di vita dove le persone si sentano bene e che sappia essere in armonia con l’ambiente circostante.
Location: Bolzano
Destinazione d’uso: Edificio per uffici

Progettazione architettonica: Cino Zucchi Architetti e Park Associati (Filippo Pagliani, Michele Rossi), Milano
Progettazione impianti elettrici: Energytech, P.I. Gabriele Frasnelli, Bolzano
Progettazione illuminotecnica: Studio Park Associati con Zumtobel
L’architettura degli spazi prevede: uffici per 160 addetti, magazzini per la logistica, 1 palestra di roccia per 250 scalatori (la più grande di tutta Italia), 1 centro fitness per i dipendenti, 1 asilo aziendale, 1 sala per eventi pubblici.
Anno: 2012
VODAFONE VILLAGE
La sede centrale di Vodafone è stata certificata in base allo standard LEED (LEED® 2009 ID+C: Commercial Interiors) e insignita del livello Argento (52/110 punti possibili). Questo complesso di edifici è al momento il più grande con certificazione LEED in Italia.
Vodafone Village, Milano (courtesy photo: Zumtobel Group)
Location: Milano, Quartiere Lorenteggio
Destinazione d’uso: Edifici per uffici
Progettisti: Studio PRP Architettura (Rolando Gantes, Roberto Morisi), Milano
Progetto Interni: Dante O. Benini & Partners – Milano
Progetto Impianti: AS ingg Ingegneria Integrata – Milano
Operatore: Real Estate Center
Superfici per funzione: S.L.P. commercio – 891,00 m²; S.L.P. uffici – 36.991,23 m²; S.L.P. produttivo – 4.064,24 m²
Addetti potenziali: 4194
Anno: 2012
FACEBOOK ITALIA
L’organizzazione degli uffici traduce in termini di spazio la spina dorsale della piattaforma, ovvero l’interazione sociale. La nostra cultura aziendale si basa sui valori di apertura, trasparenza e senso di community. L’ambiente deve incoraggiare le persone al dialogo per crescere con il contributo di tutti.
Location: Milano – Piazza Missori
Destinazione d’uso: Edificio per uffici

Progettazione architettonica: Studio RE|value – arch. Cristiana Cutrona
Progettazione strutturale: Studio B.R.E. Engineering e Comunicazione
Progettazione illuminotecnica: Studio Voltaire – arch. Jacopo Acciaro
General Contractor: Il Prisma
Superfici destinate a spazi ufficio: 2 piani di 2500 m2 l’uno
Postazioni di lavoro per singolo piano: zona operativa 30 posti, dei quali 20 a postazione fissa; aule meeting e webconference, per 20 posti; zona break, per 20 posti; sala meeting per 60 posti
Anno: 2014