
L’edificio “Ascom” si inserisce in un contesto storico di pregio, nella località di Oderzo, antichissimo centro di origine paleoveneta della provincia di Treviso
Nel 2012 hanno inizio i lavori e dopo qualche mese lo scavo ha svelato innumerevoli reperti archeologici. Questi scenari e la storia hanno rafforzato il concept del progetto, la ricucitura tra centro storico e ingresso della città.
L’edificio si apre infatti come una porta sul fronte sud-est. A nord lungo la strada di accesso è più severo, scandito da un ritmo geometrico che alterna il pieno del rivestimento ceramico con i vuoti degli imbotti in acciaio, a formare uno scudo protettivo. A sud si apre sulla corte interna e svela la sua maglia metallica che ricorda l’armatura di un centurione.
L’interno è arricchito dalla luminosità delle pareti vetrate che scandiscono gli spazi, e accoglie installazioni museali che valorizzano il contesto storico/geografico opitergino di un edificio come memoria.
La volumetria architettonica
Su un’area di 1500 m2 il costruito fuori terra ne ricopre circa la metà. Il corpo di fabbrica è composto da due volumi, il primo di 4 piani per la parte direzionale, il secondo di 2 piani per l’area formazione e un auditorium da 90 posti con accesso esclusivo. Il piano interrato, oltre alle centrali tecnologiche e all’archivio automatizzato, accoglie 37 posti auto che si sommano ai 13 posti auto del piazzale esterno.
Il progetto architettonico ha previsto la customizzazione dei materiali e delle superfici di rivestimento, nonché degli arredi interni, quasi a creare un abito su misura per l’intervento. La nuova sede dell’Ascom è ricca di dotazioni tecnologiche di altissimo livello, che contribuiscono ad affermarla come un esempio di altissima efficienza energetica.
L’impianto elettrico è gestito da un sistema BMS (Building Management System) tramite comunicazione BUS, che controlla in particolare l’illuminazione interna ed esterna che si regola automaticamente in funzione del soleggiamento, le motorizzazioni delle tende e dei serramenti, la sicurezza (controllo accessi e lettore targhe) e l’impianto antintrusione.
Un impianto fotovoltaico piano, con potenza pari a 70 kW è posizionato sul solaio di copertura del terzo piano.

Il progetto di illuminazione
Il progetto illuminotecnico è stato sviluppato per poter ottenere il migliore compromesso tra efficienza e comfort visivo degli spazi. Quando si progetta la luce per uno spazio di lavoro, la prima cosa che deve essere considerata è che la si sta progettando per le persone che in questi locali trascorreranno la maggior parte della loro giornata: ridurre l’affaticamento visivo e lo stress da esso indotto, diventa pertanto uno dei principali obiettivi, in una gerarchia di valori, superiore a quello del risparmio energetico generato.

Tutti gli apparati di illuminazione si integrano nell’architettura mostrando ben poco degli apparecchi a vista: nei rari casi in cui succede, l’apparecchio si presenta con un minimalismo geometrico spinto all’estremo. Il colore stesso degli apparecchi è stato scelto per mimetizzarsi nei toni chiari delle pareti e dei soffitti.
I temi sviluppati dal progetto illuminotecnico riguardano: l’esterno dell’edificio e la sua relazione con il tessuto urbano, i collegamenti orizzontali e verticali, gli spazi per la formazione, l’auditorium, gli uffici operativi, gli uffici e gli spazi direzionali.
Nella parte esterna, l’edificio sfrutta le ampie superficie vetrate per illuminare l’interno durante il giorno e per illuminarsi dall’interno – come una grande lanterna – nelle ore notturne. Il risultato è una chiara opposizione tra positivo e negativo, tra gioco dei volumi sotto il sole di giorno fino a quasi completa dematerializzazione durante la notte.
Solo i percorsi, le zone di manovra e parcheggio ed i giardini pensili sono illuminati: i primi due con soluzioni funzionali ad incasso o apparecchi testa palo, mentre soluzioni architettoniche come apparecchi segnapasso o cove lighting aumentano la percezione di spazialità dall’interno verso l’esterno. Le insegne caratterizzano l’aspetto notturno dell’edificio connotandolo come il committente richiedeva e rafforzando l’identità del marchio sul territorio.
Molto semplice l’illuminazione dei percorsi orizzontali, risolta con apparecchi ad incasso rotosimmetrici che integrano anche l’illuminazione di emergenza in un unico dispositivo: questa stessa soluzione è estesa anche agli spazi di accoglienza e ricezione al piano terra, mentre i collegamenti verticali sono invece risolti con tagli di luce a soffitto.
Differente l’approccio per gli spazi destinati alla formazione: oggi queste attività possono richiedere frequenti variazioni di assetto dei layout in funzione alle diverse attività svolte. In queste situazioni è necessario non solo assicurare uniformità sul piano di lavoro orizzontale considerandolo esteso all’intera superficie dell’aula, ma garantire anche una buona illuminazione dei piani verticali per favorire la comunicazione orizzontale: per questa ragione sono stati usate soluzioni “mellow light” che assicurano prestazioni e comfort allo stesso tempo.

L’elevata presenza di impianti tecnologici nei controsoffitti degli uffici escludeva di fatto la possibilità di incassare apparecchi. Il minimalismo è stato allora raggiunto con apparecchi a plafone a sezione ridotta in lunghezza alla trave fredda.
La scelta di usare ottiche a microprismi di ultima generazione offre un comfort visivo superiore anche con terminali a schermo orizzontale come tablet o similari.
Lo spazio dell’Auditorium, per le sue peculiarità, è stato fatto oggetto di una progettazione separata: come per un teatro è importante l’illuminazione dei piani visivi verticali del palco relatori e la segnalazione dei percorsi visivi a terra nella platea. Nell’accezione di sala conferenze, invece, trova importanza l’illuminazione dei piani orizzontali realizzata con piccoli spot a fuoco arretrato per annullare la percezione dell’area di luminanza e abbattere qualsiasi tipo di abbagliamento.

Anche in questo caso si è data attenzione all’identità aziendale, introducendo soluzioni cove lighting con luce colorata corrispondente al colore istituzionale lungo i perimetri.

Per l’illuminazione degli uffici direzionali e della sala consiliare, ambienti poco soggetti al cambiamento di layout e di particolare importanza come spazi di rappresentanza, si è scelto di seguire lo schema classico con sospensione sopra l’area di lavoro bidiffusione e incassi rotosimmetrici, per ridurre i contrasti visivi e costruire un’atmosfera più ricercata e familiare.
Oderzo – Nuova sede uffici “Ascom”

Progetto architettonico: Gherardi Architetti, Castelfranco Veneto (TV)
Apparecchi di illuminazione: Zumtobel