Carlotta de Bevilacqua

Luce, diritto e dovere

 La ricerca su possibili nuovi schermature basate sull’utilizzo di filtro esterno in policarbonato serigrafato e filtro interno con film in poliestere serigrafato, bianco o colore, trova conferma in apparecchi come Playful Mind, per emissione diretta, indiretta e diffusa (cortesia: Danese)
La ricerca su possibili nuovi schermature basate sull’utilizzo di filtro esterno in policarbonato serigrafato e filtro interno con film in poliestere serigrafato, bianco o colore, trova conferma in apparecchi come Playful Mind, per emissione diretta, indiretta e diffusa (cortesia: Danese)

Carlotta de Bevilacqua a livello istituzionale e nel corso della sua carriera ha raggiunto e consolidato le posizioni di architetto, designer, imprenditore, docente.

Progettare oggi è una condizione complessa, che deve riassumere su di se’ certamente un’assunzione in più di responsabilità, come spiega l’arch. de Bevilacqua: “…non deve essere possibile progettare col fine di ottenere solo delle belle forme. Le idee nascono da valori, comportamenti e luoghi, da concetti che vanno oltre alla materia che li veste completandoli ma senza costituirne l’anima.

Sono assolutamente contraria alla forma fine a se stessa; la forma è qualcosa che arriva alla fine e da una visione progettuale ben definita, un risultato, non un punto di partenza, il che assolutamente non impedisce al prodotto di essere comunque appagante e gratificante anche dal punto di vista estetico.

L’arch. Carlotta de Bevilacqua nel suo studio (foto: Paolo Bernardi)
L’arch. Carlotta de Bevilacqua nel suo studio (foto: Paolo Bernardi)

Attraversiamo un momento storico in cui è necessaria l’attenzione verso le nostre risorse: quando progettiamo, produciamo e anche quando consumiamo, dobbiamo essere consapevoli della esauribilità delle risorse, pensare che ogni progetto ha un costo anche a livello ambientale.

Quello dell’impatto ambientale è un argomento di rilevante importanza, se ne parla in alcuni, pochi, ambiti, ma a livello produttivo e progettuale è un tema che l’industria difficilmente affronta in modo risolutivo.(….)

È importante progettare in un’ottica di maggiore responsabilità ambientale e sociale che si traduce non solo nel rispetto di tutte le caratteristiche dei processi produttivi che garantiscono l’ecosostenibilità di un prodotto.

Valori come la semplicità e la capacità di rispondere con sobrietà e intelligenza alle esigenze quotidiane rendono iprodotti versatili e universali, destinati a durare al di là delle mode del momento”.

Un’immagine dello studio (foto: Paolo Bernardi)
Un’immagine dello studio (foto: Paolo Bernardi)

E parlando specificamente di luce, arch. de Bevilacqua, come considera questo ambito progettuale: quali sono, a suo parere, le linee guida che devono necessariamente condurre una prossima evoluzione in questo settore?

“La buona luce, ovvero quella in grado di seguire il fluire dei ritmi dei comportamenti e delle emozioni degli individui creando qualità ambientale, è un diritto per tutti e di tutti; la luce può essere un elemento emozionale, uno strumento di benessere, determina gli spazi definendo momenti di socialità, relazione, intimità ed è proprio per la fondamentale importanza che riveste nella vita di ognuno che – per progettare la luce – si deve partire dalle qualità della luce stessa, dalla sua performance, e dalle necessità del suo fruitore”.

La consapevolezza come dovere

Per l’arch. de Bevilacqua “…La luce è anche un dovere, è e deve cominciare ad essere considerata come un bene primario, esattamente come l’acqua e come l’acqua c’è il dovere di gestirla, dosarla secondo le esigenze e non sprecarla. Bisogna insistere su tutti quei sistemi che aiutino a controllarla e utilizzarla con consapevolezza.

Abbiamo le capacità produttive, quello che sento mancare è una cultura del progetto, una cultura che riprenda lo spirito e lo slancio di idealità della cultura progettuale del dopoguerra e degli anni ’60, dove c’era essenzialità e sperimentazioni tecnologiche e materiche volte a rendere la cultura del progetto democratica e accessibile a molti, dove i bisogni generavano vere risposte produttive ed industriali.

E ri-propongo proprio la cultura di quegli anni perché, in quei progetti, con poco si riusciva a dare molto, progetti elementari quanto geniali che erano reale supporto alla crescita della qualità di vita”.

Architetto de Bevilacqua, ci racconta un po’ più nel dettaglio come rientrano nel suo modus operandi i concetti appena espressi?

“È un lavoro estremamente complesso riuscire a percorrere questo tipo di strada e ci sono fondamentalmente due possibilità: sfruttando al meglio le proprietà dei materiali (…) e l’altra verso “prodotti consapevoli” del nostro tempo e della nostra condizione è quella capace di sfruttare e utilizzare le nuove tecnologie: parliamo di LED, ma anche (…) l’ottimizzazione della luce naturale, l’utilizzo di sistemi di gestione della luce, la sua canalizzazione, l’RGB per la creazione di atmosfere luminose in sistemi in grado di produrre comfort e stimoli visivi. (…)

(Chiara Giolo, progettista – Milano)