
Nell’era del digitale la prima connessione necessaria è quella tra Luce, Uomo e il suo Benessere: e oggi più che mai l’uomo occupa il centro del progetto
L’illuminazione connessa unisce la luce LED e la tecnologia dell’informazione per portare la luce oltre il semplice concetto di illuminazione. Dall’ avvento e diffusione delle sorgenti luminose artificiali, l’architetto ha sempre cercato di bilanciare nel modo migliore la luce naturale con la luce artificiale, e oggi più che mai la possibilità di realizzare condizioni ambientali ottimali per il benessere dell’individuo durante tutto l’arco della giornata è diventata una condizione imprescindibile.
Anche il nostro lavoro di lighting designer si è evoluto negli ultimi anni e ci ha consentito di raggiungere risultati fino ad ora inediti: l’utilizzo del colore, la variazione di intensità, la scelta di apparecchi e materiali, è diventata una cosa più scientifica che scenografica, con il privilegio di una contaminazione multidisciplinare.
Il digitale ci ha permesso infatti di esplorare nuove frontiere culturali e strategiche di marketing che richiedono una sempre maggiore contaminazione di saperi, competenze e professionalità diverse capaci di arricchire e adattare sempre di più il progetto nel suo risultato finale e alle esigenze dei suoi fruitori.
Questo approccio progettuale si confronta con le nuove tematiche di benessere e risparmio energetico relative ad esempio alle certificazioni WELL e LEED che caratterizzano oggi le nuove architetture, che si evolvono verso nuovi paradigmi di sostenibilità e intelligenza.
Il settore dell’illuminazione sta dunque attraversando una trasformazione epocale ma è ancora insufficiente il coinvolgimento del lighting designer da parte dell’architetto. Nella filiera del progetto, il lavoro in equipe deve essere oggi conditio sine qua non e non più una desiderabile opportunità.
La gestione della luce permette infatti il connubio con gli impianti degli edifici perché grazie alla connettività l’apparecchio di illuminazione si trasforma in un nodo di rete intelligente, diventando parte integrante del sistema. L’illuminazione entra dunque nel mondo dell’Internet of Things (IoT) dove gli oggetti dialogano tra loro, e si relazionano con noi attraverso i device a nostra disposizione.
È questo il caso del progetto della ‘Torre Unipol’, con il quale abbiamo varcato il confine dello standard verso il futuro: qui la luce si relaziona con la natura, con l’uomo e con una nuova “etica” secondo la quale in ufficio si trasforma la relazione tra architettura e tessuto urbano, tra persona e persona.

In ambito IoT, l’integrazione di sistemi di controllo ha portato alla realizzazione di apparecchi che, oltre a fornire una luce in grado di mutare attivamente, coadiuvano la raccolta dei dati sull’utilizzo e sul comfort qualitativo degli spazi al fine di ottimizzarne la gestione e permettono il controllo tramite smartphone o tablet via APP per una luce personalizzata. Ci siamo avvalsi di questa tecnologia in due importanti siti architettonici, storici e monumentali come Villa Campolieto e il Tempio di Serapide.


Nuove strategie di marketing territoriale e ambiti applicativi
Il presente e il futuro dell’illuminazione connessa e intelligente portano numerosi vantaggi. In primo luogo, quello di ridurre la distanza e la netta separazione tra uomo e architettura, oltre che creare innumerevoli vantaggi economici per le ricadute strategiche in tema di marketing territoriale.
All’interno dell’ufficio l’illuminazione connessa diventa uno strumento utile per la gestione degli spazi e il maggiore comfort per la persona. Oltre al monitoraggio delle postazioni di lavoro, l’innovazione tecnologica sposa la “poetica” della luce interpretando l’evoluzione degli uffici contemporanei.
SENSEDESIGN è il nuovo manifesto culturale con il quale abbiamo modificato l’approccio progettuale di ieri: luce non soltanto “per vedere” ma soprattutto per sentire, emozionare. Nel contesto del nostro progetto ‘INET’ a Milano la luce, il colore e le sue infinite varianti si collegano alla vita e al lavoro del personale che occupa l’edificio: colore come vero e proprio orologio in sincrono con il ritmo circadiano delle persone.
Nell’outdoor, nella progettazione dell’illuminazione urbana è possibile invece aumentare la sicurezza dei cittadini con l’aiuto di sensori di movimento o di soluzioni che reinterpretano con giochi di luce gli edifici più rappresentativi delle città. In questo contesto Smart, la rete di illuminazione pubblica svolge il ruolo di infrastruttura di comunicazione bidirezionale tra la città e chi la amministra: invia i dati raccolti dai sensori e riceve informazioni da remoto.
Allo stesso modo anche la luce deve essere intelligente: interagire con gli utenti reagendo alla loro presenza, adattarsi ai cambiamenti ambientali e rispondere con efficacia alle condizioni esterne. Per il progetto della luce della ‘Stazione Duomo a Napoli’ ci siamo ispirati al territorio, ai colori del cielo e del mare, all’intensità e alle caratteristiche della luce del Mediterraneo. Una passeggiata lungo le ore della giornata: i colori cambiano, si va dal celeste chiaro del cielo all’arancio del tramonto e oltre. Abbiamo progettato ambienti luminosi funzionali ed esperienziali al tempo stesso: una architettura “viva”, dinamica grazie alla luce e interattiva con i viaggiatori.
(a cura di Filippo Cannata, lighting designer – Cannata & Patners Lighting Design Communication)