
Negli ultimi anni, i lounge bar hanno conosciuto una particolare diffusione nelle nostre città. L’offerta è molto ampia e caratterizzata da atmosfere di diversa natura, tutte comunque incentrate sulla identificazione specifica di ciascun locale, che si configura come un vero e proprio “brand” di immagine nel quale la luce riveste un ruolo essenziale.
Nell’ambito di una espressività stilistica e compositiva che spazia in soluzioni estetiche davvero molteplici, nei lounge bar si registrano tuttavia procedure analoghe nell’approccio e nella proposta offerta ai clienti: innovazione e stupore sembrano i due concetti chiave che – tradotti in diversi linguaggi – convergono nella volontà di garantire esperienze uniche e coinvolgenti nelle quali la luce gioca un ruolo di particolare importanza e significato.
Qui il concetto di retrofit va visto in modo diverso dall’usuale, poiché molto spesso le occasioni di cambiamento non si limitano a semplici upgrade funzionali ma sono allargate a tutto lo spazio e includono un restyling globale dell’ambiente che deve essere sempre cool, stimolante, innovativo. Interventi di carattere puramente retrofit sono invece principalmente eseguiti in locali caratterizzati da una identità “storicizzata”, la cui immagine non vuole – e talvolta non può – essere cambiata, nei quali anche gli apparecchi di illuminazione hanno un preciso ruolo ed equilibrio, per i quali l’inserimento di tecnologie innovative passa attraverso un attento lavoro di compatibilità funzionale, energetica ed elettrica, e calibrato e studiato ad hoc per ogni specifica situazione.
La tecnologia LED sposa in modo particolarmente efficace questi temi, consentendo la creazione di suggestioni particolarmente espressive, sia con tonalità di luce monocromatiche che in soluzioni dinamiche; la miniaturizzazione degli elementi e la facilità di applicazione dei sistemi di controllo e gestione costituiscono ulteriori elementi di appeal, rendendo possibile l’integrazione degli elementi e la loro completa flessibilità.
Nel lounge & kitchen ‘SomePlace Else’ presso l’Hotel Sheraton di Varsavia, la luce si configura come uno degli elementi chiave del progetto architettonico, curato dall’arch. Jacek Jaskola e dal suo team. Si tratta di un locale notturno che vuole trasmettere un messaggio di energia, ottenuta con un mix di stili architettonici e atmosfere derivate da epoche diverse, per creare uno spazio sorprendente e coinvolgente dove i clienti sono invitati ad immergersi in un contesto caratterizzato da un lessico e da un’espressività completamente avulse dal luogo e dalla tradizione locale.
L’utilizzo di materiali di differente natura sottolinea, inoltre, la duplice funzionalità dello spazio, differenziando l’ area lounge da quella principalmente dedicata alla ristorazione. La varietà e la molteplicità di colori della luce e superfici – abbinate ad una adeguata colonna sonora, che vede spesso anche la programmazione di eventi con musica dal vivo – ben si accompagnano ad un menu improntato principalmente sulla cucina Tex-Mex.
Un’intensa illuminazione generale – ottenuta a mezzo di lampade a sospensione dimmerabili – crea un livello di luce uniforme che attira l’interesse e la curiosità dei clienti, il cui sguardo viene poi condotto ad “inquadrature” particolari attraverso l’applicazione di sistemi lineari LED dinamici con cambiacolore. Fulcro visivo del progetto è l’ area bar, dove il piano del bancone in vetro viene definito dal cromatismo di differenti tonalità che variano seguendo un fading prestabilito; le scenografie degli apparecchi cambiacolore, gestite da un sistema di controllo, possono essere facilmente variate – attraverso un pannello touch screen – dagli stessi clienti, che possono modificare scene presettate o impostare in modo rapido soluzioni personalizzate.


Nell’area ristorante, 300 punti luce creano particolari effetti luminosi ed animazioni che seguono una impostazione variabile con ritmo stagionale; tutta l’illuminazione è impostata su tonalità fredde.

Giochi cromatici caratterizzano anche le vetrate esterne del locale, costituendo un ulteriore elemento di richiamo e identificazione immediata nel panorama urbano circostante.
( a cura arch. Alessandra Reggiani, lighting designer – Roma)