
Quali sono i punti di contatto e le differenze dal punto di vista della costruzione della scena luminosa fra uno spettacolo a teatro e una produzione teatrale per la televisione? Ne parliamo in questo articolo.
Mettere a confronto uno spettacolo a teatro o comunque caratterizzato da una impostazione teatrale e una produzione televisiva, dal punto di vista dell’approccio e del metodo adottato per l’architettura del parco luci e delle scelte per le soluzioni tecniche, mette in campo molti aspetti, a partire dalla condizione di un differente punto di vista di chi guarda – lo spettatore a teatro e il telespettatore a casa – fino ai ruoli e all’impatto dal punto di vista della costruzione della scena luminosa interpretato dalla presenza delle telecamere.
Inizio quindi con il raccontarvi in questo senso la mia esperienza e molto sinteticamente a fare alcune prime considerazioni, di chi – dopo 30 anni di carriera in televisione prima come cameraman e poi come Direttore della fotografia – ha avuto l’occasione di “fare le luci” in teatro.
Premettendo che mi definisco un ‘artigiano’ nell’ambito del mondo della televisione – nel senso che durante tutta la mia carriera ho sempre cercato di costruire step-by-step il mio lavoro con la luce, partendo da un’idea che si evolve giorno dopo giorno e si sviluppa attraverso incontri, colloqui, suggestioni ricevute anche da chi insieme a me (regista scenografo, autori) partecipa alla nascita di uno show o di qualsiasi altra produzione televisiva – sono convinto che la qualità di un progetto luci, per essere tale, debba essere sempre qualcosa che prende corpo piano piano, proprio come un oggetto che cresce tra le mani di un artigiano.
L’immagine televisiva
In televisione, il raggiungimento dell’obiettivo che mi ero prefissato era sempre quello di ottenere un certo tipo di immagine da visualizzare, attraverso l’obiettivo della telecamera, sullo schermo televisivo, e pensare e progettare le luci in funzione di questo mezzo che ha le sue peculiarietà. In materia di luce infatti l’immagine televisiva risponde a precise regole da rispettare, in quanto ad equilibri luminosi di intensità e croma, e ogni progetto luci deve tener conto di questi fattori.
Per spiegare brevemente questo, posso prendere ad esempio due argomenti: il bilanciamento del bianco (ovvero a quale temperatura di colore si vogliano tarare le telecamere in funzione della resa cromatica da ottenere), e la scelta degli apparecchi di illuminazione, la quantità e la loro posizione in un impianto luci televisivo, tali da ottenere una resa luminosa che produca la fotografia desiderata.
Ovviamente più nel dettaglio potremmo cominciare a parlare di equilibrio tra luci chiave, di riempimento laterale, di controluce e di altro, ma qui preferisco fermare la mia attenzione sulle due regole citate sopra, in quanto chi come me ragiona in fatto di luce in termini televisivi non può prescindere, in fase di progetto, da questi fattori.
Negli ultimi due anni, ho avuto l’occasione di curare le luci di due eventi teatrali come il “Premio Tenco” nelle edizioni 2017 e 2018, in scena da molti anni nel celebre teatro Ariston di Sanremo e dell’ultimo spettacolo di Enrico Brignano “Innamorato perso”, che è stato in tour in moltissimi Palasport.



Quando sono stato chiamato a fare le luci di questi spettacoli, mi sono approcciato a loro da Direttore della Fotografia e non da Lighting Designer teatrale ed ho cominciato a pormi nei loro confronti – e in fase di progetto – esattamente come se stessi pensando ad uno show televisivo.
Nel caso dello spettacolo di Brignano, ho cercato di pensare ad un impianto luci da portare in tour nei Palasport di tutta Italia con continui montaggi e smontaggi, e con un progetto quindi funzionale allo show ma al tempo stesso il più possibile compatibile con questa esigenza.
La rapidità di montare l’impianto, spesso il giorno stesso dello spettacolo, impone soluzioni che rispondano a questa esigenza; inoltre occorre pensare che l’intero impianto deve essere sostenuto da truss appese alla copertura del Ground Support, che presenta dimensioni variabili in relazione alla grandezza dei Palasport.
Per uno spettacolo teatrale realizzato per una tournee come quello di Brignano, è impossibile tra l’altro pensare di montare luci al di fuori della struttura del palco – seguipersona a parte – perchè i tempi di montaggio e cablaggio sarebbero incompatibili con quello a disposizione dei tecnici.



Come si può notare nella pianta luci dello show (in fondo all’articolo) per la posizione dei controluce e delle luci per effetti non ho incontrato problemi particolari di posizione se non per il fatto di non poter immaginare progetti luce troppo complicati a causa del poco tempo di montaggio.
Nel caso invece della posizione delle luci frontali, quelle cioè che illuminano gli attori ed i ballerini, immaginarle montate su una truss appena più avanti del palco, e quindi con un angolo di illuminazione veramente molto accentuato dall’alto, ha rappresentato per un ‘televisivo’ come me una cosa molto difficile da concepire ma con la quale dover fare i conti.
L’illuminazione teatrale vive nell’occhio dello spettatore
Nell’ illuminazione televisiva l’angolo d’incidenza delle luci, soprattutto dei frontali, non può essere mai troppo accentuato in fatto di altezza per non produrre ombre fastidiose sui volti: qui emerge proprio la differenza per eccellenza tra il teatro e la televisione a proposito di illuminazione.
Infatti mentre la telecamera può inquadrare in primissimo piano gli attori o qualsiasi punto della scena, lo spettatore posto in platea o addirittura negli anelli superiori dei Palasport non coglie i particolari e i dettagli dei protagonisti ma ha una visione totale.
Se in televisione ogni punto luce deve avere un equilibrio di intensità e croma, ma sempre entro margini di tolleranza ristretta, in coerenza ai sensori delle telecamere (che pure ormai hanno una buona latitudine di posa, cioè la capacità di leggere intensità luminose anche abbastanza diverse), in teatro essendo il fruitore non la telecamera ma l’occhio dello spettatore, capace di reggere a contrasti ben superiori, tutto questo non è necessario: anzi, spesso proprio per mettere in evidenza gli attori anche a chi fosse in galleria a distanze considerevoli, la luce può essere anche molto intensa.
Gli apparecchi
Per concludere, una considerazione finale riguardo alle scelte in fatto di apparecchi, che ormai si sono praticamente omologate tra televisione, teatro ed anche per i live musicali. Fino a qualche tempo fa, ognuno utilizzava mezzi specifici e solo alcuni in comune, mentre negli ultimi anni, con l’avvento delle luci motorizzate e soprattutto della tecnologia LED, i vantaggi di queste nuove tecnologie hanno fatto sì che per la loro versatilità, i bassi assorbimenti elettrici e la semplicità di pilotaggio con un mixer luci che comanda i cambi di colore di intensità ed movimenti, queste soluzioni siano ormai largamente diffuse in ogni campo dello spettacolo.
(a cura di Marco Lucarelli, direttore della fotografia)
MARCO LUCARELLI

Direttore della fotografia che si è formato presso l’Istituto di Istruzione Superiore per il Cinema e la Televisione ‘Roberto Rossellini’, Marco Lucarelli ha firmato le luci di diversi programmi televisivi di intrattenimento in prima serata, musicali e talent show, come ‘Tale e Quale Show’, del varietà ‘I Migliori Anni’ e di alcune edizioni del Festival di Sanremo.
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“INNAMORATO PERSO” BRIGNANO TOUR 2019
Produzione: Massimiliano Franco
Regia teatrale: Enrico Brignano
Luci: Marco Lucarelli
Scenografia: Marco Calzavara
Operatore consolle luci: Christian Andreazzoli
Se vuoi vedere la pianta e il prospetto luci dello spettacolo di Enrico Brignano
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SANREMO – “PREMIO TENCO” 2018
Produzione: Club Tenco
Regia teatrale: Arturo Minozzi
Scenografo: Sergio Raimondo
Luci: Marco Lucarelli
Operatore consolle luci: Andrea Iezzi
Se vuoi vedere la pianta luci del “Premio Tenco” 2018