
SPINE Beirut, vincitore del Best Overall Bar e del Middle East & Africa Bar per l’edizione 2019 del Restaurant & Bar Design Awards, progettato da Gregory Gatserelia, è il primo progetto di lounge bar & restaurant ubicato sul tetto di un edificio, il cui concept è fondato sulla relazione aperta dello spazio costruito dalla luce con il cielo che lo sovrasta
Per il locale SPINE Beirut l’idea di partenza del suo progettista, il designer Gregory Gatserelia (Gatserelia Design) è stata da subito rivoluzionaria, anche grazie al convinto supporto e collaborazione del committente e proprietario del locale notturno, Selim Ghanem: l’intento di voler distogliere l’attenzione del cliente dai tradizionali elementi di richiamo caratteristici nell’Interior Design di questi spazi, come le pareti o il pavimento, per concentrare invece tutta l’attenzione delle persone verso il sistema di illuminazione sopra le loro teste che anima lo spazio aperto del cielo notturno.
Il ritmo del locale in un Tetris tridimensionale di luci

L’elemento chiave caratteristico di questo progetto è infatti proprio quello della presenza di una struttura composta da una serie di Light boxex colorate che come in una partita di Tetris scatta e disegna gli spazi, dandogli ritmo e determinando i differenti stati d’animo che animano la folla dei clienti e l’atmosfera del locale.
Dopo aver attraversato le meravigliose sfumature del crepuscolo di Beirut al tramonto, questa illuminazione diviene protagonista con l’oscurità, stimolando la percezione visiva e l’attenzione dei clienti del locale al massimo grado.
Nella planimetria, l’elegante zona pranzo racchiude il cocktail bar situato proprio al centro dello spazio del locale.
Qui per l’illuminazione a luce radente sotto il piano del bancone sono state utilizzate stripLED con emissione luminosa di 1200 lm/m (QBO, Prof 21) e una temperatura colore di 3000 K.
Come dicevamo in apertura, Gatserelia Design ha voluto “alzare” i sistemi di illuminazione sopra le teste dei clienti, per creare una sorta di diaframma/interfaccia di luce a contrasto con lo sfondo del cielo notturno e per fare questo ha progettato una struttura portante leggera a reticolo irregolare con profili in acciaio.
Questi profili supportano il livello di illuminazione funzionale assicurato dalla presenza di una serie di stripLED inseriti nei profili e insieme l’illuminazione cromatica dinamica d’atmosfera del locale (sistemi QBO, Special con controllo DMX-SPI LED, RGBW, e potenze di 12 W/ per metro lineare, con efficienza luminosa di 341 lm/W, CRI 80 e 40 MX Ch/con passo di 10 cm per ogni stripLED – RGBW, con tc 3000 K).
Uno scenario di illuminazione fra i vari possibili è stato programmato per permettere un’immagine monocromatica, semplice e caratterizzata da livelli cromatici attenuati per l’inizio della serata.

Questa architettura permette di realizzare animazioni video complete via controller DMX con colori RGBW grazie alla presenza di 6000 indirizzi indipendenti che gestiscono ogni pixel individualmente, così anche gli scenari luminosi sono sincronizzati manualmente o automaticamente in modo che quando il DJ passa da una traccia all’altra, le luci si spostano da una scena all’altra.
L’illuminazione generale è supportata anche da luci d’accento molto piccole e ben schermate che puntano su ogni tavolo e sul counter del cocktail bar centrale: gli spot sono ben schermati e la direzione e il posizionamento lineare delle luci sono finalizzati a non generare luce dispersa e inquinamento verso il cielo notturno.
L’illuminazione colorata dinamica e il ruolo della luce
Gli scenari più esplosivi dell’illuminazione in “modalità dinamica” con centinaia di variazioni cromatiche si hanno però quando la notte prende corpo e i clienti iniziano ad aver voglia di muoversi.
Anche in questo caso il sistema a luce LED si avvale della stessa architettura di base (sistemi QBO, Special, con controllo DMX-SPI LED, RGBW, e potenze di 12 w/per metro lineare, e 40 MX Ch/con passo di 10 cm per ogni stripLED – RGBW, tc 3000 K), questa volta però in abbinamento alle emissioni luminose colorate prodotte da una serie di
pannelli LED prismatici in metacrilato per la diffusione della luce.

Gli scenari luminosi colorati creano nell’ambiente un gioco visivo in costante variazione nel buio della notte. Il perimetro del locale ha una copertura vetrata di sicurezza, la cui presenza nelle ore notturne scompare creando sulle superfici esterne riflessi ipnotici, mentre il paesaggio circostante in parte nell’oscurità dà l’impressione ai clienti del locale di fluttuare nello spazio.
L’illuminazione colorata diviene in questo modo il principale e più efficace transfert comunicativo fra le persone, che si cercano e si scambiano sguardi attraverso la luce. Come ricorda il progettista Gregory Gatserelia “..L’energia è destinata a rimanere nel luogo e nel momento.”
Il progetto per il locale e l’installazione luminosa realizzati sono diventati un landmark di riferimento nel paesaggio urbano di Beirut.

Per Selim Ghanem, proprietario di SPINE Beirut, imprenditore con venti anni di esperienza nel settore Food & Beverage e che gestisce i principali locali notturni in Libano e negli Emirati Arabi Uniti, l’idea di voler sostenere con questo progetto una proposta non ortodossa aveva l’obiettivo di voler espandere questo modello a livello globale, per il valore di un concept la cui originalità è stata riconosciuta a livello internazionale.
(a cura di Massimo Maria Villa)
SPINE BEIRUT LOUNGE BAR & RESTAURANT

Committente: Selim Ghanem
Interior Design: Gregory Gatserelia – Gatserelia Design
Lighting Consultant: Maurice Asso, founder Hilights studio
GREGORY GATSERELIA

Di origini georgiane, cresciuto e istruito in Francia fino al 1967, Gregory Gatserelia ha continuato a seguire la sua passione per l’arte e il design nella sua amata Académie Libanaise des Beaux-Arts del Libano dove si è laureato in Architettura degli Interni.
Nel 1987, Gregory ha aperto a Toronto Gatserelia Design International, con il fratello Alexander, trasferendo poi nel 1996 a Beirut la sede centrale dell’azienda.
Al lavoro internazionale come designer, Gatserelia ha affiancato il suo lavoro di curatore d’arte, mettendo al servizio dei suoi clienti la sua decennale esperienza e la sua conoscenza del mondo dei collezionisti, in qualità di consulente di fiducia.
Nel 2011 ha aperto la Smo Gallery a Beirut, e ha avviato a Milano The Great Design Disaster, una nuova start up dedicata al mondo del Design e dell’Arte con Joy Herro, una giovane designer libanese.