Comune di Lograto – Villa Calini Morando

LED per una residenza storica

Villa Calini – Morando, sede del Comune di Lograto (BS). L’esterno della Villa e del giardino (cortesia foto: arch. Bruno Foresti)

Nel centro di Lograto, nel territorio della Franciacorta, sorge l’imponente Villa Morando, la cui costruzione – iniziata nel XVI secolo dai conti Calini – nella seconda metà del Settecento è stata interessata da una serie di ampliamenti. Il Palazzo oggi è sede del Comune ed è uno dei luoghi iscritti e tutelati fra i beni del FAI

Teatro nel tempo di differenti eventi, questa residenza storica è stata a partire dal 1920 la sede di un orfanotrofio maschile, che termina la sua attività nel 1968, diventando poi la sede di una scuola speciale. È del 1988 la vendita dell’antica residenza nobiliare al Comune di Lograto che in alcuni anni, dal 1991 al 1998, si fa carico di tutte le opere di recupero e restauro al fine di realizzare in loco la propria sede.

Il concept per la nuova illuminazione

Illuminare il patrimonio storico, in un contesto di evidente pregio artistico, sostenuti da un vincolo di rispetto e tutela del bene e con lo scopo di attualizzarne l’uso a funzioni di utilità pubblica, rappresenta una sfida di grande interesse.

L’obiettivo di realizzare una condizione di comfort visivo/percettivo, a volte anche emozionale per i singoli ambienti – anche in funzione della nuova destinazione per sale espositive da dedicare a mostre – ha portato ad indirizzarsi verso soluzioni di luce indiretta (seppur con abbassamenti delle rese degli apparecchi).

Il risultato voleva essere un giusto equilibrio tra carichi energetici e rispetto dei valori di illuminamento medio delle singole funzioni visive: un giusto accento per una architettura che avvolge “nuove funzioni/destinazioni”, in un involucro storico che intende rievocare il passato ma al tempo stesso vuole restare al passo con i tempi.

(cortesia foto dell’Autore)

La prima fase della progettazione ha previsto l’analisi tipologica degli ambienti collocati al primo piano, interessati dall’intervento di riqualificazione. Nel dettaglio sono state individuate 6 tipologie di ambienti e per ognuna è stato realizzato un modello tridimensionale necessario per la verifica dei parametri di progettazione illuminotecnica, anche in funzione delle cromìe predominanti nelle decorazioni.

La seconda fase, sulla scorta dei rilievi eseguiti, ha analizzato con attenzione chirurgica la fattibilità dell’intervento, verificando tutti i possibili punti di alimentazione dalla rete impiantistica locale esistente, a partire dalla presenza di linee, della possibilità di convertire prese in prese comandate, e laddove opportuno procedere con il posizionamento di un apparecchio, in assenza di punto di alimentazione, con la modalità meno invasiva per alimentarlo.

La nuova illuminazione si è posta l’obiettivo di porre la massima attenzione possibile agli aspetti cromatici e alla non invasività delle soluzioni adottate (cortesia foto dell’Autore)
cortesia foto dell’Autore)

In tutti i casi non si è prevista l’esecuzione di tracce, o di posa di nuove linee sotto traccia: l’impianto di illuminazione doveva risultare “evidente”, non integrato con la muratura: in una logica di totale reversibilità, il nuovo sistema di illuminazione doveva cioè essere totalmente amovibile.

La rimozione di tutti gli apparecchi esistenti, in particolare piantane (di ingombro comunque discreto, essendo ancora dotate di trasformatori integrati nella scocca), ha contribuito a rendere più “pulita” l’architettura.

Il concept progettuale è stato quello di conservare tale pulizia, rivolgendo l’attenzione all’utilizzo di apparecchi di forma semplice, e con dimensioni ridotte.

In quest’ottica, il cornicione architettonico è diventato un elemento fondamentale nello sviluppo progettuale: contrariamente all’impostazione precedente, nella quale la lampada da terra fungeva da proiettore e il soffitto come una grande parabola più o meno riflettente, in questo progetto il soffitto è stato trasformato in un vero e proprio apparecchio di illuminazione.

Villa Calini – Morando. L’illuminazione della volta di una delle sale (cortesia foto dell’Autore)

Seppur di profondità ridotte, con un aggetto compreso fra 11 a 17 cm, il cornicione è risultato di fondamentale importanza, soprattutto considerando la presenza di tracce di una vecchia linea di alimentazione preesistente abbandonata, memoria di una illuminazione di tipo fluorescente.

Task Area

Il concetto di illuminazione generale non si basa su episodi localizzati o aree dal compito visivo specifiche: la luce viene progettata sempre per tutto l’ambiente in funzione dell’esigenza visiva più elevata.

La collocazione delle singole postazioni di lavoro non è quindi definita, o comunque potrà subire variazioni nel corso del tempo: approfondire con precisione le esigenze visive permetterà di studiare un’illuminazione di qualità specifica, ottimizzata in particolare per ogni determinata situazione. Le componenti di luce verticale creano un ambiente aperto ed invitante, mentre la dinamica ed il colore migliorano la qualità visiva.

Le soluzioni di illuminazione adottate

La tipologia degli apparecchi di illuminazione previsti privilegia una distribuzione lineare del flusso luminoso, ritenuta attualmente un ottimo compromesso tra resa estetica e la potenza complessiva utilizzata.

La dotazione LED ( tipo SMD 2835, con 210 LED/per m lineare, con CRI90 – 24vdc e tc 3000 K), è pensata per garantire un effetto di uniformità, evitando spiacevoli effetti di fiammature. Dopo una serie di prove sul campo, è stato in questo caso necessario realizzare un apparecchio di illuminazione lineare ad hoc, con emissione luminosa laterale simmetrica, equipaggiato con stripLED da 25 W (700 mA e CRI 90, con tc 3000 K, colore bianco caldo – apparecchio tipo ‘Xilo’).

Il corpo dell’apparecchio costruito in alluminio, presentava una finitura cromata lucida con effetto specchio finalizzata ad ottenere un inserimento il più possibile mimetico con l’ambiente soggetto a tutela. Il diffusore è prodotto in PMMA, con finitura sabbiata; l’apparecchio presenta una classe di isolamento I ed è installabile a parete.

(a cura di arch. Stefano Ferla, progettista – Cremona)

Villa Calini Morando

Committente: Comune di Lograto

Referente tecnico: arch. Bruno Foresti – Responsabile Area Servizi Tecnici e Gestione del Territorio, Comune di Lograto

Oggetto: intervento di adeguamento tecnologico – illuminazione interna

Progettista illuminotecnico: arch. Stefano Ferla

Direttore lavori: arch. Stefano Ferla

Coordinatore tecnico: ing. Andrea Repetto

Villa Calini Morando

Superficie interessata dal progetto: 712,47 m²

Superficie realizzata: 473,45 m²

Apparecchi di illuminazione: linea Solux, di Tecno Light (varie tipologie), con flussi luminosi da 2400 a 4500 lm

Totale carico impegnato: 4.977,20 W Impatto energetico/m²: 10,51W/m²