
La tecnologia della luce laser viene attualmente utilizzata – dalla sua introduzione negli anni ’60 – in numerosi ambiti applicativi, ma nonostante il suo largo utilizzo non era stato sviluppato un laser che racchiudesse l’intero spettro di luce visibile generando luce bianca.
Dai risultati di una ricerca partita nel 2011 presso i Sandia National Laboratories e dopo quattro anni di studi ed implementazioni, i ricercatori della ASU (Arizona State University) hanno realizzato ora il primo laser bianco, mettendo a punto un semiconduttore su nanoscala in grado di operare sull’intero spettro cromatico, sfruttando la fusione completa delle emissioni prodotte da tre segmenti paralleli, dedicati ai tre colori primari necessari per ottenere la luce bianca, nella configurazione RGB (Red Green Blue).
Il semiconduttore presenta dimensioni simili a quelle di un capello e uno spessore pari a un millesimo di esso.
Gli scenari applicativi futuri connessi allo sviluppo di questa tecnologia vedono interessanti opportunità nel settore della progettazione degli schermi TV, smartphone e computer per la realizzazione di nuove sorgenti di luce, caratterizzate da più elevata luminosità e con migliore indice di resa cromatica, secondo alcuni studi anche fino al 70% superiore a quella degli attuali LED.
Un altro importantissimo ambito applicativo è quello dei sistemi per la comunicazione wireless basati sulla luce, Li-Fi, le cui tecnologie si basano oggi sull’utilizzo della luce LED, ma che con la luce laser potrebbero vedere incrementare la velocità di connessione dalle 10 alle 100 volte, mandando in questo modo definitivamente in pensione i protocolli di connessione di tipo Wi-Fi.
Le problematiche da superare che frenano uno sviluppo sul mercato di questa tecnologia sono legate ai costi ancora elevati di realizzazione, dal momento che per ottenere una singola colorazione è necessario utilizzare ogni volta uno specifico semiconduttore, caratterizzato da un’unica struttura ad energia atomica, rendendo necessario per produrre tutte le possibili lunghezze d’onda del campo visibile l’utilizzo di più semiconduttori.
I ricercatori della ASU stanno quindi lavorando per ottenere una struttura a semiconduttore singolo capace di emettere tutti i colori necessari, soluzione che renderebbe finalmente i laser bianchi applicabili al quotidiano della nostra comunicazione in rete.