
i-dea società di ingegneria – Imola (BO)
Quali sono i nuovi possibili scenari della luce pubblica urbana nei prossimi anni? Prima di pensare a come sarà il futuro, analizziamo brevemente il passato. La luce pubblica è nata alla fine del XIX secolo come servizio per rischiarare le città, poi con l’avvento dell’energia elettrica si è diffusa capillarmente sull’intero territorio nazionale nel corso del XX secolo.
L’esigenza di avere città, monumenti e strade illuminate nasce sia dalla paura ancestrale del buio sia dallo sviluppo e dall’applicazione delle nuove tecnologie nate con la rivoluzione industriale, in particolare il gas e l’energia elettrica.
E oggi? Se ci riflettiamo vediamo che le esigenze sono sempre quelle di allora ma aggiornate al nuovo secolo: sicurezza ambientale e nuove soluzioni tecnologiche, soprattutto di tipo digitale e smart.
Tutti noi come cittadini e utenti vogliamo “benessere”, tranquillità, una città sicura, ben illuminata, che ci trasmetta emozioni ma anche una città intelligente. Come ci ha insegnato questo ultimo periodo per migliorare la qualità della nostra vita le città possono e devono evolversi anche verso la raccolta e l’analisi sistematica di dati, grazie a sensori installabili sulle reti esistenti o che si potranno realizzare nel futuro.
Come per gli uomini nei secoli passati immaginare le strade illuminate di notte o la possibilità di sentire la voce di una persona a migliaia di chilometri di distanza erano viste come semplici utopie, anche noi oggi possiamo solo immaginare come si svilupperanno le città di domani grazie a miliardi di dati digitali provenienti da sensori di ogni tipo, rilevati, memorizzati e analizzati per migliorare la qualità delle nostre vite.
E la luce? La luce diventerà uno strumento di comunicazione in tutti i sensi: da una parte assolverà ancora la sua funzione come servizio pubblico – suddivisa tra illuminazione funzionale, architettonica, light art – dall’altra interpreterà nuovi ruoli in qualità di vettore e rete di dati trasmessi alla massima velocità. In questo quadro, anche il contesto normativo dovrà diventare più flessibile e veloce nel recepire i cambiamenti e le evoluzioni tecnologiche in continuo sviluppo.
Per permettere a tutti gli attori presenti sul mercato – imprese, produttori, progettisti e anche investitori – di operare in questo settore le future prescrizioni dovranno infatti tradursi sempre più in inquadramenti generali e linee guida, mentre le eventuali norme che definiscono valori di riferimento minimi o massimi da applicare alla progettazione dovranno avere margini più ampi di flessibilità in funzione dell’evoluzione tecnologica.
Il lighting designer già ora ma soprattutto in futuro dovrà obbligatoriamente essere parte di un team multidisciplinare. Con tutta probabilità si tratterà infatti di un professionista specialista che opererà con altri specialisti che offrono le loro capacità, idee e competenze per migliorare la città: ingegneri elettronici, ingegneri elettrici, illuminotecnici, informatici, specialisti dell’ambiente, architetti, urbanisti, paesaggisti, sociologi, antropologi, economisti, light artist, e con loro anche medici, che porteranno al centro della futura progettazione il concetto di HCL Human Centric Lighting e della Smart Cities.
Alberto Ricci Petitoni
i-dea società di ingegneria – Imola (BO)