
Nel 2020 abbiamo assistito all’uso in costante crescita dei termini ‘lockdown’ e ‘smartworking’. Il nostro stile di vita è mutato in maniera inevitabile e irreversibile e insieme ad esso è cambiata la percezione della realtà e degli spazi che caratterizzano la quotidianità di ciascuno. Le nostre case si sono trasformate in ambienti polifunzionali, con una vera e propria rivoluzione che ha portato con sé, tra le nuove consapevolezze, la scoperta di dover ripensare gli ambienti domestici in un’ottica di massima flessibilità e funzionalità
La casa, nella sua interezza, è stata sempre intesa come contenitore di attività (vecchie e nuove), che si alternano durante le ore del giorno, con esigenze che mutano a seconda degli utenti. Oggi la nostra attualità vede questi confini spaziali dissolversi in una nuova visione di fruibilità fluida delle aree. L’illuminazione dovrà quindi seguire i nuovi bisogni e soddisfare compiti visivi differenti, garantendo il benessere degli individui e dando loro la possibilità di trasformare gli ambienti secondo necessità.
Alcune realtà lavorano da anni in quest’ottica. L’azienda tedesca Occhio ad esempio, con la sua serie Mito, ha progettato la funzione “color tune” che permette di variare la temperatura colore dai 2700 K (luce calda per conciliare il relax) ai 4000 K (luce fredda per agevolare il lavoro).
Grazie alla presenza di sensori, la gestione touchless regola uplight e downlight e controlla l’intensità luminosa con il semplice movimento della mano verso l’alto e verso il basso. Con il modulo Bluetooth air, accensione, dimmeraggio, dissolvenza, scelta del colore, controllo di gruppi di lampade e scenari luminosi, sono inoltre gestibili con APP in modo facile e intuitivo, senza bisogno di interventi di installazione.


In ambito residenziale, un altro esempio di design al servizio della flessibilità arriva da Davide Groppi, che con la sua collezione ‘Sistemi’ offre la possibilità di comporre la luce nello spazio con assoluta libertà e creatività: con Endless, la corrente arriva ovunque, ogni parete, ogni soffitto, diventa un circuito elettronico su cui posizionare la luce.
Una striscia adesiva e conduttiva, porta “differenza di potenziale” dove si desidera, in modo grafico e digitale, permettendo di alimentare singoli proiettori o collegare più apparecchi contemporaneamente, con un nastro che può diventare segno o scomparire nello spazio se dipinto come la superficie su cui corre.
Apparecchi smart per una casa interconnessa
Gli apparecchi di illuminazione oggi possono essere installati ovunque, liberamente, senza vincoli legati all’impianto elettrico esistente. Lampade e sorgenti luminose “intelligenti” possono essere comandate da remoto, con specifiche APP per Smartphone e Tablet, o con la voce tramite dispositivi Smart Home Speaker (dispositivi che una ricerca dell’Osservatorio Internet of Things del Politecnico di Milano indicano in costante crescita di mercato in Italia, con un +58% nel 2019 e +10% nel 2020).
Se però la Smart Home, che prevede l’utilizzo di dispositivi “intelligenti” gestiti con applicazioni specifiche o con assistenti a comando vocale (come Google Assistant, Alexa, Siri), rappresenta una soluzione semplice ed economica da realizzare, al tempo stesso presenta dei limiti, in quanto si tratta di un “sistema domotico faida-te”, composto da device singoli e indipendenti, gestibili solo con connessione internet attiva.
La casa diventa invece realmente interconnessa quando la tecnologia permette a tutti i device installati di comunicare fra loro tramite un protocollo comune. È il caso del KNX, uno standard aperto, modulare e interoperabile, che permette la gestione dei dispositivi anche senza l’accesso a Internet, da un’unica piattaforma.
L’impianto, progettato ad hoc e strutturato nell’edificio, tramite un sistema di cablaggio che collega le apparecchiature a un’interfaccia, può essere ampliato nel tempo, partendo da una configurazione base e aggiungendo successivamente altre funzioni.
Un esempio applicativo di Home Automation
Il progetto illuminotecnico per una residenza privata a Courmayeur, curato dallo studio IN-VISIBLE lab (architetto e lighting designer Silvia Perego) risponde alla richiesta della committenza e dello studio Celeste Dell’Anna (responsabile per il coordinamento architettonico e per l’Interior design) di dare una forte impronta tecnologica all’edificio, pur conservandone l’animo originario e preservando un dialogo armonico con il contesto (un paesaggio montano, con ridotta presenza di sorgenti luminose).


Sono stati così studiati sia per gli interni che per gli esterni gli scenari preimpostati per l’abitazione, composta da 3 livelli fuori terra, più uno interrato.
Il protocollo KNX comanda l’illuminazione, l’apertura motorizzata dei pensili della cucina, le macchine di ventilazione meccanica, le lame d’aria sulle porte di ingresso, l’avvio delle caldaie e delle pompe della Jacuzzi, la termoregolazione e i cavi scaldanti (per grondaie, tubazioni acqua e canaline di scolo) collegati a un sensore termico installato sul tetto.
Ogni locale dell’abitazione è stato inoltre dotato di un PAD, che permette agli utenti, in maniera intuitiva, la gestione degli scenari programmati, nonché l’eventuale modifica temporanea degli stessi, per poi ritornare al setting prestabilito.
Verso una standardizzazione delle tecnologie
La standardizzazione delle tecnologie di integrazione tra tutti gli impianti e i device presenti nella casa – con lo sviluppo di specifiche e programmi di certificazione dedicati all’interoperabilità – è la chiave per lo Smartliving del futuro.

Oggi troviamo già sul mercato realtà come Ekinex, che propongono soluzioni per la gestione dell’illuminazione, basate su tecnologie aperte, con sensori, attuatori e una supervisione che lavorano in modo coordinato non solo fra loro, ma anche con gli altri impianti tecnici dell’edificio.
Con il sistema Delégo, ad esempio, l’utente può interagire con la domotica della propria smarthome e controllare luci, clima, automatismi, apparecchiature audio/video, tapparelle, consumi ed altro ancora, sia localmente, sia da remoto.

Il server si collega all’impianto KNX e alla rete LAN dell’edificio, rendendo possibile l’interazione anche con apparati non direttamente operanti su standard KNX, purché compatibili con i protocolli di comunicazione integrati nel server.
Delégo, inoltre, in combinazione con il servizio cloud Ekinex, consente l’interazione con l’impianto domotico attraverso comandi vocali impartiti agli smart speaker di Amazon e Google.
(a cura di Claudia Giacomobello, lighting designer – Savetheclock lighting design studio, Milano)