Forum

La luce come cardine del progetto architettonico

 

Le Havre, Centro ‘Le Volcan’. La sala filarmonica da 850 posti (cortesia photo: Agence CONCEPTO)

Qual è oggi lo stato dell’arte dei rapporti professionali fra architetti e lighting designer a fronte della relazione fra progetto di luce e progetto architettonico?

Il rapporto con l’architetto è sicuramente di importanza centrale nell’attività di un professionista della luce, un tema che negli ultimi anni ha acquisito una rilevanza ancora più evidente, a fronte di una crescita di interesse da parte della committenza più attenta verso di un approccio qualitativo alla materia luce nel progetto di architettura. Questa dinamica di mercato, presente in misura e con velocità diverse nel nostro Paese e in ambito europeo, si sta riflettendo con pesi diversi nel quadro di una riorganizzazione e rinnovata modalità di offerta di servizi da parte degli studi di progettazione, sia sul versante degli studi di lighting design che su quello degli studi di architettura.

Per questi motivi abbiamo voluto osservare più da vicino questa realtà e i suoi movimenti, contattando gli studi e i progettisti, e ponendoli direttamente a confronto su esempi progettuali sviluppati in collaborazione.

Abbiamo chiesto quindi ad una serie di coppie lighting designer – architetto di scrivere insieme un testo su di una recente esperienza progettuale seguita, evidenziando obiettivi, criticità eventuali emerse e come queste siano state risolte, per andare poi a completare il nostro Forum con le risposte separate a tre domande, in materia di gestione del progetto, strumenti e rapporto con la committenza.

Per avere un quadro finale il più possibile coerente ed equilibrato, abbiamo portato la nostra attenzione su situazioni operative e professionali diversificate, connotate da differenti grandezze e operatività, e rappresentative:

a) di realtà italiane

b) di esempi di professionisti italiani che lavorano in studi di progettazione esteri o che operano comunque all’estero

c) di grandi studi di progettazione della luce stranieri cercando esempi di eguale peso e varietà anche sul piano degli studi di architettura.

Sono emerse nel Forum alcune tendenze evidenti nel processo di lavoro comune, come il tema della progettazione integrata, sempre più centrale nell’ottica del lavoro condiviso da sviluppare sul progetto e in cantiere, e si è manifestata da più voci nell’ambito dei lighting designer la consapevolezza che il loro ruolo può evolversi nel modo migliore attraverso una compiuta declinazione in senso tecnico dei desiderata spesso ‘complessi’ posti in essere dall’architetto e dalla committenza.

Tutti concordano sul fatto che il confronto tra architetto e lighting designer debba porsi all’inizio della filiera progettuale, così come è stato possibile riscontrare come fuori dall’Italia al lighting designer sia riconosciuto un ruolo più centrale nella filiera, ad esempio dove il suo lavoro si muove nel contesto di una commessa pubblica.

Sempre in un contesto internazionale, una più ‘coerente’ e compiuta riconoscibilità del ruolo del lighting designer è emersa anche nel lavoro di alcuni giovani progettisti italiani, che hanno riportato l’ago della bussola sul tema vincente della progettazione integrata condotta a quattro mani con l’architetto, evidenziando fra i plus del lighting designer proprio la sua capacità esclusiva di coniugare estetica e tecnica.

Sul versante degli architetti, emerge come leit motiv la necessità di controllare nel modo migliore le differenti fasi del processo di progettazione, e un peso analogo viene attribuito al valore dell’illuminazione integrata nel processo complessivo del Design, così come all’interno di alcuni studi di architettura comincia ad essere presente anche la stessa figura del lighting designer. È stata evidenziata anche la problematica ancora irrisolta delle tempistiche operative non sincrone nello sviluppo della collaborazione fra architetto e lighting designer e della necessità di superare queste difficoltà.

La flessibilità e la sostenibilità del progetto di luce costituiscono un valore aggiunto di importanza decisiva per l’architetto e per tutta la riconoscibilità attuale e futura della luce nel progetto di architettura.

Perché come sostiene Keith Bradshaw, lighting designer di Speirs+Major “…il concept dell’illuminazione deve essere scoperto piuttosto che applicato sull’architettura”.

Le domande rivolte a Lighting Designer e Architetti

SULLA GESTIONE DEL PROGETTO. Che cosa chiede l’architetto al lighting designer? Quali sono le priorità seguite dal lighting designer / dall’architetto nella gestione del progetto in materia di luce?
GLI STRUMENTI. Quali metodi e processi operativi vengono solitamente privilegiati dal lighting designer / architetto?
IL RAPPORTO CON LA COMMITTENZA. Come viene gestita la richiesta specifica del cliente in relazione alla messa a punto di un prodotto di illuminazione “custom”?

 

Campus Humanitas University. Milano

Rossi Bianchi Lighting Design

 FTA Filippo Taidelli Architetto

Il complesso del Campus Humanitas a Milano è articolato in 3 nuovi edifici per circa 25.000 m², all’avanguardia per i contenuti didattici e la sostenibilità ambientale. Sorge a pochi passi dai laboratori di Ricerca e dall’ospedale, parte integrante del campus come luogo di insegnamento per futuri medici, infermieri e fisioterapisti.

Un’immagine del Campus Humanitas University (cortesia foto: FTA Filippo Taidelli Architetto)

Punto di partenza del progetto del masterplan è stata la necessità di creare un tessuto connettivo in grado di uniformare visivamente i tracciati del parco sud , dell’ospedale esistente e dei nuovi edifici. All’interno degli edifici viene riproposto il gioco di volumi che caratterizza i prospetti esterni, tramite masse policrome disposte su vari piani che, come un elegante ‘gessato’ scalda e caratterizza i diversi ambienti dell’università. In tutte le scale dell’intervento – dalla pianificazione territoriale al dettaglio d’interni – la definizione dello spazio è stata costruita intorno alla necessità di poter ottenere il più accogliente e discreto apporto di luce naturale e artificiale ed al dialogo tra essi.

L’obiettivo era dunque quello di massimizzare l’effetto della luce a fronte di un’annullamento della sorgente, degli apparecchi di illuminazione, per un’architettura portatrice sana di luce. Le pareti e i soffitti si trasformano in quinte scenografiche le cui geometrie, texture e colori sono state studiate sin dall’inizio con il lighting designer per creare il miglior habitat emotivo nei diversi ambienti.

Nel contempo la nuova illuminazione genera, attraverso bandrasters a soffitto, la trama che fornisce continuità e uniformità a tutti gli spazi del Campus, declinata a seconda delle necessità illuminotecniche dalle hall alle aule di didattica frontale.

PER IL LIGHTING DESIGNER

SULLA GESTIONE DEL PROGETTO. Il progetto della luce deve configurarsi in modo coerente con il progetto architettonico. La prima attività quindi è stata quella di comprendere attraverso discussioni e domande reciproche le caratteristiche salienti dell’intervento, la qualità dello spazio e i contenuti innovativi. Le proposte progettuali si sono articolate in maniera conseguente alle intenzioni architettoniche sempre ponendo al centro il punto di vista di chi userà i luoghi: il valore del progetto di illuminazione sta nell’ottimizzare la qualità della percezione visiva dello spazio e la fruizione delle attività che vi si svolgono. Le scelte illuminotecniche, alla pari di quelle architettoniche, generano un lessico dell’intervento generale: un sistema che può essere declinato in maniera flessibile ma che garantisce la percezione unitaria e peculiare del luogo.

GLI STRUMENTI. Lo studio dell’illuminazione è iniziato con schemi e analisi su piante e sezioni architettoniche. La proiezione luminosa è prima di tutto un fatto geometrico: è importante stabilire come si distribuisce nello spazio e come si relaziona rispetto al punto di vista degli utenti, facendo attenzione che non provochi abbagliamento diretto e che entri in vibrazione con le superfici interne dell’edificio. In seconda analisi ci siamo occupati della valutazione quantitativa dei flussi luminosi utilizzati e degli illuminamenti prodotti.

IL RAPPORTO CON LA COMMITTENZA. Insieme e a supporto dell’architetto, abbiamo dedicato molte energie nella spiegazione del progetto alla committenza per far si che il tipo di illuminazione prevista diventasse uno dei cardini del progetto. Abbiamo realizzato un apparecchio di illuminazione lineare con un sistema esterno di controllo dell’abbagliamento diventato poi un prodotto di serie ed è stato utilizzato in maniera diffusa negli spazi pubblici dell’edificio.

PER L’ARCHITETTO

SULLA GESTIONE DEL PROGETTO. L’innovazione tecnologica e la necessità di facilitare lo scambio di conoscenze tra medici oltre a fornire una migliore qualità di vita al malato e agli studenti sono esigenze che richiedono una nuova veste architettonica contemporanea. In questo ruolo terapeutico dell’ambiente, il ruolo della luce e del lighting designer diventa fondamentale in risposta alla crescente necessità di far sentire i pazienti protetti, assistiti e ascoltati, per creare strutture dall’atmosfera più domestica che ospedaliera. Questo significa ad esempio introdurre la vegetazione e la luce come strumenti terapeutici e di sensibilizzazione ambientale.

GLI STRUMENTI. La progettazione integrata vede sin dalle fasi embrionali tutti gli attori del processo di gestazione del progetto sempre più spesso sbilanciati su aspetti tecnico normativi, perdendo di vista i contenuti emozionali che un progetto così delicato richiede: la sinergia tra lighting designer e architetto punta su quest’ultimo aspetto, lavorando alla poetica metamorforsi del dato normativo in discreto protagonista dell’ atmosfera dello spazio vissuto.

IL RAPPORTO CON LA COMMITTENZA. Le contingenze economiche e temporali di progetti di questa scala e complessità fanno si che il cliente affidi spesso una progettazione chiavi in mano a una società di ingegneria, la quale non sempre è nelle condizioni di proporre efficaci soluzioni illuminotecniche personalizzate. Sulla base di queste premesse rischia di vincere la logica del mono fornitore di apparecchi di illuminazione che finisce per svilire inevitabilmente il valore aggiunto di una progettazione customizzata del lighting design. In questo progetto ha vinto l’efficace sinergia tra S.I. e il lighting designer che ha prodotto soluzioni e prodotti ‘custom’ che dopo il progetto sono diventati di serie.

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Flagship Store “Italgraniti”. Milano

Savetheclock Design Studio

 Centro Stile Milano Architetti

Inaugurato durante il FuoriSalone 2018, questo progetto è frutto di un’esperienza di lavoro in equipe. Le prime sfide sono nate dalla natura stessa del flagship store (il primo del Gruppo Italgraniti), che mirava ad essere non solo spazio espositivo, ma anche luogo di relazione, incontro e sperimentazione attorno ai nuovi linguaggi decorativi.

(courtesy photo: Savetheclock Design Studio)

Luce e architettura hanno dovuto dialogare per rendere gli ambienti, seppur aperti, diversificati per area e funzione, in un’armonica e coerente lettura di tutti gli elementi presenti.

Con l’obiettivo di attirare i clienti e valorizzare al massimo i prodotti esposti, sono state collocate grandi lastre in gres porcellanato lungo le pareti della zona d’ingresso, illuminate con un sistema wall washer, di stampo museale, capace di restituire fedelmente tutte le peculiarità dei materiali e la maestosità dell’allestimento. Una luce indiretta verso il soffitto ha evidenziato il doppio volume della vetrina, mentre alcuni proiettori hanno dato risalto all’isola espositiva centrale.

In tutto lo spazio, il contrasto tra luce e ombra ha permesso di mettere a fuoco e definire volumi e dettagli, facendo emergere in tutta la loro bellezza le aree espositive ambientate, i materiali custoditi in pannelli e cassetti estraibili, l’area di lavoro sul soppalco.

PER IL LIGHTING DESIGNER

SULLA GESTIONE DEL PROGETTO. Nell’impostazione del progetto illuminotecnico di un negozio le prime considerazioni riguardano il tipo di merce in esposizione, la natura del brand, il suo target di riferimento, la funzione che la luce è chiamata a svolgere negli ambienti e la forma e la destinazione di questi ultimi. Il progetto della luce deve integrarsi negli spazi, valorizzandoli e plasmandoli, per rendere più attraente il locale di vendita e generare corretti modi e tempi di fruizione degli ambienti. Il lighting designer deve comprendere e delineare le zone più importanti per sottolineare funzioni e percorsi, indirizzando i fruitori. Insieme con altri fattori (allestimento, acustica, condizionamento dell’aria), un’illuminazione ben studiata deve garantire al cliente un generale senso di benessere.

GLI STRUMENTI. Per valorizzare brand e allestimento e mettere i clienti nelle migliori condizioni psicologiche per effettuare gli acquisti, il lighting designer raccoglie tutte le informazioni possibili sullo spazio; si confronta con architetto e committenza per definire le gerarchie percettive da creare attraverso la luce; stila un progetto illuminotecnico articolato, per guidare l’esperienza all’interno dello store; testa gli apparecchi previsti per garantire comfort visivo e alte performance tecniche.

IL RAPPORTO CON LA COMMITTENZA. La richiesta di un prodotto d’illuminazione custom è sempre una sfida avvincente per un lighting designer. Dapprima si studiano forma e funzione in relazione alle esigenze del cliente e dello spazio in cui l’apparecchio verrà installato. Segue una fase di analisi di fattibilità tecnica e di ottimizzazione del design, per garantire producibilità a prezzi ragionevoli. L’attività si conclude con l’individuazione dell’azienda più idonea a realizzare il prodotto e con l’assistenza alla produzione.

PER L’ARCHITETTO

SULLA GESTIONE DEL PROGETTO. Il flagship store si sviluppa su un’area di 164 m2 ed è nato su progetto dello studio Centro Stile Milano Architetti. Elemento chiave nella definizione di questo spazio è stata la creazione di un ambiente che potesse sintetizzare in chiave architettonica l’ideologia, lo stile e la cultura che stanno dietro la filosofia e il savoir faire del brand Italgraniti la cui corporate image è stata costruita su valori di bellezza e qualità che contraddistinguono la manifattura italiana. In questo senso gli architetti si sono affidati al lighting designer per trovare la giusta soluzione capace di valorizzare le scelte stilistiche e materiche nonchè restituire una gerarchia degli spazi attraverso una specifica scelta degli apparecchi di illuminazione.

GLI STRUMENTI. Dopo un attento sopralluogo ed un profondo dialogo con la committenza, il team di architetti si è avvalso delle proprie competenze per redigere un progetto frutto della sinergia e della competenza di tutti i membri dello staff. Attraverso schizzi, disegni tecnici e restituzioni tridimensionali fotorealistiche sono state sviluppate differenti proposte che sono state sottoposte ad un’accurata selezione.

IL RAPPORTO CON LA COMMITTENZA. Nella fase decisionale e di realizzazione, la comunicazione con la committenza è fondamentale nella restituzione di un progetto che sia sintesi perfetta di gusto e funzionalità. Una volta approvata la soluzione più idonea si avvia una fase esecutiva delicata nella quale si avvicendano differenti momenti di analisi e approvazione dei materiali e delle aziende più idonee. È compito del progettista infatti seguire il progetto e il cantiere al fine di garantire una costante assistenza in fase di realizzazione.

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Flagship Store “Dr. Vranjes Firenze”. Kuwait City

LDT Lighting Design Team

 Studio Cristofori Santi Architetti

Il progetto per il concept dei negozi del dr. Vranjes, brand fiorentino di pregiate fragranze d’ambiente, nasce dall’esigenza del cliente di aprirsi al mercato estero comunicando un’idea di ricchezza e preziosità e raccontando al contempo le origini italiane del prodotto.

Uno degli spazi interni del flagship store a Kuwait City (cortesia foto: LTD Lighting Design Team)

Lo spazio è articolato in stanze divise da un portale in pietra, a richiamare gli ambienti di un palazzo italiano. Le superfici sono rivestite con pietre tipiche della tradizione trattate in modo non convenzionale e con “boiserie” di stucco. Le superfici verticali presentano diverse texture, così da creare varietà di fondali che raccontano i diversi prodotti in un’armonia d’insieme.

Il progetto d’illuminazione si sviluppa attorno al duplice concetto di valorizzazione della ‘scatola architettonica’ e dei suoi paramenti e fondali in pietra Calacatta e, al contempo, all’idea di mettere in risalto il prodotto con un approccio analogo a quello che usualmente viene adottato nelle gioiellerie, valorizzando le trasparenze, le cromie e i riflessi dei materiali delle bottiglie contenenti le diverse essenze nei diversi colori.

La definizione dell’illuminazione degli espositori e la valorizzazione delle diverse superfici ha richiesto uno sforzo condiviso tra Interior Designer e Lighting designer. La composizione dello scenario luminoso in questo ambito è stata studiata a fronte di prove di mock-up volte a comprendere criticità impossibili da valutare solo su carta o con un software di simulazione illuminotecnico.

PER IL LIGHTING DESIGNER

SULLA GESTIONE DEL PROGETTO. In generale la prima cosa richiesta è che si ipotizzi un sistema d’illuminazione unico per lo spazio che si sta progettando. Quando si collabora con uno studio che si occupa di architettura d’interni, una parte sostanziale viene dedicata alla genesi del concept. Ogni soluzione d’illuminazione è volta alla massima integrazione con il linguaggio proposto dall’architetto: l’integrazione è intesa non solo come mimesi del sistema d’illuminazione nell’architettura, ma come relazione e momento di valorizzazione della stessa. Come ricorda Louis Kahn infatti “..non esiste architettura senza luce”. La relazione sinergica tra lighting designer e studio d’architettura è fondamentale nasca sin dall’inizio, in fase di genesi di progetto.

GLI STRUMENTI. Nel processo di massima integrazione tra le parti, il progetto d’illuminazione aderisce in modo naturale all’iter progettuale seguito dallo studio d’architettura. Dopo una fase iniziale di studio, segue una fase più operativa con la definizione di tavole tecniche, verifiche illuminotecniche, dettagli costruttivi, prove di mock- up e, infine – prima della realizzazione – una fase conclusiva di puntamento delle luci.

IL RAPPORTO CON LA COMMITTENZA. La normalità è ipotizzare soluzioni fuori standard o custom per ogni caso specifico. È difficile ideare una soluzione “site specific” semplicemente selezionando un prodotto da un catalogo ed inserirendolo in un progetto. Ovviamente la customizzazione avviene su scale diverse: dalla semplice richiesta di cambio finitura alla definizione in toto di un sistema d’illuminazione. Un ruolo fondamentale lo gioca l’azienda o il fornitore a cui ci si rivolge che solitamente deve avere i requisiti giusti per operare in stretto dialogo con i progettisti e le competenze per poter realizzare un prodotto con le caratteristiche identificate nelle diverse fasi di progetto.

PER L’ARCHITETTO

SULLA GESTIONE DEL PROGETTO. Il nostro studio si occupa principalmente di progettazione di interni e ogni progetto viene realizzato per uno specifico cliente, come un abito sartoriale. Quando progettiamo cerchiamo quindi di interpretare al meglio i desideri del cliente sui diversi piani, dalla creazione dello spazio da un punto di vista architettonico alla scelta delle finiture, con l’intento di realizzare uno spazio accogliente che invogli le persone a passarci del tempo dentro. La luce gioca un ruolo essenziale nell’ottenere questo risultato, per cui per noi è fondamentale che il lighting designer sia in grado di capire che tipo di mood stiamo perseguendo e sia in grado di interpretarlo nella parte di sua competenza, sia nella scelta della sorgente luminosa che in quello della realizzazione di una determinata qualità di illuminazione.

GLI STRUMENTI. Prima di coinvolgere il lighting designer vengono messi a punto un’idea generale di mood ed un layout di massima dello spazio, in modo da avere un’idea abbastanza chiara dell’ambito entro il quale il progetto della luce verrà realizzato. Su questa base vengono elaborate le proposte del lighting designer che nascono quindi già ‘ritagliate’ sulle esigenze dello spazio e vengono mano a mano affinate e integrate nel progetto in un processo di dialogo continuo.

IL RAPPORTO CON LA COMMITTENZA. Spesso ci capita di dover cercare un tipo di luce particolare che si adatti alle condizioni di fatto e risponda a una specifica esigenza, come nel caso dell’illuminazione delle bottiglie di profumo che dovevano brillare quasi come gioielli senza però avere un ambiente generale troppo illuminato. Abbiamo fatto numerose prove con il lighting designer partendo da prodotti “base” combinati in modo differente per ottenere il risultato voluto. In questo senso è fondamentale anche poter fare riferimento ad un bravo fornitore.

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Pisa. Museo dell’Opera del Duomo

Astrapto Light Designers

 Guicciardini & Magni Architetti

Il Museo dell’Opera del Duomo di Pisa raccoglie e conserva capolavori e memorie dei monumenti della Piazza dei Miracoli: una serie di opere, di volta in volta sostituite o con altre più “attuali” o con copie, che hanno trovato dimora nell’antica Casa Capitolare trasformata in un museo inaugurato nel 1986.

Il progetto architettonico e di allestimento finale è stato affidato a Guicciardini & Magni Architetti e Adolfo Natalini. Il percorso espositivo si sviluppa su 3000 m2 interni, e su una porzione del porticato esterno. Le 380 opere esposte sono suddivise in 26 sezioni (25 sale interne, oltre al portico esterno).

Una delle sale del Museo (cortesia foto: Guicciardini & Magni Architetti)

La finalità della progettazione illuminotecnica del Museo dell’Opera del Duomo di Pisa è stata quella di coniugare visibilità e conservazione delle opere esposte e il progetto d’illuminazione museale ha declinato in linguaggio tecnico l’idea museografica dello studio Guicciardini&Magni già molto curata e approfondita.

I posizionamenti dei sistemi a binario incassato entro le gole del controsoffitto erano già compatibili in estensione e posizione con la collocazione delle opere ed il confronto con l’architetto Giuseppe Lo Presti (Guicciardini&Magni architetti) si è sviluppato principalmente su forma e dimensione degli apparecchi e sulla condivisione dei colori di base delle pareti delle sale. Ottiche, tonalità della luce ed intensità luminose sono state fissate poi dal lighting designer, a valle di un confronto “concettuale” preliminare.

PER IL LIGHTING DESIGNER

SULLA GESTIONE DEL PROGETTO. L’architetto chiede principalmente di verificare la compatibilità formale e la collocazione spaziale degli apparecchi d’illuminazione necessari al raggiungimento dello scopo. Parallelamente si procede ad un confronto per l’allineamento degli intenti e del risultato che si vuole ottenere in termini di percezione dello spazio illuminato. Il lighting designer parte da quest’ultimo confronto per impostare una metodologia di progettazione che tenterà di raggiungere il risultato desiderato. Solo successivamente procede con l’individuazione della tecnologia, dei posizionamenti e della tipologia dell’apparecchio. Durante tutto il processo progettuale il lighting designer tiene sotto controllo i limiti legali e normativi (conservazione, inquinamento, etc.) nonché quelli economici che possono ricalibrare le scelte di prima analisi.

GLI STRUMENTI. Non esiste un processo standard poiché il metodo operativo è tagliato in funzione della tipologia d’intervento e della ricettività degli interlocutori con particolare riferimento alla committenza. Lo scopo primario è quello di comunicare adeguatamente e chiaramente l’idea progettuale ed il risultato ottenibile; questo può essere ottenuto sia con simulazioni fotorealistiche sia con più semplici dati numerici tabellati, in funzione delle necessità. Il successivo processo progettuale operativo è, invece, standardizzato.

IL RAPPORTO CON LA COMMITTENZA. La customizzazione di un prodotto su richiesta del committente riguarda esclusivamente la forma dell’oggetto e non questioni fotometriche. In questo caso il lighting designer si avvale della consulenza di laboratori tecnici, spesso le stesse aziende costruttrici, per far realizzare i prototipi e su questi far eseguire le necessarie verifiche fisiche e tecniche di laboratorio. Normalmente gli schizzi concettuali sono sviluppati a più mani con i designer o gli architetti coinvolti nella commessa.

PER L’ARCHITETTO

SULLA GESTIONE DEL PROGETTO. Nel Museo dell’Opera del Duomo di Pisa gran parte delle opere esposte sono sculture e arredi sacri, espressione della devozione e della magnificenza di Pisa a partire dal XII secolo. L’allestimento museografico è stato costruito attorno ad ogni singola opera variando di volta in volta le modalità espositive di fronte a opere con significati diversi, così come di fronte a spazi diversi. La luce è un elemento fondamentale e fa parte integrante del progetto di allestimento, perché non serve solo a illuminare le opere, ma crea atmosfere e scenari evocativi che aiutano il visitatore nella comprensione. Al lighting designer abbiamo chiesto di curare tutti gli aspetti tecnici necessari per l’illuminazione degli ambienti e delle opere e di minimizzare l’impatto visivo degli apparecchi.

GLI STRUMENTI. Il confronto tra architetto e lighting designer è fondamentale al fine di ottenere risultati di valore. Proprio per questo, durante la progettazione sono state organizzate una serie di riunioni. L’utilizzo di software di simulazione della luce da parte del lighting designer ci ha aiutati nel confronto. Sono stati necessari diversi sopralluoghi sul posto e anche un confronto nella fase dei puntamenti e delle regolazioni della luce.

IL RAPPORTO CON LA COMMITTENZA. Nel caso specifico del Museo dell’Opera di Pisa, la committenza è stata coinvolta sia nella fase di progettazione che in quella di messa a punto delle soluzioni di illuminazione. Sono state organizzate a tal proposito diverse riunioni congiunte tra architetti, rappresentanti della committenza e lighting designer, per comunicare le scelte progettuali e raccogliere esigenze specifiche.

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Anversa. L’illuminazione della Cattedrale

Susanna Antico Lighting Design Studio 

 Città di Anversa

Il nuovo progetto di illuminazione per la cattedrale di Anversa e dei suoi dintorni appartiene alla vision strategica della città iniziata nel 2009 commissionando e predisponendo un piano generale per l’illuminazione dell’intera città.

La Cattedrale di Anversa

Susanna Antico Lighting Design Studio ha vinto, nel 2016, il concorso internazionale per il nuovo progetto della cattedrale.

La cattedrale di Anversa è considerata l’espressione più pertinente e perfetta dello stile gotico Brabantino, una guida visiva nel territorio pianeggiante delle Fiandre e un monumento identitario visibile da molti luoghi e dall’altra parte del fiume dove influisce fortemente sullo skyline della città.

Diverse le sfide per la nuova illuminazione: restrizioni rigorose su dimensioni, finiture, posizione e montaggio degli apparecchi di illuminazione, delle loro staffe e cablaggio; asimmetria dell’architettura e vicinanza degli edifici circostanti; bilanciamento delle luminanze in tutta la struttura, cura delle differenti viste e dei diversi punti di vista; progettazione di una gerarchia visiva all’interno dell’enfatizzazione di una miriade di dettagli; esaltazione della geometria delle caratteristiche maestose della struttura; riduzione sostanziale del consumo attuale di energia e dell’inquinamento luminoso.

Le sfide per il progetto: le tempistiche piuttosto rigide, sono trascorsi solo due anni tra la fine della competizione e l’inaugurazione della nuova illuminazione.

PER IL LIGHTING DESIGNER

SULLA GESTIONE DEL PROGETTO. Dopo l’approvazione del piano generale, la città di Anversa ha istituito un gruppo di lavoro per gestire i progetti di illuminazione e controllare la coerenza dei nuovi progetti in tutta la città. L’architetto in questo caso ha dovuto individuare un equilibrio tra i desideri progettuali, i bisogni della città e i desiderata dei rappresentanti della chiesa, del proprietario di parti dell’edificio e dalla Commissione per i monumenti estremamente preoccupati per le possibili conseguenze legate alla realizzazione di un nuovo progetto di illuminazione. La Commissione del monumento ha richiesto la realizzazione di diversi mock -up per verificare l’impatto visivo durante il giorno, e l’impatto relativo agli apparecchi di illuminazione, staffe e cavi. L’autorizzazione all’installazione di apparecchi di illuminazione sulla balaustra del 4° piano ha permesso di non dover ricorrere a partire dai 64 m di altezza al puntamento di proiettori da molto lontano, riducendo notevolmente l’inquinamento luminoso e il consumo di energia.

GLI STRUMENTI. Nei progetti di grandi dimensioni, uno scambio continuo di informazioni tra tutte le parti coinvolte e l’effettuazione di riunioni regolari consente di evitare confusione, incomprensioni e di lavorare in modo efficiente. Mantenere il team di illuminazione attivamente coinvolto nella realizzazione del progetto consente di prevenire la perdita di informazioni. Curare i dettagli, visitare il sito più volte, anticipare i problemi eseguendo simulazioni estese, modelli 3D e calcoli sono tutti strumenti obbligatori in casi come questi.

IL RAPPORTO CON LA COMMITTENZA. Per questo progetto non sono stati utilizzati apparecchi di illuminazione custom, sono state apportate solo piccole modifiche alle ottiche degli apparecchi standard al fine di regolare gli angoli di emissione. Una grande quantità di accessori è stata invece progettata e prodotta per fissare nel modo più discreto possibile gli apparecchi e soddisfare le richieste della Commissione del monumento. Per ogni posizione è stato progettato un supporto diverso per fissare apparecchi e cablaggio. Tutti i dispositivi di fissaggio sono forati nelle articolazioni: se si rimuovono tutti gli elementi di fissaggio dei supporti, l’unica operazione necessaria per tornare alla situazione prima dell’installazione è riempire di malta i giunti tra le pietre!

PER L’ARCHITETTO

SULLA GESTIONE DEL PROGETTO. Durante l’assegnazione, la priorità cambia in relazione al risultato desiderato. Il contratto per l’illuminazione di uno degli edifici più importanti della città di Anversa è stato assegnato al progettista dell’illuminazione tramite un progetto di concorso. In questa fase della procedura, la qualità dell’immagine di luce richiesta è stata verificata dal cliente rispetto al design della luce inviato. Il progetto doveva contribuire al rispetto del monumento e allo stesso tempo mostrare gloriosamente l’edificio nel paesaggio urbano. Per la messa in servizio dell’incarico, il riferimento fornito è stato utilizzato per studiare come il progettista dell’illuminazione fosse in grado di completare con successo un progetto ampio e complesso. Dall’approvazione del progetto, ciò ha richiesto un atteggiamento molto esaustivo e investigativo da parte del progettista della luce. A causa della natura unica dell’incarico e della complessa realizzazione, il progettista dell’illuminazione doveva monitorare e dare priorità al risultato finale e agli aspetti tecnici nella gestione degli appaltatori.

GLI STRUMENTI. Un obiettivo chiaro è stato tenuto sempre presente per questo incarico. Il risultato finale produce una forte immagine visiva, come se fosse un’opera d’arte. Concentrandosi fortemente sui dettagli e sulla comunicazione, questo processo è stato controllato. Il progetto è stato realizzato all’interno di una realtà politica nella quale il controllo del budget e la pianificazione generale sono stati regolarmente riportati all’interno di uno strumento di pianificazione.

IL RAPPORTO CON LA COMMITTENZA. Per illuminare la cattedrale, era importante utilizzare apparecchi quasi invisibili. Per motivi di manutenzione, è stato quindi specificamente richiesto di non utilizzare apparecchi custom ma porre la massima attenzione per nasconderli alla vista e montare gli apparecchi standard su supporti appositamente adattati. Tutte le maestranze coinvolte hanno monitorato questi aspetti da vicino e questo ha determinato un risultato finale efficace e considerevole.

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Stoccolma. Arlanda Airport VIP Services

Chiara Carucci – lighting designer

Mark Humphreys, architetto – Tengbom, Svezia

Arlanda VIP Services, il nuovo terminal VIP all’aeroporto di Arlanda a Stoccolma, in Svezia, potrebbe essere descritto come l’essenza del lusso nordico. Gli architetti e i lighting designer di Tengbom hanno creato un design genuino che rende il viaggio facile e divertente e offre un’esperienza quasi mistica.

Una immagine degli spazi dell’Arlanda Airport VIP Services (photo: Felix Gerlach)

L’aeroporto di Stoccolma Arlanda, il più grande in Svezia, riceve il suo contributo di visite del jet set internazionale e a partire dal 2018 l’aeroporto ha un modo tutto nuovo di dare loro un autentico benvenuto VIP.

Tengbom ha infatti progettato un esempio di architettura discreta, anonimo per l’ambiente circostante, che accoglie a terra superstar, politici e altezze reali in autentico stile scandinavo. Qui, gli ospiti possono scrollarsi di dosso lo stress del viaggio, fuggire dalla vita di tutti i giorni per un po’ e prepararsi per proseguire il loro viaggio.

Le aree di lavoro si combinano con una sala da pranzo centrale o un’area sociale, ognuna con un design architettonico puro, che elevano l’edificio e il suo design olistico. Il progetto di Airport VIP Services è un nuovo hub indipendente all’interno dell’aeroporto, uno dei pochissimi nel suo genere creato in tutto il mondo.

Il fatto che questo edificio fosse una parte vitale della strategia del cliente per diventare il principale aeroporto della Scandinavia era un aspetto integrato nel brief del progetto. Come primo ‘bacio’ di Stoccolma, o ultimo addio, Airport VIP-Services è un’esperienza visiva che rimarrà a lungo anche dopo che i suoi occupanti riprendono il volo.

PER IL LIGHTING DESIGNER

SULLA GESTIONE DEL PROGETTO. Nel 2017 mi è stato offerto di unirmi a Tengbom. Ho accettato con entusiasmo dal momento che credo che lavorare a stretto contatto con gli architetti migliora notevolmente il risultato finale. Questo è stato il mio primo progetto a Tengbom – e sicuramente ha dimostrato la forza della collaborazione. Dal concept architettonico Tengbom Studio Ljus ha sviluppato l’intero lighting concept per il VIP terminal. Essere lighting designer in questo progetto è stato sia interessante che stimolante. L’idea progettuale si è basata su principi di illuminazione intesi a migliorare la progettazione architettonica, nonché a migliorare la sicurezza. Dal momento che l’architetto ha risposto ai vincoli di sicurezza progettando un edificio senza finestre – solo lucernari – abbiamo dovuto diventare creativi. Il design dell’illuminazione architettonica è stato un componente importante per raggiungere il risultato desiderato: un’atmosfera calma, accogliente e lussuosa in un ambiente sicuro.

GLI STRUMENTI. Abbiamo lavorato insieme nella progettazione di numerosi dettagli, dalla piccola alla grande scala. Ad esempio, abbiamo creato una soluzione di montaggio speciale per gli apparecchi di illuminazione integrati nelle nervature di legno sul soffitto. Queste soluzioni su misura si sono potute realizzare solo grazie ad una collaborazione molto stretta. Abbiamo anche creato diversi semplici mock – up per esemplificare diverse qualità di luce; questo è un modo per comunicare chiaramente l’ambito e anticipare il risultato.

IL RAPPORTO CON LA COMMITTENZA. Alla fine il design dell’illuminazione ha creato un ambiente ben curato, con la luce nordica come elemento distintivo. In effetti, l’illuminazione evidenzia le identità spaziali rafforzando i volumi e la scelta dei materiali. Alla fine abbiamo trovato un equilibrio tra ingegneria del valore, sostenibilità e design. Il processo dall’idea creativa alla costruzione è una sfida: questo progetto dimostra che può essere risolto attraverso l’ingegnosità, la professionalità e una stretta collaborazione.

PER L’ARCHITETTO

SULLA GESTIONE DEL PROGETTO. Per produrre la massima qualità nel design è importante per noi lavorare a stretto contatto con un team di specialisti. Mentre abbiamo una visione generale per un progetto, crediamo che un approccio di gruppo ci permetta di evolvere lo sviluppo del concept ad una profondità maggiore. In questa direzione, le qualità spaziali e materiali dell’edificio dipendono da un’adeguata illuminazione integrata nel concetto di design generale.

GLI STRUMENTI. Attraverso un approccio collaborativo abbiamo lavorato a stretto contatto per integrare gli apparecchi di illuminazione all’interno dell’edificio e dell’Interior Design. Abbiamo dovuto affrontare sfide molto specifiche e il lighting designer è stato in grado di proporre soluzioni avanzate di cui non eravamo a conoscenza e che ci hanno permesso di mantenere il nostro concept in termini di design senza compromessi. Lavorando con il lighting designer siamo stati in grado di testare rapidamente modelli e confrontare diverse soluzioni in termini di qualità e prezzo.

IL RAPPORTO CON LA COMMITTENZA. Per molti versi il risultato finale ha superato le aspettative del cliente. Dati i vincoli difficili e il programma serrato, siamo stati in grado di soddisfare i requisiti del brief, ma soprattutto di offrire agli ospiti un’esperienza unica e memorabile. Il risultato è un ambiente che emana quiete – e le qualità spaziali create evocano un senso di raccoglimento quasi ‘mistico’.

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Bangalore. Bowring Institute

Ivorysense India

Pragrup Architecture and UrbanismIndia

Il Bowring Institute è uno dei migliori club di Bangalore (IND), che illustra lo spirito della città giardino. Il progetto ha compreso la costruzione di 2 blocchi principali e il rinnovamento dell’edificio principale con una sala storica principale e una sala di lettura risalente al 1888.

Bangalore. Una serie di render progettuali per il Bowring Institute (cortesia: Ivorysense)

Al fine di portare al 21° secolo l’edificio la collaborazione tra architetto e lighting designer è stata fondamentale, per garantire un linguaggio coerente tra spazi rinnovati e sistemi di illuminazione, in un interessante mix di riferimenti culturali e design contemporaneo.

L’esperienza di lavoro di gruppo è stata molto soddisfacente e questo progetto ha rappresentato un consolidamento del rapporto di collaborazione tra Pragrup e Ivorysense. Una delle principali sfide durante il processo di progettazione è stata quella di mantenere il carattere storico dell’edificio, e allo stesso tempo proporre soluzioni con un impatto minimo sulle strutture esistenti.

La soluzione adottata è stata quella di integrare l’illuminazione funzionale ed estetica non come questione separata, ma come fattori correlati per l’esperienza finale degli spazi. Il design si è concentrato su soluzioni indirette e diffuse per l’illuminazione ambientale.

PER IL LIGHTING DESIGNER

SULLA GESTIONE DEL PROGETTO. Le priorità devono essere stabilite dall’inizio del progetto. Dipenderanno dal calendario dell’appaltatore, nonché dallo sviluppo da parte dell’architetto dei dettagli dell’Interior e dal design degli esterni, oltre che dalle tempistiche delle consegne degli apparecchi di illuminazione in loco. Dal punto di vista della gestione del progetto, la gestione dell’integrazione dei layout di illuminazione ha a che vedere con lo sviluppo sulla carta del progetto, la dichiarazione dell’ambito, la gestione dei costi e il cronoprogramma dei lavori oltre che con la verifica della qualità dei prodotti consegnabili.

GLI STRUMENTI. Quando si inserisce un progettista di illuminazione professionale nella filiera del progetto, specialmente all’inizio del suo sviluppo, il fatto può avere un grande impatto sull’esperienza finale dello spazio, sulla riduzione delle operazioni di costo complessive e, soprattutto, sulla soddisfazione dei clienti. Assumere un professionista in ambito lighting permette di risparmiare tempo e sforzi considerevoli alla ricerca di tipi, stili e produttori, perché un progettista di illuminazione colmerà il divario tra gli aspetti estetici e tecnici della luce e dell’illuminazione in un modo più efficiente e pratico.

IL RAPPORTO CON LA COMMITTENZA. Il team di progettazione dell’illuminazione lavora a stretto contatto con gli architetti per sviluppare prodotti di illuminazione personalizzati attraverso la comprensione della visione del cliente e degli architetti ogni volta che è necessario per creare un effetto unico e allo stesso tempo gestire i costi e la fattibilità per i criteri di successo del progetto. La personalizzazione richiederà più tempo nella progettazione, pertanto è necessario pianificarla dalla fase concettuale. Il team gestirà i dettagli dell’esecuzione prima che l’apparecchio entri in produzione, aiuterà il cliente a visualizzare l’apparecchio e il tipo di effetto di illuminazione che creerà all’interno dello spazio, quanto costerà e quanto tempo ci vorrà per produrlo.

PER L’ARCHITETTO

SULLA GESTIONE DEL PROGETTO. Il piano generale per l’Istituto Bowring ha riguardato diverse tipologie di edifici, accuratamente integrate. La presenza di specialisti per l’illuminazione ha migliorato la visione di questa ricostruzione. Il punto di forza del progetto è stato nel fornire soluzioni innovative per adattare la struttura storica alle esigenze e alle tipologie contemporanee emergenti in India. I lighting designer hanno fatto parte del team sin dalla fase di progettazione e hanno lavorato a definire l’output desiderato per l’Interior Design e per la facciata. Alcune delle caratteristiche principali storiche sono state riqualificate con cura, e lo stesso approccio è passato anche all’illuminazione.

GLI STRUMENTI. Architettura, design, ingegneria dovrebbero essere senza soluzione di continuità. Il nostro approccio al Bowring Institute è sensibile al contesto e alla cultura del sito, combinando i più recenti progressi nella tecnologia di costruzione con tecniche tratte dalla pratica tradizionale. L’impatto minimo sulla costruibilità o l’aggiunta alla struttura del patrimonio esistente è stato considerato attentamente sin dall’inizio.

IL RAPPORTO CON LA COMMITTENZA. Dopo aver raccolto una vasta documentazione sull’India tradizionale per vari gruppi di lavoro, le informazioni sono state analizzate per riunire le competenze specialistiche coinvolte nella progettazione. Il carattere distintivo doveva essere mantenuto mentre si è cercato di non oscurare lo spazio con nuove aggiunte. Vi erano limitazioni all’aggiunta di nuove funzionalità e quindi sono state sviluppate luci e dispositivi personalizzati riconoscendo il vincolo di costi e tempi.

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Podolsk, Mosca. Riviera Shopping Mall

ACTLD Design + Experience – Bruxelles 

5+ Design – Hollywood, Dubai, Shanghai

Riviera Shopping Mall and Entertainment Center è un progetto di retail commerciale e entertainment situato all’ingresso della città di Podolsk (Mosca) e sull’argine del fiume Moscova. È all’interno di questo progetto che ACTLD ha collaborato con lo studio di architettura 5 + Design.

Riviera Shopping Mall. La nuova facciata del complesso (cortesia foto: ACTLD Design + Experience)

La dimensione e la specificità dell’edificio “Riviera”, incastonato tra la strada più trafficata di Mosca in contrapposizione con la calma del fiume dall’altro lato, ha ispirato i due team a creare una “firma” distintiva per gli esterni e gli interni. La sfida principale affrontata dal design di 5+ e ACTLD era la facciata piatta e lunga 600 m, per la quale era stata selezionata una copertura in Alucubond.

Il materiale scelto, nonché la lunghezza e la posizione della facciata rappresentavano una sfida. Il design dell’illuminazione doveva essere dinamico, senza distrarre i conducenti e doveva prendere in considerazione l’eventuale neve e polvere della vicina autostrada. La soluzione trovata è stata nello sviluppo di volumi rettangolari tridimensionali che incorporavano gli apparecchi di illuminazione per creare un design ondulato sulla facciata. Questo ha comportato una facciata dinamica che ha migliorato l’elemento di design concettuale ripreso nell’immagine del fiume.

PER IL LIGHTING DESIGNER

SULLA GESTIONE DEL PROGETTO. Di solito i progettisti dell’illuminazione vengono coinvolti tardi nel processo di progettazione e ciò limita la consulenza illuminotecnica nelle sue scelte e le priorità sono dettate dai progressi del progetto architettonico. Il lighting designer deve capire la proposta architettonica e deve essere in grado di inserirsi nel progetto identificandone l’essenza. Tuttavia, questo non è il caso del progetto ‘Riviera’, dove una proficua collaborazione ha permesso di integrare le soluzioni di illuminazione nel progetto architettonico. La ricettività e la volontà di correre rischi sia da parte degli architetti sia da parte della committenza sono state le chiavi fondamentali per sviluppare il design sorprendente che doveva avere l’effetto desiderato.

GLI STRUMENTI. Come lighting designer, iniziamo in primis dalla interpretazione della proposta architettonica e identificando l’essenza del progetto, spesso dettato da vincoli e tempistiche architetturali. Poi applichiamo una metodologia in 5 fasi che inizia con la fase di concept. Dopo aver ricevuto l’approvazione da parte del Cliente, proseguiamo nelle fasi di progettazione schematica e di sviluppo, durante le quali la scelta viene ulteriormente sviluppata e studiata attraverso disegni CAD, calcolo Dialux, BOQ e mock-up. Infine, passiamo al follow-up e alla messa in servizio della costruzione, in cui assicuriamo che i progetti siano correttamente implementati e programmati. Durante le fasi c’è un continuo flusso di conversazioni tra noi e l’architetto e i clienti finali, che assicura che le decisioni prese siano corrette.

IL RAPPORTO CON LA COMMITTENZA. Le richieste e le aspettative dei clienti all’interno di un progetto sono gestite attraverso un flusso di comunicazione diretto. Questo permette ad ACTLD di assicurarsi che le richieste siano soddisfatte di conseguenza in tutte le fasi e di stabilire una forte relazione con i propri clienti. In questo caso, il cliente e gli architetti di design 5+ hanno dovuto affrontare la problematica di una facciata piatta che necessitava di dinamicità e questo è stato ottenuto attraverso la costruzione di volumi rettangolari tridimensionali, nei quali è stata incorporata l’illuminazione, che ha permesso la creazione dell’effetto ricercato.

PER L’ARCHITETTO

SULLA GESTIONE DEL PROGETTO. Il progetto ‘Riviera’ era stato realizzato a metà ed è rimasto inattivo per diversi anni fino a quando il nostro cliente lo ha acquistato e portato il nostro studio 5+ design e ACTLD a completare il centro commerciale. Abbiamo collaborato con ACTLD per identificare le soluzioni di illuminazione che erano parte integrante del design e del carattere del progetto. Il tono, il colore e la scala dell’illuminazione erano tutti importanti per rafforzare il carattere delle varie corti e degli itinerari di circolazione. Superfici strutturate, pannelli in metallo con motivi retroilluminati e intradossi stratificati hanno offerto l’opportunità di creare livelli differenziati per l’illuminazione. L’illuminazione lineare ad incasso nel soffitto e nelle paratie riduce le altezze percepite delle superfici e fornisce una leggerezza generale agli spazi. Il progetto è situato in posizione centrale nel centro di Mosca e si affaccia su un’autostrada principale da un lato e sul fiume Moscova dall’altro. L’illuminazione è stata integrata nei modelli dimensionali e ha animato le facciate con una sottile trasformazione di colore e luce che ha fornito un’identificazione unica al progetto sia dalle strade della città che dal fiume.

GLI STRUMENTI. Lavorare con ACTLD è stato un processo collaborativo con molte idee scambiate tra i nostri team. Inizialmente i lighting designer hanno fornito immagini di riferimento di progetti precedenti che rispondevano al nostro intento progettuale nonché schizzi che illustravano come i dettagli delle lampade potevano essere integrati nell’architettura per ottenere gli effetti di illuminazione desiderati con il minimo impatto degli apparecchi. Una volta stabilito l’effetto desiderato, ACTLD ha fornito studi architettonici dettagliati per illustrare il progetto di illuminazione all’interno dello spazio.

IL RAPPORTO CON LA COMMITTENZA. In qualità di architetto che gestiva i vari consulenti, ci siamo trovati un passo avanti rispetto ad ACTLD nei nostri progetti e nelle nostre interazioni con il cliente. Grazie a ciò, la nostra comprensione del budget del committente e la sua richiesta per soluzioni “personalizzate” era in qualche modo chiara. Una volta che ACTLD e 5+ design hanno progettato aree con prodotti di illuminazione “personalizzati” per integrarli correttamente nell’architettura o ottenere specifici effetti, abbiamo lavorato insieme per presentare l’importanza dell’illuminazione nel successo del progetto e ottenere l’approvazione del cliente.

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Hamburg Messe. Living with Light: Light Cubes for Home2

Ulrike Brandi Licht – Amburgo

Verena Onnen, Onnen Architekten Ingenieure – Amburgo

Il cliente Hamburg Messe ha voluto presentare il tema “Vivere con la luce” in una rassegna pubblica e Ulrike Brandi, in qualità di lighting designer incaricato, ha chiesto allo studio di architettura Verena Onnen un supporto per sviluppare un concetto per la presentazione.

Amburgo. Hamburg Messe. ‘Living with Light. Light Cubes for Home2’. Kitchen Light (cortesia foto: Ulrike Brandi Licht)

L’obiettivo era quello di sviluppare spazi individuali, adattabili ad una normale situazione residenziale urbana – cucina, bagno, vita quotidiana, riposo – interpretati con un design monocromatico astratto. Questi cubi abitativi unicolor dovevano attirare l’attenzione sulle installazioni di luce bianca e portare a effetti visivi sorprendenti.

In ogni cubo abitativo è stato presentato un ciclo di scenari di luce per sensibilizzare il visitatore per i diversi effetti della luce. Nonostante la forma astratta di presentazione, il cliente potrebbe adottare queste informazioni tecniche per la propria casa.

PER IL LIGHTING DESIGNER

SULLA GESTIONE DEL PROGETTO. C’è molta comunicazione nel processo di progettazione di un edificio con una buona luce. L’atteggiamento tra i membri del team, il loro rispetto reciproco e la loro curiosità di apprendere di più in ogni progetto è il vivace impatto sul nostro lavoro. Nel caso di Home² siamo stati molto fortunati, poiché l’architetto e il lighting designer si conoscevano da precedenti progetti ed è stato possibile stabilire una comunicazione molto strutturata. Il cliente si è unito a questa conversazione informale e anche se il progetto doveva essere realizzato in una situazione di stress elevato, tutto è andato bene ed è stato realizzato in tempo.

GLI STRUMENTI. L’immaginazione è il nostro punto di partenza! La nostra ispirazione deriva dai fenomeni di luce naturale come il tramonto, da un temporale o da una giornata grigia piovosa, tutte queste atmosfere e le loro transizioni sono benvenute. Il passo successivo sono le nostre stime, che tipo di apparecchi di illuminazione e di quale quantità abbiamo bisogno, quindi procediamo a realizzare mock-up e test con l’architetto e il cliente. Facciamo anche calcoli di illuminamento per dimostrare il soddisfacimento dei livelli richiesti, non per mostrare l’atmosfera dello spazio.

IL RAPPORTO CON LA COMMITTENZA. Cerchiamo di utilizzare apparecchi di illuminazione standard o “soltanto” varianti a prodotti standard. Queste soluzioni sono sviluppate in una grande complessità e ricerchiamo il carattere di distribuzione della luce che vogliamo, mentre la forma esterna è il nostro secondo obiettivo. Il cliente è grato per questo approccio, in quanto vorrebbe ottenere sistemi di illuminazione facili da manutenere o da sostituire. Nel nostro progetto “Light cubes for Home2”. Abbiamo avutola possibilità di mostrare l’interazione tra la sorgente luminosa e le superfici delle stanze, in particolare quanto i colori riflessi forti influiscano sull’umore. È divertente esplorare questi fenomeni di luce e percezione e usarli in un progetto come questo, l’ambiente costruito quotidianamente dai visitatori.

PER L’ARCHITETTO

SULLA GESTIONE DEL PROGETTO. Come architetto sei responsabile di una progettazione sostenibile e funzionale degli edifici. Bisogna anticipare il futuro delle abitudini e delle tecnologie in una fase molto precoce del progetto poiché l’installazione elettrica – specialmente nei controsoffitti – fa parte del lavoro strutturale e il design della luce è più o meno sviluppato invece nella fase successiva del design degli interni. Questo comporta un enorme divario presente nel processo di pianificazione e, di conseguenza, si tenta di coniugare un design multifunzionale della luce con le singole installazioni luminose per il cliente.

GLI STRUMENTI. La cosa migliore è coinvolgere il progettista della luce il più presto possibile nel progetto e collaborare in team con l’ingegnere elettrico. Come installazione multifunzionale l’iter non comporta costi elevati combinati con una consulenza di controllo aggiornata e offre la maggior parte delle opzioni per il futuro. Il fattore tempo in questo senso non è controllabile in quanto lo sviluppo tecnico non è più prevedibile.

IL RAPPORTO CON LA COMMITTENZA. Come architetto devi sensibilizzare il cliente tenendo presente il divario sopra menzionato nel processo di pianificazione: lampade e design della luce sono selezionati in modo analogo ai complementi di arredo appena prima di entrare, mentre le installazioni a grandi numeri sono pianificate prima dell’inizio della costruzione. La direzione del progetto deve consigliare il cliente di coinvolgere un progettista della luce in una fase molto precoce della pianificazione e impegnarsi maggiormente in un’installazione multifunzionale e sostenibile per essere preparato per eventuali cambiamenti nella successiva pianificazione dell’illuminazione personalizzata.

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Le Havre. Ristrutturazione del Centro ‘Le Volcan’

Sara Castagné, Concepto – Bagneaux 

Dominique Deshoulières, Deshoulieres Jeanneau Architects – Poitiers, Parigi

Abbiamo condiviso una collaborazione di 6 anni attorno alla ristrutturazione del Centro Le Volcan, un complesso di edifici costruiti da Oscar Niemeyer nella città francese di Le Havre negli anni ‘80. Si tratta di un rinomato luogo culturale, con due edifici originariamente progettati per ospitare due teatri e spazi pubblici per ospitare il pubblico.

Questo sito struttura la prospettiva del bacino del “Commercio” vicino al porto e fa parte dello sviluppo del sito del patrimonio urbano, all’interno del perimetro dell’UNESCO. Il programma di interventi prevedeva un approccio generale al trattamento della luce con una doppia logica: rispetto nei confronti dell’architettura di Oscar Niemeyer e un contributo di modernità nei prerequisiti per la luce.

Un’immagine esterna del ‘Big Volcano’ (cortesia photo: Agence CONCEPTO)

Inizialmente quando Dominique Deshoulières chiese a Sara Castagné di lavorare con lui, ascoltò i suoi prerequisiti architettonici per trasformare gli edifici: 1) ristrutturazione degli spazi senza distorcere l’architettura originale; 2) trasformazione del teatro in una sala filarmonica con soffitto mobile e utilizzo di pannelli di legno; 3) installazione di una biblioteca nel piccolo “Volcano” e creazione di un baldacchino zenitale per portare la luce del giorno; 4) trasformazione radicale della piazza esterna con nuovi accessi e percorsi. La grande sala del “Volcano” è stata particolarmente audace con la proposta di un’illuminazione completamente integrata, con una luce soffusa proveniente da sotto i sedili e le pareti in legno per mettere gli spettatori in condizione che l’occhio si rigeneri prima di passare all’oscurità propedeutica all’immaginazione dello spettacolo.

PER IL LIGHTING DESIGNER

SULLA GESTIONE DEL PROGETTO. Ci siamo concentrati su trasformazioni profonde: 1) Progettazione dell’illuminazione della sala filarmonica da 850 posti, minimizzando il contributo dell’illuminazione downlight a favore di una illuminazione indiretta. L’architetto voleva un’illuminazione confortevole non proveniente dal soffitto, quindi l’abbiamo realizzata proveniente in gran parte dalla parte inferiore delle poltrone; 2) Completamento dei calcoli degli irraggiamenti diurni e analisi della mobilità della luce naturale per la creazione della grande tettoia della futura biblioteca, al fine di stabilire il coefficiente di assorbimento necessario per filtrare una luce troppo generosa per l’atrio di una biblioteca; 3) Reintroduzione dell’illuminazione desiderata da Oscar Niemeyer in tutti gli spazi esterni, realizzando un tratto luminoso continuo sotto le ringhiere. I vincoli di tenuta al suolo hanno ridotto la possibilità in termini di integrazione degli apparecchi. Questi tre temi erano complessi da sostenere fino in fondo, ma ogni volta che uno dubitava, l’altro ci credeva! Questo ci ha permesso di non rinunciare mai alle scelte e, alla fine, tutto si è dimostrato fattibile e oggi funziona molto bene.

GLI STRUMENTI. Per scambiarci le esperienze e capirci, all’inizio abbiamo utilizzato il disegno, con schizzi che illustrano come la luce usa lo spazio e alla fine partecipa alla percezione. Quindi studi tecnici hanno ulteriormente chiarito i principi e infine la modellazione 3D su Dialux ci ha permesso di prefigurare i risultati in valori luminosi e capire come la luce si sviluppa nell’edificio, in particolare per lo spazio sotto il baldacchino nella biblioteca e per l’illuminazione nella ‘Volcano Room’.

IL RAPPORTO CON LA COMMITTENZA. Abbiamo realizzato sotto il grande baldacchino della Biblioteca lampadari luminosi che fluttuano nel loro volume e diffondono la loro luce mentre la luce del giorno diminuisce. Questi lampadari, in forma di nuvola, giocano allo stesso tempo, assorbendo il suono, fungendo da parasole e da diffusore di luce. Occupano il volume e ripristinano la scala monumentale dell’atrio: sono il risultato di un lungo lavoro di collaborazione con Dominique Deshoulières e Françoise Sogno, progettista d’interni per la Biblioteca, per regolare la scala dell’oggetto e le sue caratteristiche fotometriche rimanendo al contempo fluttuanti e luminosi. Dal momento che i lampadari sono stati progettati per risolvere problemi di illuminazione, acustica e ombreggiatura, l’idea di renderli oggetti personalizzati si è rapidamente dimostrata indispensabile. Il cliente ha quindi accolto con favore questa proposta: modellazione 3D, simulazioni luminose e acustiche hanno supportato le nostre proposte per convincerlo.

PER L’ARCHITETTO

SULLA GESTIONE DEL PROGETTO. Sulla questione della luce, la principale sfida dell’intero progetto è stata quella di portare la massima luce naturale in spazi precedentemente completamente chiusi: nel teatro, nella hall pubblica, nella hall degli artisti, nella hall della reception e nella biblioteca multimediale e negli spazi di lettura. La richiesta degli architetti al progettista dell’illuminazione è stata in primis rivolta a rafforzare questo lavoro, per “completare” questo contributo di luce naturale. In una seconda fase, abbiamo deciso di evidenziare attraverso la luce gli elementi interni dell’architettura di Niemeyer, tra cui le differenti textures in cemento. Infine, si è sviluppato un complesso lavoro comune tra architetto / acustico / scenografo / progettista dell’illuminazione / ingegneri per ottenere una sala modulare per spettacoli teatrali / musicali nella quale la luce è l’elemento rivelatore dell’atmosfera desiderata.

GLI STRUMENTI. Per lo sviluppo della grande sala, non avevamo ancora tutti i mezzi attuali per modellare il progetto nella nostra agenzia. C’era il software dell’acustico, il software del progettista dell’illuminazione, ma gli architetti e lo scenografo hanno sviluppato il progetto con i mezzi tradizionali ed efficienti per realizzare le sezioni.

IL RAPPORTO CON LA COMMITTENZA. Le relazioni con il cliente sono state stabilite a diversi livelli. Per la biblioteca multimediale e il teatro, abbiamo presentato le fasi successive del progetto agli utenti che le hanno modificate e convalidate. Per l’illuminazione esterna degli spazi pubblici, il lavoro è stato sviluppato con i servizi municipali della città, futuri gestori del sito, che hanno aderito al nostro approccio per migliorare il monumento e per un’atmosfera urbana di qualità.

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Dessau. New Bauhaus Museum

Carla Wilkins, Lichtvision Design – Berlino

Roberto Gonzalez, Addenda Architects – Barcellona

Il nuovo Museo Bauhaus Dessau, progettato da Addenda Architects, è stato spesso descritto come “Una scatola nera in un guscio di vetro”. Il design dell’edificio ha subito diverse modifiche. Il progetto illuminotecnico ha dovuto soddisfare tutte le parti coinvolte bilanciando budget, funzionalità, energia e normative di sicurezza e, soprattutto, la progettazione dell’edificio.

(photo credit: Zumtobel Group – Faruk Pinjo)

Con un progetto come il Museo Bauhaus, la comunicazione tra tutte le parti è stata una parte cruciale del processo. La Fondazione Bauhaus Dessau ha funzionato come impulso iniziale e decisore, gli architetti hanno generato la visione e assicurato la corretta attuazione di linee guida e regolamenti. Il piano terra dell’edificio, ad esempio, funziona come spazio multifunzionale convertibile che ospita il bookstore del museo, il registratore di cassa e offre uno spazio aperto per visite guidate di gruppo ed eventi.

Con una serie di vincoli del genere c’era la consapevolezza che l’illuminazione avrebbe dovuto rappresentare un approccio ultra-funzionale che si adattasse esteticamente e praticamente all’approccio seguito dagli architetti e, in definitiva, alla filosofia Bauhaus.

PER IL LIGHTING DESIGNER

SULLA GESTIONE DEL PROGETTO. Il design architettonico e la struttura aperta dell’edificio nonché il ritmo dei fasci luminosi sono stati fissati con l’approccio di una soluzione di illuminazione architetturale integrata. Il linguaggio del design doveva essere industriale ma al servizio di tutti i requisiti tecnici di un museo del XXI secolo e le impostazioni dovevano consentire diverse funzioni tramite il controllo dell’illuminazione. La semplicità e la forza dello spazio richiedevano una soluzione che riduceva al minimo l’intervento possibile. L’ottima collaborazione con gli architetti e la loro rapida comprensione delle prestazioni del progetto illuminotecnico nello spazio sono state la base per trasformare il concetto generale in un design olistico.

GLI STRUMENTI. Gli strumenti che abbiamo scelto sono scaturiti dalla discussione generale sull’approccio e su come il Museo Bauhaus vorrebbe vedersi in futuro. Si è deciso di optare per un prodotto industriale a LED potenziato con tecnologia Bluetooth per consentire la connessione con l’APP client per informazioni di base sulle esposizioni. La qualità dell’illuminazione con RA> 90 si basava sui requisiti dei musei. In termini di distribuzione della luce in base alle esigenze degli spazi, abbiamo optato per una ‘luce democratica’, con linee di luce con una qualità della luce diffusa o con un’illuminazione di tipo direzionale (spot con diversi angoli di emissione del fascio). L’atmosfera luminosa in diverse aree segue la funzione degli spazi. Il controllo dell’illuminazione DALI migliora il concetto generale con diverse impostazioni di scenari.

IL RAPPORTO CON LA COMMITTENZA. Grazie alle caratteristiche del linguaggio di progettazione di un prodotto industriale, era necessario solo modificare gli apparecchi e integrare la migliore tecnologia per l’illuminazione dei musei. Il cliente si è proposto come un partner competente nelle discussioni e nelle decisioni. Il Bauhaus Museum Dessau è stato sempre informato e ha supportato il team di progettazione in modo eccezionale.

PER L’ARCHITETTO

SULLA GESTIONE DEL PROGETTO. Quando affrontiamo come architetti il tema dell’illuminazione, ne discutiamo principalmente su tre argomenti: 1) Integrazione della luce con l’architettura: stiamo cercando un chiaro contrasto tra la materialità costruttiva dell’edificio e le sue caratteristiche tecniche, dove la luce giochi un ruolo chiave o speriamo di fondere lo stile della materialità costruttiva con lo stile e il tipo di luce? 2) Funzionalità: il più delle volte, la luce di un edificio deve svolgere una funzione (anche quando viene utilizzata come intervento artistico); 3) Flessibilità: ciò di cui abbiamo bisogno oggi può differire da ciò che è necessario domani. In un mondo che chiede sostenibilità ed efficienza, non dovremmo progettare e costruire solo ciò di cui abbiamo bisogno oggi, ma capire alcune delle molteplici vite che il nostro edificio progettato avrà e renderlo così più duraturo e efficiente.

GLI STRUMENTI. In generale, come architetti, apprezziamo qualsiasi visualizzazione grafica che rappresenti il concetto di illuminazione. A seconda del progetto o dell’idea di base, una rappresentazione codificata a colori del calcolo della luce insieme a riferimenti di illuminazione da un catalogo ma anche da interventi esistenti è sufficiente per seguire la discussione durante il processo di progettazione. Perfette sono per noi le immagini fotorealistiche, che propongono la materialità descritta e discussa durante le sessioni di incontro, come abbiamo ottenuto per il Museo Bauhaus di Dessau. L’ampia gamma di software disponibili consente a ciascun team di orientarsi durante il processo di progettazione.

IL RAPPORTO CON LA COMMITTENZA. La chiave per un buon risultato è avere una buona comunicazione e comprensione tra team e collaboratori. Nelle prime fasi di un progetto, è importante avere incontri regolari con il cliente in cui si discute sia dell’architettura che della sua illuminazione. Durante tali incontri, l’idea alla base dell’architettura dell’edificio viene presentata e testata con il cliente. Vengono discussi diversi scenari, di conseguenza definite la flessibilità e l’adattabilità dell’illuminazione. L’estetica e la qualità del prodotto proposto sono presentate al cliente e approvate.

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Shenzhen. Terminal 3 Aeroporto di Shenzhen Bao’An

Keith Bradshaw, lighting designer, Speirs + Major – Londra

Massimiliano e Doriana Fuksas, Studio Fuksas – Roma

Oltre a seguire il progetto architettonico e la realizzazione del Terminal 3 dell’Aeroporto di Shenzhen Bao’An, lo Studio Fuksas ha progettato anche il layout dell’infrastruttura e gli interni. Lavorando in equipe gli architetti hanno sempre ricercato le soluzioni più efficaci per mantenere intatta l’idea iniziale del progetto.

Nel caso delle strutture, lavorando con Knippers Helbig hanno dovuto trovare una soluzione strutturale che consentisse di eliminare i pilastri mantenendo la doppia pelle dell’edificio, con il risultato di uno schema meno tridimensionale verso l’alto e più articolato a terra, che influenza anche il modo in cui la luce entra nell’edificio.

Un interno del Terminal 3 dell’Aeroporto di Shenzhen Bao’ An (photo: Leonardo Finotti)

Gli architetti hanno utilizzato una struttura in alluminio e vetro con una trama a nido d’ape preoccupandosi anche dell’eventualità di piogge e forti venti, temi che hanno influenzato sia la curvatura verso il basso che le depressioni della struttura.

Il progetto della luce, seguito da Keith Bradshaw dello studio Speirs + Major, ha poi arricchito questa soluzione trasformando la copertura in una “lanterna di carta sospesa”, illuminando il vuoto tra l’interno e l’esterno, caratterizzando così l’edificio di notte e incorniciandone l’impronta.

Il lavoro in equipe ed il coinvolgimento di consulenti con diverse competenze specialistiche è stato fondamentale per garantire una realizzazione che fosse conforme al concept architettonico.

PER IL LIGHTING DESIGNER

SULLA GESTIONE DEL PROGETTO. Una buona progettazione dell’illuminazione è il frutto di una collaborazione e richiede al team di progettazione di ascoltarsi a vicenda. Nel lavoro con Studio Fuksas siamo stati attenti a comprendere appieno l’ambizione architettonica del progetto prima di dire qualsiasi cosa: il concept di illuminazione deve essere scoperto piuttosto che applicato sull’architettura. Come dovrebbe apparire e ‘sentire’ l’edificio? Come può la luce enfatizzare e rivelare i principi fondamentali del design? Come può la luce interagire perfettamente con l’edificio per offrire la funzionalità e la flessibilità richieste da un grande spazio civico? Queste conversazioni si sviluppano nel tempo, attraverso una varietà di dialoghi o studi e parole fino a quando non viene rivelato il progetto illuminotecnico mostrato come il modo più appropriato per illuminare l’edificio.

GLI STRUMENTI. Noi realizziamo studi, diagrammi e storyboard per testare le idee. Piccoli mock – up e modelli di test vengono utilizzati per verificare materiali o dettagli chiave. La comunicazione globale delle idee deve essere adattata per soddisfare il cliente e i tempi disponibili per coinvolgere il cliente e il team con il design dell’illuminazione.

IL RAPPORTO CON LA COMMITTENZA. Lavoriamo a stretto contatto con i nostri clienti per sviluppare idee uniche ma pertinenti alle loro esigenze e ambizioni. Durante questo dialogo diventa chiaro se abbiamo bisogno di sviluppare prodotti personalizzati ma spesso sviluppiamo soluzioni basate su prodotti standard utilizzati in modi creativi e innovati.

PER L’ARCHITETTO

SULLA GESTIONE DEL PROGETTO. Già dalle fasi di concept del progetto dell’aeroporto di Shenzhen abbiamo ragionato su un’immagine chiara, una sorta di scultura organica e sospesa, che ha guidato in modo prioritario l’intera evoluzione delle soluzioni del progetto, fino alla sua realizzazione. La doppia pelle che avvolge la struttura, sia all’interno che all’esterno dell’edificio, mostra un pattern a nido d’ape, un doppio layer che filtra la luce naturale animando gli spazi interni. Per noi era fondamentale che il progetto della luce contribuisse alla caratterizzazione iconica dell’edificio, e che fosse integrato nell’architettura in maniera semplice, chiara e definita. Lavorare a stretto contatto con i lighting designer ci ha permesso di realizzare un’illuminazione mirata che guida e segna il percorso del viaggio che i passeggeri compiono dentro e fuori l’edificio.

GLI STRUMENTI. L’idea e la forma, se possono essere definiti “processi operativi”. In questo caso la genesi dell’edificio ha a che fare con l’acqua ed il cielo, la forma
del terminal ricorda quella di una manta, si trasforma poi in una specie di uccello, diventa poi qualcosa di più meccanico fino ad assomigliare ad un aereo, e l’illuminazione ha contribuito a sottolinearne la leggerezza. È stato fondamentale che il progetto della luce abbia assecondato ed enfatizzato questa idea durante il processo creativo-progettuale.

IL RAPPORTO CON LA COMMITTENZA. Nel caso dell’aeroporto di Shenzhen la fase di studio, successiva al concorso, è stata particolarmente complessa ma, dopotutto, affascinante. La rapidità di realizzazione del progetto, di soli 26 mesi, ha contribuito a mantenere la freschezza della nostra idea. I primi render realizzati sono infatti identici alla realizzazione ed è stato lo stesso per il progetto della luce che è diventato quindi la “spina dorsale” e funzionale delle diverse destinazioni d’uso degli spazi, sia interni che esterni

(a cura di Massimo Maria Villa)

I Lighting Designer e gli Architetti del nostro FORUM

Campus Humanitas University. Milano

ROSSI BIANCHI Lighting Design
FTA FILIPPO TAIDELLI Architetto – Milano

Flagship Store “Italgraniti”. Milano

SAVETHECLOCK DESIGN STUDIO
Centro Stile Milano Architetti

Flagship Store “Dr. Vranjes Firenze”. Kuwait City

LDT Lighting Design Team
STUDIO CRISTOFORI SANTI ARCHITETTI – Milano

Pisa. Museo dell’Opera del Duomo

ASTRAPTO Light Designers
GUICCIARDINI & MAGNI Architetti – Roma-Firenze

Anversa. L’illuminazione della Cattedrale

SUSANNA ANTICO Lighting Design Studio – Milano
Città di Anversa – Anversa

Stoccolma. Arlanda Airport VIP Services

CHIARA CARUCCI – Lighting Designer
MARK HUMPHREYS, Architetto – TENGBOM – Svezia-Finlandia

Bangalore. Bowring Institute

IVORYSENS – Bangalore – India
Pragrup, Architecture and Urbanism, Bangalore – India

Podolsk, Mosca. Riviera Shopping Mall

ACTLD DESIGN + EXPERIENCE, Bruxelles
5+ Design Hollywood, Dubai, Shanghai

Hamburg Messe. Living with Light: Light Cubes for Home2

ULRIKE BRANDI Licht, Amburgo
VERENA ONNEN, Onnen Architekten IngenieureAmburg

Le Havre. Ristrutturazione del Centro ‘Le Volcan’

SARA CASTAGNÉ, Concepto – Bagneaux
D. DESHOULIERES – Deshoulières Jeanneau Architects – Poitiers, Parigi

Dessau. New Bauhaus Museum

CARLA WILKINS – Lichtvision Design, Berlino
ROBERTO GONZALEZ – Addenda Architects, Barcellona

Shenzhen. Terminal 3 Aeroporto di Shenzhen Bao’An

KEITH BRADSHAW – Speirs + Major, Londra
MASSIMILIANO E DORIANA FUKSAS – Studio Fuksas, Roma