Il nuovo design dal Salone Satellite 2016

La lampada al centro

 

"Aizome" di Ryota Yokozeki
“Aizome” di Ryota Yokozeki

Colorata, minimal oppure ipertecnologica: è ancora una volta la lampada, proposta in materiali e forme diverse, l’oggetto di sperimentazione dei designer under 35

Con “Nuovi materiali, nuovo design” – tema del 19esimo SaloneSatellite, nell’ambito della recente edizione del Salone del Mobile – il focus è ripensare al mondo del progetto, ampliando gli orizzonti di ricerca, ed esplorando quanto di più innovativo le scienze dei materiali offrono.

Ma non soltanto: la sfida è riscoprire le potenzialità dei materiali tradizionali, da sempre utilizzati nel processo produttivo, accostandoli alle moderne tecnologie, al di là dei limiti fisici della forma. Sfida in cui la lampada sembra ancora essere – per funzione e sua vocazione naturale – l’oggetto di ogni sperimentazione, anche la più ardita.

LAMPADA “MINIMAL”

David Pompa Alarcón
David Pompa Alarcón

David Pompa Alarcón

Ecco la proposta di un design contemporaneo che stabilisce un forte legame con l’identità messicana, innovando tecniche e materiali, nel rispetto dell’eredità culturale del Paese: è questa la filosofia progettuale di “Minimal”.

Uno spot a sospensione a luce LED, inserito in un tubolare sottile, prodotto in “Barro Negro”: l’antica lavorazione ceramica artigianale, dai colori scurissimi, conosciuta dai primi abitanti dello stato di Oaxaca, gli Zapotechi, è alla base del processo ideativo.

La sospensione “Minimal” è corredata di 1 x 3 W LED, con tc 3000K (110-240 V), per un flusso luminoso di 170 lm. Non dimmerabile, è connessa tramite cavo in PVC da 200 cm, estensibile a richiesta. Realizzata in ceramica nera, con finiture in smalto nero, metallo lucido o rame lucidato e finiture speciali a richiesta (photo courtesy: studio davidpompa)
La sospensione “Minimal” è corredata di 1 x 3 W LED, con tc 3000K (110-240 V), per un flusso luminoso di 170 lm. Non dimmerabile, è connessa tramite cavo in PVC da 200 cm, estensibile a richiesta. Realizzata in ceramica nera, con finiture in smalto nero, metallo lucido o rame lucidato e finiture speciali a richiesta (photo courtesy: studio davidpompa)

LAMPADA “LITE-LITE”

Paola Palmieri
Paola Palmieri

Paola Palmieri (Duepi)

Sfruttando la tecnologia della levitazione magnetica, il paralume della lampada “Lite-Lite”, realizzato in PLA tramite stampante 3D, galleggia nell’aria.

Il sistema Arduino micro gestisce il meccanismo di accensione e spegnimento: basta accostare il dito al sensore.

Nella lampada “Lite – Lite”, il sistema Arduino gestisce il meccanismo di accensione e spegnimento della lampada. Nello sviluppo futuro, è previsto lo sviluppo di una APP per smartphone per gestire luminosità e cambio colore (photo courtesy: Studio Duepi)
Nella lampada “Lite – Lite”, il sistema Arduino gestisce il meccanismo di accensione e spegnimento della lampada. Nello sviluppo futuro, è previsto lo sviluppo di una APP per smartphone per gestire luminosità e cambio colore (photo courtesy: Studio Duepi)

La sorgente luminosa, definita da una sorgente Middle Power LED, è composta da 9 LED, il cui flusso è di 540 lm. La base della lampada è interattiva e permette di ricaricare il cellulare, ascoltare musica e dimmerare la luce.

La versione moody lamp – quella presentata alla Design Week – diffonde una luce piena o soffusa, a seconda dell’orientamento della scocca in resina bianca opalina.

SISTEMA “CRAVACHE”

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Pauline Capdo e Luis Bellenger

Pauline Capdo and Luis Bellenger (PaulinePlusLuis)

“Cravache” può essere montata sia a parete sia a soffitto. Una semplice modifica dell’apparecchio permette di adattare la luce alle proprie esigenze in termini di illuminazione o di spazio.

La flessibilità è data dagli elementi filiformi, ma rigidi, che costituiscono la lampada, divenendo essi stessi parte della componente strutturale dell’oggetto.

Il filo non è soltanto un conduttore elettrico, ma diviene elemento strutturale dell'oggetto: la forma della tensione generata dal suo attacco, fa sì che sia la lampada stessa a disegnare la propria curva nello spazio (photo courtesy: Julien Renault)
Il filo non è soltanto un conduttore elettrico, ma diviene elemento strutturale dell’oggetto: la forma della tensione generata dal suo attacco, fa sì che sia la lampada stessa a disegnare la propria curva nello spazio (photo courtesy: Julien Renault)

I designer assemblano, nello stesso prodotto, materiali come fibra di vetro, PVC, gomma, legno dipinto e cavi elettrici.

LAMPADA ” BROKEN HEART”

Philipp Käfer
Philipp Käfer

Philipp Käfer

Si tratta di progetti che affascinano, che si possono accarezzare con la punta delle dita, quelli del designer berlinese. Al Satellite, Käfer presenta forme frammentate, caratterizzate da linee interrotte.

In “Broken Heart” – la lampada (con LED tube 40 V) è definita da una sorgente luminosa circolare, mentre le superfici specchianti nelle quali la sorgente è iscritta sono piegate in angoli diversi.

Il designer tedesco lavora utilizzando forme metalliche, lavorate e piegate con differenti tecniche (photo courtesy: Studio Philipp Käfer)
Il designer tedesco lavora utilizzando forme metalliche, lavorate e piegate con differenti tecniche (photo courtesy: Studio Philipp Käfer)

I fogli lucidi, messi insieme quasi per caso, rompono l’immagine del cerchio e la disperdono in più direzioni.

MILL TABLE LAMP

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Rachel Griffin

Rachel Griffin (Earnest Studio)

I temi dei materiali e della modularità sono per la designer Rachel Griffin il punto di partenza per disegnare oggetti semplici e rigorosi per il vivere quotidiano: è il caso della lampada da tavolo Mill, che utilizza LED ad alta efficienza energetica, ed è alimentata da una connessione USB a bassa tensione.

 "Mill" è una lampada da tavolo mobile che mantiene la sua posizione grazie all’equilibrio di due componenti - una palla in equilibrio su un cono – che le permettono una gamma ampia di movimenti, che si combinano con l’effetto di gravità (committente: Umbra Shift; concept: Rachel Griffin e Emilie Pallard; Product Design: Rachel Griffin e Emilie Pallard) (photo courtesy: Earnest Studio)
“Mill” è una lampada da tavolo mobile che mantiene la sua posizione grazie all’equilibrio di due componenti – una palla in equilibrio su un cono – che le permettono una gamma ampia di movimenti, che si combinano con l’effetto di gravità (committente: Free to Edition; concept: Rachel Griffin; Design and Development: Rachel Griffin e Camille Fraslin) (photo courtesy: Pim Top)

Ispirata alle pale del molino, la sua forza espressiva sta nel gioco di equilibro tra la sfera, in cui passa il braccio dell’apparecchio, e la base stessa della lampada.

SISTEMA “CIRCULOS”

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Jorge Diego Etienne

Jorge Diego Etienne

“Círculos” è una collezione di oggetti che indaga la relazione tra la geometria planare e lo sviluppo tridimensionale del design, inteso come forma e struttura.

Lo si comprende nelle serie di lampade a sospensione. Chiaro l’intento: reinterpretare l’uso comune della plastica e del metallo nel settore dell’illuminazione.

Nell’ambito della collezione “Circulos”, la serie di lampade a sospensione realizzate in plastica e metallo presentano nella parte interna una parte in lamiera con incisione digitale (photo courtesy: Jorge Diego Etienne)
Nell’ambito della collezione “Circulos”, la serie di lampade a sospensione realizzate in plastica e metallo presentano nella parte interna una parte in lamiera con incisione digitale (photo courtesy: Jorge Diego Etienne)

L’interno della lampada è formato da una lamiera, che si avvolge, a mo’ di cerchio, incastrandosi nei tagli incisi sulla superficie. Grazie alla luce, l’ombra di questi ultimi si diffonde sulla fascia di plastica esterna, dai colori vivaci.

LAMPADA “AIZOME”

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Ryota Yokozeky

Ryota Yokozeki

La lampada “Aizome”, da tavolo o a sospensione, è il risultato dell’armonia tra l’impronta contemporanea e la tradizione culturale giapponese.

Il blu intenso dell’Indigo – sostanza con la quale i tintori della città di Gujō, nella Prefettura di Gifu, colorano l’abbigliamento – è il filo conduttore del progetto.

 All’epoca dei samurai, Tokushima era sinonimo di Aizome, ovvero del color blu indaco che veniva prodotto da coltivazioni autoctone : la colorazione realizzata con le antiche tecniche aveva una tenuta di oltre 100 anni e per questo arredava le casate dei nobili guerrieri (photo courtesy: Ryota Yokozeki)
All’epoca dei samurai, Tokushima era sinonimo di Aizome, ovvero del color blu indaco che veniva prodotto da coltivazioni autoctone : la colorazione realizzata con le antiche tecniche aveva una tenuta di oltre 100 anni e per questo arredava le casate dei nobili guerrieri (photo courtesy: Ryota Yokozeki)

La sfera di vetro, dentro cui si accende la luce LED, riflette nell’ambiente le nuance scure della corda e della base della lampada.

SHIELD LAMP

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Jonas Lutz

Jonas Lutz

La chiave del progetto della lampada “Shield” è il paralume, a forma di scudo, che si collega al fusto della lampada, attraverso due magneti.

Questa connessione funge da cerniera e permette al paralume di inclinarsi o di essere tolto. La parte superiore di Shield Lamp può ruotare liberamente, grazie a un cuscinetto che si trova tra la base e la coppetta superiore dell’apparecchio, prodotto in alluminio anodizzato.

La chiave del progetto è il paralume, a forma di scudo, che si collega al fusto della lampada, attraverso due magneti (photo courtesy: Ricky Doornbos)
La chiave del progetto è il paralume, a forma di scudo, che si collega al fusto della lampada, attraverso due magneti (photo courtesy: Ricky Doornbos)

Questo movimento non influenza la lampadina né il cavo elettrico. Shield, per le sue caratteristiche, è l’ideale per la scrivania da lavoro oppure come luce d’ambiente. A fare la differenza è la flessibilità dell’angolo di inclinazione.

SISTEMA  “EARTH BULB”

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 “Earth Bulb” riconsidera il dinamismo della luce abbandonando la relazione luce – buio, per individuare le condizioni di luce all’interno del pianeta (photo courtesy: void setup() )
“Earth Bulb” riconsidera il dinamismo della luce abbandonando la relazione luce – buio, per individuare le condizioni di luce all’interno del pianeta (photo courtesy: void setup())

Costituito nel 2015, Voidsetup() è uno studio di giovani progettisti (Ryoji Takahashi, Shoto Sasaki, Shimpei Miura e Honmaru Michido), che hanno deciso di “ripartire da zero”, con l’obiettivo di riconsiderare tutti i processi del design attraverso continui esperimenti.

“EARTH BULB”, declinato nelle versioni “Lighting in forest”, “Sunset” e “Under the sea”, è un sistema di luci ideato per riprodurre l’atmosfera dei paesaggi naturali. Un invito a rilassarsi e a godere della bellezza del creato.

Il funzionamento è semplice: ogni lampada è dotata di un microcomputer, che controlla i colori del LED, l’accensione e lo spegnimento, oltre a interagire con lo spazio in cui essa è collocata.

SOSPENSIONE  “NET”

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Simo Serpola

Simo Serpola

È una lampada a sospensione che usa un tessuto poliestere stampato in 3D e la tecnologia LED. Può essere inserita sia in ambienti pubblici sia privati. Le sorgenti luminose, formate da due anelli, indirizzano la luce verso l’alto e il basso.

NET non ha nessuna struttura fissa: la sua forma dipende dal peso degli anelli contenuti nell’involucro fonoassorbente.

 NET non ha nessuna struttura fissa: la sua forma dipende dal peso degli anelli contenuti nell’involucro fonoassorbente (photo courtesy: Annikki Valomieli)
NET non ha nessuna struttura fissa: la sua forma dipende dal peso degli anelli contenuti nell’involucro fonoassorbente (photo courtesy: Annikki Valomieli)

Il design sintetizza l’immagine classica della lampada con l’innovazione tecnologica. Queste le caratteristiche tecniche: LED, tc 4000 K, flusso luminoso 2500 – 2700 lm, potenze 45 – 55 W, 24 V.

(arch. Elviro Di Meo)