
Nel contesto del teatro lirico una piccola-grande produzione è possibile – anche in una congiuntura complessa come quella attuale – ed è il caso dell’originale concept sviluppato dall’autore e regista Davide Livermore per il Singspiel di W.A. Mozart “Bastien und Bastienne” per il Teatro Nazionale di Genova nell’ambito degli eventi itineranti di TIR – Teatro in Rivoluzione. Abbiamo parlato con Antonio Castro, lighting designer dello spettacolo

Antonio Castro
Nato a Cambil, in Andalusia, ha iniziato la sua carriera di lighting designer dopo aver studiato ingegneria elettrica e aver lavorato come tecnico luci presso il Teatro Cánovas di Málaga.
Dal 2006 lavora come lighting designer in residenza per il Palau de les Arts Reina Sofía di Valencia. Vasta è la sua attività come lighting designer nell’ambito del teatro d’opera, con numerose importanti collaborazioni con diversi registi attivi in questo contesto, come Davide Livermore.
Quando il TIR si fa teatro
L’idea di ‘teatro mobile’ e ‘tascabile’ di Davide Livermore unisce alla perfezione la Commedia dell’Arte e la sua condizione itinerante con quella dell’artificio della rappresentazione d’occasione che il singspiel mozartiano ‘Bastiano e Bastiana’ inquadra perfettamente anche per la sua aura magica, nata per lo spazio misterioso del giardino del medico e ipnotizzatore Mesmer. Tecnicamente, quali sono gli aspetti principali che hai dovuto considerare nei rapporti fra il progetto del disegno luci e la ‘scatola magica’ del palcoscenico?
“La prima cosa che ho dovuto considerare sono stati gli aspetti puramente tecnici e logistici. Si tratta di un’‘opera camion’ con un teatro “pieghevole” al suo interno, come nei libri pop-ups, oltre che un “teatro mobile” dove le rappresentazioni sono all’aperto.

Tutti questi aspetti sono, in certa misura – se confrontati con le caratteristiche tecniche che offre un teatro convenzionale – “limitanti”, nei termini di ciò che si può o non si può fare: l’allestimento (con montaggio-smontaggio quotidiano) deve essere semplice, pratico e con tempi non superiori a 5 ore in montaggio o 2 ore in smontaggio. Lo spazio alla fine è molto stretto e il movimento continuo dei cantanti e degli attori condiziona la capacità di usare le quinte.
Inoltre, quando si lavora all’aperto, bisogna tenere conto di possibili condizioni meteo avverse … oltre che dell’impossibilità di avere le corrette condizioni di buio fino quasi all’inizio dello spettacolo, fattore che a sua volta rende difficile il lavoro dei tecnici luci per controllare che tutto sia a punto e pronto.
In questo senso, il disegno luci deve essere semplice e pratico, ma allo stesso tempo molto versatile nei termini di lasciarti creare con una certa libertà le diverse ambientazioni di ogni scena”.


Sul disegno luci dello spettacolo
Nello spettacolo la profondità ridotta del palcoscenico sembra essere riequilibrata da un efficace uso multiplo e sovrapposto delle belle quinte sceniche disegnate da Livermore, mentre dal canto suo la luce contribuisce a dare volume e profondità di campo attraverso l’uso dei tagli, dei piazzati e della luce colorata. Vuoi raccontarci meglio questi aspetti dal punto di vista delle tue scelte tecniche?
“Il mio disegno luci può essere spiegato in due parti: da un lato, dall’esigenza di illuminare il set in sè, formato nel suo insieme da elementi piani con motivi dipinti in modo tale da creare una certa unità o continuità, senza lasciare zone troppe buie e cercando di far sì che tutte le parti si integrino tra loro dando senso allo spazio nella sua “falsa” tridimensionalità.
Ho usato per questo proiettori con ottica a luce diffusa tipo “flood” come batterie di lampade alogene con ottica dicroica e strip LED RGBW appese in modo strategico, frontalmente dall’alto, e allo stesso modo ho utilizzato proiettori con ottica “panorama” e una “ribalta” con lampade a luce calda sul pavimento in boccascena.
Tutti questi elementi, attraverso un corretto controllo dell’intensità e del colore, contribuiscono a illuminare lo spazio scenico in modo morbido e allo stesso tempo creano un’altrettanta utile luce soffusa sui cantanti-attori.
D’altra parte, non meno importante, c’è un’illuminazione che ha il compito di seguire l’azione dei cantanti-attori: e qui il ruolo della luce è principalmente quello di permettere al pubblico di vedere e seguire il singspiel. C’è un detto nella nostra professione con il quale mi trovo perfettamente d’accordo che dice: “Se non si vede bene, non si ascolta bene”.
Questo però non basta e approfittando che loro sono quasi gli unici “elementi” tridimensionali in scena, non bisogna dimenticare di lavorare anche sui loro volumi giocando con le luci-ombre e colore, per ottenere una maggiore profondità e relazione spaziale. Qui ho utilizzato motorizzati piccoli e leggeri con lampade a scarica per le luci di taglio e di controluce”.
La prossimità di un pubblico di estimatori che lo spettacolo itinerante avvicina ogni volta nelle strade e nelle piazze ha trovato corrispondenze nel concept ideativo della tua pianta luci? Mi spiego meglio: come hai lavorato ad esempio per caratterizzare i tre personaggi portanti della storia, Bastienne, Bastien e il mago Colas?
“Non esiste l’idea di una luce che caratterizza separatamente ogni personaggio, piuttosto una luce che cambia ed evolve durante l’intera rappresentazione in funzione di ciò che sta accadendo e rispetto a quanto si sta ascoltando: sentimenti, emozioni, pensieri… tutto descritto così bene dalla musica di Mozart.
In questo senso, deve esserci una corrispondenza ‘sincera’ tra quanto accade in scena e quanto si ascolta (e questo è il ruolo del regista) che la luce deve contribuire ad ‘amplificare’ con le sue atmosfere e il suo stesso ritmo”.

Un’architettura scenica ‘ad hoc’ anche per il distanziamento
L’architettura ‘a scomparsa’ di questo spettacolo si definisce anche come una soluzione ad hoc per attuare concretamente le richieste di distanziamento poste dalle normative anti Covid-19 e le corrette relazioni fra le diverse parti in gioco, cantanti e attori, musicisti e cast tecnico. Più nel dettaglio, come vi siete organizzati e strutturati da questo punto di vista?
“Tutto è stato organizzato molto bene in modo che il team tecnico e artistico lavorasse con la massima sicurezza. I test erano praticati con costante periodicità e l’uso della mascherina era obbligatorio quando non si poteva mantenere la distanza di sicurezza.
I cantanti e gli attori avevano un protocollo più rigoroso poiché dovevano cantare, recitare e interagire tra loro. Il giorno della prima era prevista anche l’attuazione di ampie misure di sicurezza nel controllo dell’accesso del pubblico con una capienza ovviamente più limitata e in conformità alle regole previste dalle autorità”.
La luce precisa e ‘rotonda’ sugli attori in scena gioca anche molto nella valorizzazione dei costumi, accurati e bilanciati nei loro contrasti. Quali attenzioni hai rivolto in questo senso al lavoro sviluppato per lo spettacolo da Josè Maria Adame?
“Adame ha fatto un lavoro fantastico, molto equilibrato come dici tu, con l’uso delle sete e dei cotoni nei colori pastello e marrone… molto bene combinati, il che mi ha reso le cose molto più facili dato così che l’effetto della luce sul costume ha funzionato fin dal primo momento.
Allo stesso modo, il lavoro di trucco e parrucco è stato eccellente. Molte volte, quando lavori sulle luci durante le prove con i cantanti nei loro abiti normali, pensi che quello che stai facendo non funzionerà, ma quando arriva la prova con i costumi… voilà! Tutto ha un senso!
Il disegno del set e dei costumi come creazione e separatamente hanno un grande valore artistico ma, come dice Max Keller nel suo libro “Light Fantastic”, la luce ha la responsabilità di dare un significato all’insieme, e a volte è molto complicato… ma non in questo caso!”


Lavorare su una dimensione spaziale “obbligata” quali spunti e nuove soluzioni di illuminazione scenica ti ha permesso di individuare, anche per il tuo lavoro futuro?
“La cosa fondamentale per me è stata trovare proiettori d’illuminazione compatti e leggeri ma con la massima resa luminosa e con caratteristiche versatili che da un lato ci facilitino l’allestimento e il trasporto, dall’altro, sono ottimali nell’utilizzo per le loro caratteristiche per tipologie di lampada, potenza, zoom, colore, ecc.
Abbiamo dovuto realizzare e assemblare a mano, vista la mancanza di spazio, rampe equipaggiate con doppie strip LED RGBW per illuminare i fondali con un buon risultato, che non escludo di utilizzare in futuro”.
In conclusione, vorrei una tua valutazione qualitativa sul livello raggiunto dalle tecnologie di illuminazione oggi disponibili nell’ambito del tuo lavoro e su quelle che saranno le tendenze dell’illuminazione per la scena del teatro musicale nel prossimo futuro?
“In questo lavoro c’è ancora una convivenza tra le tecnologie degli ultimi decenni (alcune già obsolete) e le più nuove. Nello stesso spettacolo combino proiettori con lampade ad alogeni, con altri per lampade a scarica e altri che lavorano con tecnologia LED, e questo significa una grande difficoltà quando si lavora con il colore…
Molte volte non nasce da una tua decisione utilizzare l’una o l’altra soluzione, ma sono piuttosto i teatri e i fornitori a determinare la disponibilità, quindi devi lavorare con ciò che ti offrono. Oggi la maggior parte di questi teatri e i service stanno sostituendo le loro dotazioni, optando e scommettendo sull’aumento dei proiettori con tecnologia LED.
Adesso esiste un livello abbastanza ottimale di questa tecnologia in termini di caratteristiche e prestazioni rispetto, ad esempio, ai proiettori HMI di media potenza, qualcosa che fino a pochi anni fa era impensabile o sembrava fantascienza”.
(a cura di Massimo Maria Villa)
BASTIANO E BASTIANA (BASTIEN UND BASTIENNE)
SINGSPIEL DI W.A. MOZART (1768)
Produzione originale: Bastià i Bastiana / Palau de les Arts Reina Sofía Valencia
Ripresa 2020 Teatro Nazionale di Genova – TIR Teatro in Rivoluzione in coproduzione con Teatro Carlo Felice
Regia e scene: Davide Livermore
Direzione musicale: Aïda Bousselma
Costumi: José María Adame
Luci: Antonio Castro
Assistente regia: Allex Aguilera
Progetto audio: Edoardo Ambrosio
CAST ARTISTICO
Bastiano – Tenore Valentino Buzza
Bastiana – Soprano Giorgia Rotolo
Colas – Baritono Jorge Eleazar
TIR – Teatro in Rivoluzione.
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