Milano. Parco Portello

Il Ritmo del Tempo per il parco urbano

 

Milano, Parco Portello. Vista aerea diurna (photo courtesy: Nicola Colella)

Per il celebre architetto paesaggista americano Charles Jencks “il paesaggio e i giardini portano sempre l’impronta del tempo sulle loro superfici, nella loro crescita e nella loro decadenza”: così è anche per il disegno del palinsesto verde del Parco Portello, alle porte di Milano

Chi arriva a Milano in autostrada provenendo da nord scorge due colline che si ergono ai lati del principale viale d’accesso alla città; la prima a destra, il Monte Stella, alta 50 m, la storica collina artificiale realizzata nel dopoguerra da Piero Bottoni, costruita utilizzando le macerie causate dai bombardamenti della seconda guerra mondiale, la seconda, Helix (elica, spirale), alta poco più di 20 m, innalzata a partire dai primi anni 2000 utilizzando i materiali di scavo dei nuovi edifici costruiti nelle vicinanze.

La collina Helix, dalla forma tronco-conica, è stata creata dalla collaborazione sinergica tra l’architetto paesaggista Charles Jencks e i progettisti dello studio LAND e si trova in un grande parco urbano che copre una superficie di circa 70.000 m², area che un tempo ospitava le officine automobilistiche Alfa Romeo e Lancia.

Milano, Parco Portello. Un’immagine notturna della collina “Helix” (© LAND)

Il progetto e il suo sviluppo planivolumetrico

Il progetto per il Parco Portello, iniziato nel 2000 e che a febbraio di quest’anno ha visto ripartire i lavori per il completamento del lotto 4 su una superficie dell’area verde di circa 10.000 m², si sviluppa su una superficie complessiva di 240.000 m².

Milano, Parco Portello. Tavola planimetrica di progetto per il nuovo Lotto 4 (© LAND)

La nuova porta di ingresso a nord della città conduce verso il sistema autostradale e si pone in relazione con le indicazioni urbanistiche del Piano di intervento di Gino Valle, impostato su una grande diagonale.

Il parco rappresenta un momento di soglia e collegamento tra il quartiere fieristico e la nuova Piazza Mercato e può essere considerato un vero e proprio landmark di accesso al sistema metropolitano. Gli architetti Charles Jencks e Andreas Kipar di studio LAND hanno delineato in modo congiunto la modellazione morfologica del parco, che costituisce un sistema in continuità diagonale con il parco di Monte Stella.

Per Charles Jencks, grande architetto del paesaggio statunitense scomparso nel 2019, “nel Parco Portello a Milano il concetto base è rappresentato da “Il Ritmo del Tempo”, con i vari ritmi che pulsano sulla Terra e nell’universo formano la base della musica.

Le tre grandi colline insieme all’anfiteatro rappresentano idealmente le quattro fasi della storia dell’uomo: Preistoria, Storia, Presente e Futuro e il giardino piccolo illustra i Ritmi, dal battito del cuore alle Quattro stagioni, ai più importanti eventi dell’universo. I ritmi della crescita e del cammino sono in stretta sincope.”

Dal punto di vista metodologico, il progetto ha preso avvio dalla volontà di creare una forte continuità con la parte già realizzata del parco, sia dal punto di vista paesaggistico e percettivo che concettuale e il nuovo principio guida proposto da Charles Jencks prende le mosse dalle speculazioni sul tempo e i ritmi della Terra e dell’universo per concentrarsi sulle influenze che quest’ultimo genera sulla vita dell’uomo e sulla natura: il nome scelto per la nuova parte del parco è quello di “Moon Garden”.

Così la forma del parco è stata ispirata dal diagramma delle “Fasi della Luna” di Athanasius Kircher, dove il Ciclo lunare è rappresentato come una doppia spirale per entrambi gli emisferi terrestri, e queste forme rappresentano la durata della visibilità della luna nel cielo, con il suo sorgere e il suo assestamento.

Il percorso a spirale ascensionale si conclude con gli elementi di arredo posti sul parapetto del muro di contenimento, posizionati in asse con la scalinata di accesso al parco verso est, e introduce anche il tema del Sole e dei suoi effetti sulla Terra.

Se la collina è l’elemento di spicco l’intervento di LAND crea un insieme molto più articolato con altri due prospetti più bassi che generano uno spazio in cui sono stati creati due specchi d’acqua, che si aggiungono alle tante sorprese di questo parco urbano.

In un parco è molto importante la rete degli accessi e l’area verde è estremamente permeabile con i suoi numerosi ingressi che permettono connessioni con i vari quartieri circostanti: su uno dei lati si trova l’Istituto Palazzolo-Don Gnocchi, una struttura sanitaria e socio-assistenziale specializzata nella cura e riabilitazione di persone affette da gravi malattie neurologiche e legate al decadimento cognitivo.

Questo edificio influenza non solo visivamente l’organizzazione planimetrica del parco con un’area allungata e riparata costituita da un giardino ricco di piante e arbusti che segnano con i loro colori e fioriture il passaggio del tempo e delle stagioni. Le stele in acciaio dedicate ai mesi dell’anno, la pavimentazione in pietra chiara e scura in cui è segnata la storia del nostro universo dal Big Bang ai giorni nostri, i ciottoli che disegnano il profilo di un elettrocardiogramma, hanno lo scopo di aiutare l’orientamento della persona umana nel tempo e nello spazio, una caratteristica che molto spesso manca negli stati di deficit neurologico.

Da questo giardino si può salire al livello superiore attraverso comode rampe e accedere a un’area giochi per bambini e poi alla zona in cui si aprono i due specchi d’acqua, circondati, come in un abbraccio, da una lunghissima panchina circolare accanto alla quale sono stati piantati diversi abeti per fornire ombra e riparo.

Dal punto di vista morfologico il parco si sviluppa a differenti quote superiori rispetto al piano stradale (in media con un dislivello di 3 m), dislivelli recuperati attraverso un articolato sistema di percorsi che interessa tutta l’area.

I visitatori possono poi proseguire verso la collina Helix, caratterizzata da una doppia passerella, che permette di salire e scendere da diverse strade, e da una scultura sulla cima (che simboleggia la doppia elica del DNA) che si trova accanto ad un piccolo gruppo di pini. Dall’alto del rilievo in una giornata limpida è possibile godere di una vista notevole, che si estende fino alle montagne.

Milano, Parco Portello. Un’altra immagine notturna del Parco, con la collina “Helix” (courtesy photo: Marco Petrucci)

Da questa posizione elevata è ancora più chiaro che la costruzione delle colline e del parco può essere definita a tutti gli effetti un vero e proprio gesto scultoreo, carico di significato e ricco di occasioni non solo di svago, divertimento e sport, ma anche portatore di una riflessione più profonda sul rapporto tra uomo e natura che si sviluppa e cambia nel tempo.

Il progetto del verde

Il sistema del verde arboreo e arbustivo del parco si sviluppa in particolare lungo i bordi, nonché sui dolci piani inclinati sino ai piedi dei tre grandi rilevati.

Per quanto riguarda gli alberi sono presenti esemplari di Prunus subhirtella “Autumnalis”, Acer campestre, Acer platanoides, Acer pseudoplatanus, Betula pendula, Davidia involucrata, Magnolia grandiflora, Magnolia stellata, Magnolia x soulangeana, Pinus sylvestris, Morus alba, Prunus serrulata “Kanzan” e Liquidambar styraciflua.

Per quanto riguarda gli arbusti le scelte sono cadute su Azalea japonica, Choysia ternata, Clerodendron trichotomum, Mahonia japonica, Cortaderia selloana, Berberis thunbergii “Atropurpurea”, Lavandula angustifolia, Rose in varietà, Rose pimpinellifolia, Parthenocissus tricuspidata, Lonicera japonica “Goldflame”, Hedera helix, Escalonia “Pride of Donard”, Nerium oleander, Cistus thuringiaca albidus, Pittosphoro tobira “Nana”, Carpenteria californica, Choisya “Aztec Pearl”, Laurus nobilis, Wisteria sinensis, Jasminum officinale.

Il tappeto erboso è composto per il 5% da Lolium perenne, 10% Poa pratensis, 85% Festuca arundinacea “Amalia”, mentre la varietà del seme è di Dichondra repens al 100%.

Milano, Parco Portello. Un’altra immagine diurna del Parco (photo courtesy: Nicola Colella)

Il progetto di illuminazione

Nei progetti come questo dedicati ad aree di riqualificazione sono tante le figure professionali che interagiscono, poiché l’oggetto del progetto è complesso. Anche questo intervento è volto a ricucire il tessuto urbano da “spazio chiuso” a “spazio fluido”: la progettazione della luce deve considerare molti fattori e l’abilità del lighting designer è quella di combinare le volontà progettuali del committente con le esigenze poste dai volumi architettonici circostanti, creando una sorta di continuità capace di far percepire il passaggio tra l’interno e l’esterno.

Milano, Parco Portello (© LAND)

In questo caso l’obiettivo dell’intervento dello Studio Castiglioni è stato quello di ottenere un’illuminazione d’effetto che mettesse in risalto le forme della “Montagna Helix”. L’apparecchio integrato a luce LED (apparecchi ‘Glim Cube’, di iGuzzini) con una sua struttura di protezione al parapetto illumina il contorno della montagna, creando un’ illuminazione d’arredo e rendendo il progetto illuminotecnico più efficiente in
termini di risparmio energetico e costi manutentivi. L’ illuminazione ottenuta ha funzione esclusivamente di carattere scenografico, in quanto la “Montagna Helix” viene chiusa nelle ore serali al traffico pedonale.

Il progetto di illuminazione del Parco si è sviluppato secondo le seguenti linee guida: a) Inserire il progetto all’ interno di un più ampio intervento pubblico di illuminazione, in continuità con la zona residenziale e la piazza adiacenti, dove sono utilizzate analoghe soluzioni di illuminazione; b) Uniformare i livelli di illuminamento per composizione di fasci luminosi con l’utilizzo di proiettori, in quanto il percorso presenta una forma irregolare (apparecchi ‘Maxy Woody’, iGuzzini) c) l’illuminazione artificiale non doveva alterare gli equilibri dell’ecosistema presente.

Milano, Parco Portello. Tavola di progetto relativa alle scelte per il lighting (cortesia: Studio Castiglioni)

Nel parco i percorsi pedonali necessitano di un’illuminazione uniforme nel rispetto della nuova normativa europea e un apparecchio montato su palo garantisce attraverso una disposizione ordinata e poco invasiva il raggiungimento dei livelli di illuminamento e uniformità richiesti.

Il controllo e la messa a punto di ciascun dispositivo, al momento dell’installazione, hanno permesso, con un successivo ciclo manutentivo cadenzato nel tempo, un impianto sempre funzionante con i massimi livelli di rendimento.

Il ponte pedonale e ciclabile che collega il parco alla zona residenziale e commerciale è illuminato da apparecchi lineari integrati nella struttura. La nuova piazza circondata dalle facciate di nuove strutture ricettive e commerciali (la più grande di Milano), accoglie la fine del ponte pedonale e ciclabile e ha una pendenza del 5%, poggiante su due livelli interrati. Un sistema di illuminazione con apparecchi su palo provvede all’illuminazione generale di tutti gli spazi, mentre l’edificio centrale di altezza inferiore alloggia proiettori incassati sulla copertura per l’illuminazione a luce diretta del soffitto sovrastante e per riflessione la superficie della piazza.

(a cura di Giordana Arcesilai, lighting designer, Bologna)

 

GLI APPARECCHI UTILIZZATI

  • Sistema di apparecchi stradali ‘City Woody’, con braccio corpo singolo o doppio, con altezza 4 m fuori terra – proiettore ‘Maxi Woody’, con ottica stradale, tc 3000K
  • Apparecchi ‘Glim Cube’, 1 W x 3, con apertura dell’ottica a 200° rispetto al piano longitudinale, posizionati a 8 cm da terra
  • Apparecchi ‘Walky’ ad incasso

MILANO. PARCO PORTELLO

Committente: IPER S.p.A

Area interessata: 24 ettari

Durata dei lavori: 1997 – in corso

Progettista Partner – Concept e Landscape Design: Charles Jencks

Progettista Partner – Progetto: LAND Italia, Team: Andreas Kipar, Alain Carnelli, Giuliano Garello, Mauro Panigo, Tommaso Lorenzetti, Valerio Bozzoli

Lighting: Studio Piero Castiglioni

Apparecchi di illuminazione: iGuzzini

Piante e fornitura del verde: Zelari Piante – Gruppo Zelari

Apparecchi di illuminazione: iGuzzini

Piante e fornitura del verde: Zelari Piante – Gruppo Zelari

Foto: Nicola Colella, LAND, Marco Petrucci