
Come si sa, la luce riveste un ruolo importante nel benessere psicofisico delle persone, garantendo l’efficienza del sistema nervoso e delle difese immunitarie, oltre che regolare il ritmo circadiano e a migliorare lo stato d’animo.
Se tutto questo è vero in generale, lo è ancora di più in casa, dove trascorriamo la maggior parte del nostro tempo (con un record nel 2020 a causa dell’aumento delle persone che sono state costrette a convertirsi allo smartworking). Per questo motivo il sistema di illuminazione nel residenziale dovrebbe essere uno dei più considerati nell’ambito della progettazione.
Una casa può avere una magnifica architettura e degli splendidi mobili, ma se la luce è sbagliata non ci si sentirà “a casa”. Un buon progetto di illuminazione deve riflettere come l’occupante vive lo spazio, di conseguenza non si dovrebbe partire dalla scelta dei lampadari, ma da una valutazione dei bisogni di chi abita, considerando anche che tali bisogni possono modificarsi nel tempo.
L’età delle persone ad esempio gioca un ruolo fondamentale: invecchiando necessitiamo di più luce, d’altra parte all’avanzare dell’età si diventa più sensibili a fenomeni di abbagliamento da luci intense. Inoltre, non solo l’avvento dei LED ha aperto strade finora inimmaginabili, per design costruttivo, scelta di colori, dimensioni ridotte, basso consumo energetico, ma anche i sistemi di controllo si sono evoluti, integrandosi in un progetto di domotica.
Le nuove tecnologie assicurano che la luce sia disponibile al momento giusto e nelle giuste quantità e tali innovazioni permettono di gestire la luce tramite app e pannelli di controllo, rendendo la regolazione della luce comoda, funzionale e semplice.
Luce naturale e artificiale
La luce naturale è sempre da preferire come principale fonte di illuminazione per rendere l’ambiente confortevole e sano, oltre che essere a costo zero. La luce artificiale dovrebbe essere un’integrazione con quella naturale quando questa non è più sufficiente a svolgere le normali attività.
Parlando di luce artificiale un buon progetto di luce combina una illuminazione a più livelli (figura 1):
– Una illuminazione ambientale: cioè una luce funzionale che funge da sorgente principale ad illuminare gli spazi, uniforme e neutra, con un sufficiente livello di luminosità;
– Una illuminazione utile alle aree adibite a compiti specifici (task lighting) che generi un adeguato livello di illuminamento su una superficie di lavoro, senza creare rapporti di contrasto troppo alti con le aree circostanti. Un rapporto 3:1 con l’illuminazione ambientale è spesso considerato un contrasto adeguato;
– Una luce d’accento che rinforza l’estetica del design e crea enfasi sulle forme, sulle texture, esaltando i colori, con lo scopo di creare interesse visivo nello spazio;
– Una luce decorativa, con un doppio compito: integrare l’illuminazione degli altri livelli, ma anche migliorare l’estetica dello spazio, ad esempio introducendo elementi d’arredo come lampade di design, applique o candelabri.
Combinare questi livelli in modo equilibrato crea interesse visivo per lo spazio e un ambiente più invitante. I livelli di luce sopra elencati dovrebbero essere applicati in maniera consona ai vari ambienti della casa, con lo scopo di creare uno spazio invitante ma funzionale, permettendo una transizione confortevole da una stanza all’altra, in grado di accompagnare gli abitanti nel passaggio dal giorno alla notte in maniera continua grazie a sistemi flessibili, sempre tenendo conto del tema dell’efficienza energetica.
Misurare la luce
Se, per quanto riguarda la luce naturale, il controllo possibile è limitato, per la luce artificiale è necessario tenere conto di vari fattori al momento della progettazione. Due sono i principali: temperatura colore correlata (CCT) e indice di resa cromatica (CRI).
Il primo indica quanto una sorgente restituisca una sensazione di “caldo” (contro-intuitivamente si parla di temperature colore più basse: 2000-4000 K) o di “freddo” (maggiori di 5000 K).
Il secondo fattore valuta la capacità di una sorgente di luce di riprodurre accuratamente il colore di una superficie, restituendo un valore da 0 a 100. Per quanto l’indice corrente sia ora in discussione (tema che esula lo scopo di questo articolo) è comunemente accettato che un CRI maggiore di 90-95 indica una sorgente di luce con una buona resa cromatica. Oltre a questi due fattori, anche il contrasto di illuminamento misurato su diverse superfici adiacenti è una caratteristica importante.
Esso deriva da vari aspetti: dal tipo di sorgente stessa, e dall’interazione con le altre sorgenti. Il contrasto può creare una gerarchia visiva focalizzando l’attenzione in certe aree ma deve essere adeguatamente controllato.
Il compito del lighting designer è di tenere conto di questi parametri quando prepara il proprio progetto. Nell’illuminare una cucina dovrà creare armonia cromatica e di contrasto tra la luce ambientale e la luce task posta sotto i pensili, ma anche verificare che questa sorgente abbia un buon indice di resa cromatica, per aiutare nella valutazione della freschezza dei prodotti che si stanno cucinando e nella preparazione delle pietanze.
Nella stanza da bagno, la luce degli specchi dovrebbe evitare abbagliamento nell’utilizzatore, creare una luce morbida che renda i difetti della pelle meno evidenti, e un colore che la faccia apparire sana. In camera da letto ci si dovrebbe concentrare sull’atmosfera generale, creando un sistema flessibile che tenga conto dell’illuminazione generale, e una luce task sufficiente per leggere senza disturbare l’altro occupante del letto.
Utilizzare un dimmer dà la possibilità di controllare diversi livelli di luce in modo indipendente in modo che la stanza possa adattarsi a diversi stati d’animo come desiderato.

portatile e intuitivo (cortesia dell’autore)

Gli strumenti di misura
Come abbiamo visto, illuminamento, cromaticità e indice di resa cromatica sono le caratteristiche della luce che andrebbero sempre misurate e tenute sotto controllo. A tale scopo uno spettrofotometro a luce incidente ottempera a tutte queste funzioni: ne esistono modelli semplici e intuitivi (figura 2) adatti a lighting designer che desiderano avere uno strumento pratico e utile, fino a modelli più professionali, dove l’accuratezza della misura diventa fondamentale (figura 3).
(a cura di Cristian Bonanomi, Konica Minolta Sensing Europe B.V.)