
L’area denominata “ex Carlo Pranzo” all’ingresso nord della città di Lecce, impropriamente adibita fino a pochi anni fa a parcheggio e precedentemente a campo sportivo, è stata interessata negli ultimi anni da un progetto di riqualificazione urbana volto al recupero di un tratto superstite delle Mura cittadine di età cinquecentesca, volute dall’imperatore Carlo V per arginare le invasioni turche
Il progetto di riqualificazione del nuovo Parco delle Mura Urbiche ha trasformato l’area, a seguito della riapertura del fossato, in un parco urbano ad alta valenza storico-monumentale, già diventata meta privilegiata per gli abitanti e i numerosi turisti della città. Lecce può disporre così di un nuovo itinerario di visita che si dipana sopra-sottoavanti-dietro le Mura cittadine e di un nuovo accesso al centro storico che – grazie alla realizzazione di una passerella pedonale in acciaio corten che sovrasta i fossati – collega lo spazio esterno alle Mura con il giardino intra-moenia di Palazzo Giaconia.

Con il restauro della cinta muraria, del giardino terrazzato di età cinquecentesca e la sistemazione paesaggistica dell’intera area, la città salentina si arricchisce in questo modo di un affascinante paesaggio di pietra pluristratificato che racconta oltre 2000 anni di storia.
Numerose le stratificazioni archeologiche emerse nel corso dei lavori, come il rinvenimento di una strada romana del IV secolo, che collegava Lecce a Brindisi e alla via Appia, ed un tratto di fortificazione di età federiciana, oltre a tracce di graffiti come il cavaliere inciso sulla muratura esterna, somigliante ad un ritratto di Carlo V di Tiziano.
L’ambiente ebbe una destinazione ad uso militare e carcerario fino al ‘900; una garitta all’esterno resta a ricordarlo. È stato anche rinvenuto vasellame risalente tra il IV e il III sec. a.C. e frammenti lapidei databili tra il XVI e il XVIII secolo, oltre a reperti più recenti sette-ottocenteschi.
La struttura muraria nel giardino di palazzo Giaconia si eleva per un’altezza di quattro metri, realizzata con la tecnica costruttiva “a sacco”, la stessa usata dai Romani ed ampiamente sperimentata nell’edilizia. Il materiale è la pietra leccese, levigata nella parte esterna, scabra all’interno e tagliata in blocchi isodomi, di cui il restauro ha conservato la patina.
Le mura esterne hanno invece altezze variabili da 6 a 13 m di altezza. Il complesso ed articolato intervento è frutto del lavoro di progettazione dell’Ufficio Centro Storico del Comune di Lecce, affiancato da un team di professionisti esterni con competenze specifiche nel campo archeologico, paesaggistico, botanico-vegetazionale, impiantistico e strutturale.
Il fascino esotico e mediterraneo delle piante nel Parco delle Mura Urbiche a Lecce
L’agronomo paesaggista Gianluca Tramutola ci ha descritto così l’intervento del ver
de: “Il contesto paesaggistico del Parco delle Mura Urbiche e del Giardino di Palazzo Giaconia racconta in un insieme di segni ed evidenze architettoniche oltre duemila anni di storia, in modo analogo la selezione e sistemazione paesaggistica della componente vegetale è stata curata con estrema cura, rispettando le diverse stratificazioni esistent”.

“Così, per quanto riguarda il giardino di Palazzo Giaconia il progetto ha seguito, per quanto possibile, i preziosi riferimenti metodologici della Carta dei Giardini Storici detta “Carta di Firenze”: nel corso dei secoli la composizione botanica del giardino è mutata a causa dell’avvicendarsi di diverse influenze stilistiche, dell’importazione di specie vegetali da contesti esotici e a causa di lunghi periodi di degrado e abbandono”.
“L’inserimento della collezione botanica del ‘giardino dei sensi’, un vero e proprio intervento di conservazione creativa, ha rappresentato un contributo importante per l’Istituto per ciechi ospitato nel Palazzo, e per tutta la comunità urbana: una collezione di specie erbacee ed arbustive selezionate per le particolari proprietà aromatiche, ma anche per le diverse tessiture fogliari e la presenza di fiori, infiorescenze e frutti che stimolano i fruitori ad interagire con le piante in maniera spontanea ed inusuale”.
“Una presenza notevole è inoltre quella delle bellissime e monumentali palme da datteri e di due allori, mentre alcuni cipressi piramidali segnano lo sfondo dell’agrumeto di aranci e dialogano con il pergolato in quota sul camminamento delle mura. Nel Giardino abbiamo bellissime fioriture di iris, clivie, calle ed agapanthus, mentre agrumi, gelsomini, lillà e rose banksiane inebriano di delicati profumi il giardino nei mesi primaverili. Le foglie filiformi dei dasylirion oscillano al vento ed incantano con il loro fascino esotico. Il Giardino è tutto da vivere di giorno con la luminosità intensa del cielo del Salento e di notte, quando i profumi ed il fascino delle piante sono resi magici dall’illuminazione curata ad hoc”.

Il concept del progetto di illuminazione
L’illuminazione è uno strumento per affrontare temi legati alla ricostruzione storica, artistica, filosofica e percettiva di un luogo, restituendone una chiave di lettura rispettosa del suo passato e del racconto che attraverso il restauro si restituisce al visitatore.
Se la civiltà di una comunità si conosce e si misura nel modo in cui riesce a custodire le cose del passato, ora questo intervento – grazie alle nuove risorse tecnologiche offerte – restituisce un luogo di narrazione orientata dal tempo e nel tempo. Il parco delle mura urbiche di Lecce definisce così il senso storico del luogo attribuendo un’identità naturale al progetto di riqualificazione.
L’obiettivo della sistemazione a verde ha seguito la logica di “introflettere” lo spazio urbano verso l’elemento a maggiore valenza storico-ambientale costituito dalla cinta fortificata, mentre la ricerca delle connessioni attraverso un articolato sistema di percorsi fisici e sensoriali è diventato l’elemento di partenza per il percorso sinestesico dell’esperienza delle mura.
Attraverso l’articolazione dei percorsi luminosi che caratterizzano la lettura dell’architettura, è possibile percepire il ruolo delle stratificazioni storiche e gli spazi in cui si introflette il giardino, il peso dei bastioni pensati come le mani che accolgono il visitatore ed il lungo nastro delle mura cinquecentesche in un equilibrato rapporto tra le luminanze.

Fino alla scoperta dell’incanto nel giardino del “tatto e dell’olfatto” di Palazzo Giaconìa in cui le essenze, volutamente, non sono illuminate – lasciando che tatto, gusto ed olfatto predominino sugli altri sensi – nel luogo in cui, secondo il progetto di inclusione sociale previsto, i ragazzi ipovedenti che risiedono nel palazzo diventino le guide alla scoperta sensoriale delle essenze.
Sono invece illuminati i percorsi, le palme che evidenziano la continuità visiva con il parco posto all’esterno, e gli elementi storici dell’architettura presenti.

Le soluzioni adottate
Il progetto è articolato complessivamente in 838 apparecchi suddivisi in 37 tipologie con caratteristiche ottiche e potenze differenti in relazione all’applicazione, e con un assorbimento complessivo a pieno regime di 12,7 kW, suddivisi tra ambiti interni ed esterni su un’area complessiva di circa 25.000 m².

Per l’illuminazione delle mura sono stati utilizzati proiettori con diverse ottiche dotate di PowerLED con lenti di collimazione al fine di garantire una migliore distribuzione dei flussi luminosi sulle superfici ed evitare ogni forma di fastidio per i fruitori del percorso di ronda, nonché rispettare quanto previsto dalla vigente normativa in materia di inquinamento luminoso.
I proiettori hanno potenze variabili fra 18 e 72 W ed emissioni luminose pari ad efficienze luminose > 95 lm/W e ad un CRI >85, al fine di garantire una migliore leggibilità dei materiali lapidei e delle loro cromìe.
I percorsi pedonali sono illuminati da bollard alti 70 cm circa, equipaggiati con griglia di protezione e PowerLED da 38 W e – dove non sono stati previsti i bollard, a integrazione – da barre in PMMA equipaggiate con profili LED da 12,6 W/m, poste sotto le panchine e posizionate in modo tale da creare un effetto di luce radente sulla pavimentazione, sfruttandone la riflettanza per garantire un adeguato illuminamento.
Profili lineari uplight (‘Spook’ di Egoluce, con PCB LED integrato in una barra in metacrilato coestruso IP67 calpestabile) sono installati a pavimento nel grottone affrescato attraverso apposite cassaforme in alluminio ed integrate nel telaio in CorTen del ponte pedonale.
Lungo il ponte, per garantire una più semplice accessibilità ai visitatori con disabilità, si è scelto di alternare percorsi inclinati con lunghezza di 3 m (pendenza 7%) a percorsi orizzontali con lunghezza di 2 m, sempre evidenziati con profili lineari uplight.
Per quanto attiene i valori di illuminamento sulle superfici verticali si è passati da una valutazione legata alla lettura sui contrasti di luminanza sulle superfici che si ricollegavano ad un precedente intervento del 2010 (sull’Arco di Trionfo dedicato a Carlo V, noto anche come porta Napoli, che rappresenterà anche il collegamento finale al percorso di restauro delle mura urbiche, riportando in quel caso i valori di illuminamento più elevati sulle emergenze storiche presenti sull’arco), ragionando in modo analogo per la cortina delle mura, portando i valori sulle superfici in un rapporto pari ad 1/3 (12 lx) dei valori determinati sui bastioni a tenaglia (35 lx) che segnano sostanzialmente l’ingresso alla città, immaginandoli più come un abbraccio verso il visitatore che come un elemento di difesa.
(a cura di arch. Giordana Arcesilai, lighting designer – Bologna)

LECCE. PARCO DELLE MURA URBICHE
Committente: Amministrazione Comunale di Lecce
Responsabile Unico del Procedimento: arch. Claudia Branca
Progetto di restauro: Ufficio Centro Storico Comune di Lecce; arch. Patrizia Erroi (D.LL 1° e 2° lotto); geom. Giuseppe Paladini; rag. Roberto Costa

Progetto di illuminazione e degli impianti tecnologici: Studio Ingrosso; arch. Andrea Ingrosso (D.LL. 1° lotto); ing. Gianluca Luca; ing. Sergio Maghenzani
Progetto paesaggistico: SAP architettura del Paesaggio – dr. Gianluca Tramutola
Rilievi Laser Scanner: arch. Margherita Caputo
Progetto strutture e carpenterie metalliche: ing. Giuseppe Picciolo
Coordinamento scientifico scavi archeologici: Università del Salento; prof. Paul Arthur; dr.Basel Sai; dr.ssa Debora Lagatta dr.Andrea Starace; dr.ssa Patricia Caprino
Alta sorveglianza MIBACT: arch. Giovanna Cacudi; dr. Luigi La Rocca
I COSTRUTTORI COINVOLTI
Per l’illuminazione della mura interne e degli esterni: ERCO
Per l’illuminazione dei percorsi di ronda, degli alberi di alto fusto, delle fontane, dei percorsi pedonali e dei bollard del parco: SIMES
Per il Giardino di Palazzo Giaconìa (balaustre, aiuole, emergenze architettoniche, percorsi pedonali extra parco): iGUZZINI ILLUMINAZIONE
Per i ponti, i percorsi pedonali del parco: EGOLUCE
Per i sistemi di gestione: HELVAR