Il progetto oltre Covid-19

I lighting designer e la risorsa luce

Milano. De Castilla 23 – Gruppo Unipol (courtesy photo: Marco Garofalo per Urban Up|Unipol)

Una nostra Inchiesta rivolta ad alcuni importanti studi di lighting design, a proposito del loro lavoro durante questa difficile fase di emergenza e  attraverso una testimonianza video su quali potranno essere le priorità del progetto di luce e dell’attività del lighting designer domani.

Gli effetti della pandemia legata a Covid-19 hanno segnato dapprima un fermo e poi sicuramente un cambio di paradigma nell’approccio alla professione e ai rapporti di filiera intrattenuti dai lighting designer con i propri interlocutori, clienti e referenti sul mercato. Questa condizione ha però di fatto innescato da parte di tanti una riflessione profonda sui ruoli e sugli obiettivi prioritari che la progettazione della luce riveste nella nostra realtà, e anche su come possano essere letti gli scenari operativi ed i bisogni prioritari cui offrire risposte articolate e nuove dopo questa fase di distanziamento forzato.

Quanto segue è quindi il risultato di una Inchiesta e di una richiesta rivolta in modo diretto ad alcuni importanti studi di lighting design, a proposito del loro lavoro e della gestione delle attività durante questa difficile fase di emergenza, e attraverso una testimonianza video sui possibili ruoli e sulla visione di quali potranno e dovranno essere i contenuti del progetto di luce e l’attività del lighting designer negli scenari post Covid-19.

A seguire le proposte con le testimonianze video. I testi sono proposti in lingua italiana e per i contributi in lingua inglese la traduzione è visibile nel form descrizione dei video.

INDIA

IVORYSENSE, Bangalore

Helena Gentili – Lighting Designer Director – IvorySense

Ivorysense è uno studio di progettazione integrata con sede a Bangalore, India.

Il nostro obiettivo è quello di supportare le diverse esigenze del progetto attraverso la nostra incessante sensibilità al design. Siamo un team multidisciplinare nato per creare spazi di unici e personalizzati per i nostri clienti.

Crediamo che la tecnologia sia un fattore abilitante maggiore e abbia il potere di semplificare le cose, migliorando al contempo la qualità delle esperienze dell’utente. Ivorysense integra il processo delle persone nella costruzione di sistemi che arricchiscono l’esperienza dell’utente coniugando la tecnologia nell’architettura.

Sumanth Sarangapani – CEO Chief Executive Officer – IvorySense

Dai progetti aziendali agli hotel, alle case residenziali delle sale conferenze, Ivorysense è specializzata in illuminazione e controlli, sistemi di gestione degli edifici, networking e IoT, comunicazioni unificate e AV.

Prendiamo il design, lo uniamo alla tecnologia e ariamo il campo fertile dell’immaginazione umana. E in questa capsula di pensiero, infondiamo sfumature di novità che possono sostenere nel tempo.

Un esempio progettuale: HMG Stone Gallery – Bangalore

La HMG Stone Gallery di Bangalore è la prima galleria internazionale di pietre in India. La galleria stessa è un nuovo punto di riferimento nell’industria lapidea in tutto il paese. Il progetto architettonico della galleria di 600 m² è stato affidato allo studio italiano di design e architettura Studio Milani ed è stato ispirato dal guscio di tartaruga.

Bangalore, India. HMG Stone Gallery (courtesy photo: IvorySense)

Utilizzando la fusione estetica di tecnologia e design, Ivorysense ha creato un’esperienza superiore di vendita al dettaglio delle pietre utilizzando un processo integrato focalizzato sui parametri della buona progettazione illuminotecnica e sull’esperienza dell’utente.

I servizi integrati proposti sono stati la progettazione dell’illuminazione e dei suoi controlli, networking, AV e servizi per la sorveglianza, tutti progettati per accogliere gli ospiti in qualsiasi scenario nello showroom, con la semplice pressione di un pulsante e di facile utilizzo e manutenzione.

Le sfide all’illuminazione erano numerose a causa delle diverse proprietà delle pietre, per la necessità di controllare la luce diurna e l’illuminazione artificiale, ad esempio, e quindi le soluzioni sono state trovate negli apparecchi di illuminazione personalizzati garantendo
nel contempo che le qualità dei prodotti delle pietre fossero preservate mantenendo al contempo un impatto visivo minimo.

La galleria di pietre HMG è diventato un esempio miliare grazie al nuovo concetto audace basato sull’uso di tecniche e assemblaggi all’avanguardia.

I TEMI DEL NOSTRO BENESSERE E DELLA PERSONALIZZAZIONE DELLA LUCE COME SCENARI FUTURI

Sono Helena Gentili, sono un architetto e lighting designer italo-brasiliano. Attualmente lavoro come direttore per il lighting design in IvorySense che è uno studio di progettazione integrata qui a Bangalore in India. Io credo che questa situazione di blocco stia facendo capire alle persone ciò che conta davvero perché la natura di qualsiasi situazione di emergenza ci porta in superficie delle domande più acute sul nostro modo di vivere, sulle infrastrutture sociali che abbiamo disponibili.

Per molti di noi questa situazione di blocco ci ha reso consapevoli del fatto che le nostre case non sono pronte per essere adatte alle emergenze e nemmeno per farci sentire sicuri e a nostro agio ad esempio. Io credo che per un futuro prossimo – in realtà sta già accadendo per alcuni dei nostri progetti – percepiremo un cambiamento forte e tanti daranno priorità agli standard legati ai beni della salute e del benessere in cui l’illuminazione gioca un ruolo fondamentale, perché sappiamo che la luce giusta al momento giusto e ai giusti livelli può influenzare tutto, dal nostro sonno, a come ci sentiamo e come ci rendiamo produttivi quindi io direi che più che mai il lighting designer sarà una figura importante per ripensare i modi in cui progettiamo i nostri spazi della quotidianità.

I lighting designer sono quei professionisti che si concentrano sugli effetti visivi e non visivi dell’illuminazione. Le persone non hanno bisogno della luce solo per svolgere un compito visivo ma la luce è anche un importante riferimento temporale per il nostro orologio interno, per migliorare la nostra percezione, infine può influenzare il nostro comportamento e quindi la nostra salute e il nostro benessere.

Io penso che dovremo cogliere questa occasione per rivedere le normative e gli standard, rivedere il modo in cui collaboriamo con diverse discipline per consolidare questo approccio multidisciplinare che è il lighting design, perché io direi anche che come abbiamo sperimentato durante questa quarantena nelle nostre case la luce non è la stessa per tutti, dai giovani agli anziani abbiamo bisogni diversi, la quantità di luce diurna disponibile nello spazio può influenzare come ci sentiamo, come lavoriamo e insomma io direi che la personalizzazione dell’illuminazione sarà una prossima grande frontiera che dovrà essere studiata però prima di tutto dobbiamo iniziare a pensare come definiamo la qualità per i nostri progetti, da questo punto di vista.

Perché ciò che scegliamo come parametri sarà poi importante per le attività pubbliche private, per il contesto politico, perché potrebbe avere un grande impatto sul riconoscimento della nostra professione. Vi ringrazio tantissimo.

FRANCIA

CONCEPTO, Parigi

Sara Castagné, Lighting designer, Director & associate con Roger Narboni, Lighting designer, President & founder (courtesy: CONCEPTO)

CONCEPTO è uno studio di lighting design che opera in Francia e nel mondo da più di trent’anni. CONCEPTO realizza progetti di luce e per gli ambienti notturni urbani, per paesaggi notturni, per l’illuminazione architettonica e del patrimonio storico.

Lo studio CONCEPTO applica anche il suo know-how nella progettazione di ambienti di luce nei contesti dell’Interior Design. L’obiettivo della ricerca condotta dallo studio è nello sviluppo di scenari di luce innovativi in sinergia e coerenza con le tematiche proposte dalle problematiche sociali.

Dal momento che i progetti dedicati allo sviluppo urbano devono anche essere progettati per la dimensione notturna, già alla fine del 1980, lo studio CONCEPTO era un pioniere nei contesti applicativi dell’illuminazione urbana e dei paesaggi notturni.

Negli anni ‘90 lo studio ha sviluppato numerosi piani della luce, con approcci sempre più moderni, integrando gli abitanti e le loro esigenze all’interno dei processi progettuali, evidenziando l’uso eccessivo della luce e il riflesso negativo di tutto questo sulla conservazione del buio della notte, attività culminate – a partire dal 2010 – con la messa a punto di una vera e propria metodologia per la progettazione del buio in aggiunta alle esistenti metodologie di progettazione per l’illuminazione del verde e dell’acqua.

Lo sviluppo di strategie di illuminazione su larga scala caratterizza il lavoro dello Studio. CONCEPTO è una realtà professionale formata da una squadra di 11 persone, con formazioni differenti ma che combinano fra loro doti di complementarietà, sensibilità e originalità.

Un esempio progettuale: Parigi – Campus universitario urbano – Saclay

La parte sud dell’altopiano di Saclay, a sud di Parigi, fa parte di un grande territorio (che comprende 49 città) con notevoli qualità dal punto di vista naturale e paesaggistiche. Questa grande area di 600 ettari ospiterà a partire dal 2025 il più grande campus universitario europeo.

Parigi. Saclay. Un’immagine dell’illuminazione notturna di una delle aree del Campus (courtesy: CONCEPTO

Nel corso dei nostri studi per definire la Lighting Strategy per l’area sud di questo altipiano i risultati dell’analisi hanno messo in evidenza molte problematiche e i potenziali rischi esistenti come il mantenimento dell’oscurità nell’area, la riscoperta e la messa in evidenza dell’ambiente paesaggistico, la creazione di una grande catena di scene notturne – facendo eco a quella sviluppata per il giorno dallo studio del paesaggio – l’istituzione di spazi urbani notturni e di ambienti luminosi per ospitare in modo gradevole gli studenti e i futuri abitanti del Campus.

L’intero progetto è stato anche guidato dalla volontà di inventare un’illuminazione intelligente e su misura dedicata a questo Campus in pieno sviluppo.

Gli obiettivi legati alla progettazione del buio, sulla scala dell’intero territorio, dovevano condurre ad una coerenza generale per l’immagine notturna del campus in fase di sviluppo e per contribuire a renderlo un territorio eccezionale oltre le ore del giorno, sia in termini innovativi che di esemplarità sul piano ecologico, e nell’ottica di limitare l’inquinamento luminoso, rispettando l’ambiente e preservando la biodiversità notturna.

Parigi. Saclay – Campus Universitario. Dark infrastructure e Lighting MasterPlan (courtesy: CONCEPTO)

Lighting strategy e progettazione del buio in tutta l’area del Campus, Lighting Master Plan per il distretto di Moulon, per il distretto della Scuola Politecnica e consulenza illuminotecnica per tutti gli spazi pubblici e per i progetti di illuminazione architettonica: CONCEPTO

Committente: EPA Paris Saclay

Progetto sviluppato in collaborazione con Michel Desvigne Landscape architects e XDGA Architetti

UN’OCCASIONE PER IL CIELO NOTTURNO / UNA NUOVA RESILIENZA SUL MERCATO PROGETTARE IL NOSTRO BENESSERE

Lo studio CONCEPTO ha scelto di realizzare con il video una presentazione corale divisa in due parti, la prima dedicata alle attività dello studio, ai contenuti e alle modalità di lavoro utilizzate in questa fase di distanziamento per l’emergenza Covid-19, e una seconda parte che raccoglie le testimonianze di alcuni dei lighting designer componenti del team, a proposito dei possibili scenari futuri di azione del lighting design.

Nel video, in lingua inglese, compaiono Sara Castagné (Lighting Designer, Managing Director), Roger Narboni (Founding Partner), Juliane Hosxe (Lighting Designer, Junior Project Manager), Noémie Riou (Lighting Designer, Junior Project Manager) e Marie Chamard (Office Manager), e ascoltiamo le testimonianze di Juliette Maricourt (Lighting Designer. Junior Project Manager), Tobias Larsen (Lighting Designer, Junior Project Manager) e di Elisa Rothenbühler (Lighting Designer. Project Manager).

Proponiamo qui a seguire la prima parte del video tradotta in italiano e per la seconda parte le opinioni dei lighting designer tradotte in italiano.

Siamo qui allo studio CONCEPTO e stiamo vedendo la sede di Arcueil, una località molto vicina a Parigi. Normalmente abbiamo quattordici persone che lavorano nello studio, ma ora siamo soltanto in 6 (…) mentre gli altri a causa delle restrizioni imposte dal Covid-19 lavorano principalmente da casa.

In questo ufficio progettiamo i piani della luce e facciamo la progettazione dedicata per le aree di buio per le grandi aree territoriali in Francia e nel mondo. In questo ambiente invece noi ci dedichiamo a tutto il progetto illuminotecnico e prendiamo in carico la parte dedicata alla progettazione del paesaggio e a quella architettonica come quella della messa a fuoco degli spazi pubblici e di quelli urbani. Tutti questi sono spazi creativi e di scambio culturale dove noi possiamo progettare anche soluzioni per illuminare gli ambienti interni con i nostri partner di progetto.

Qui invece possiamo vedere una situazione dove abbiamo già definito un ‘libro bianco’ dedicato ad una progettazione custom personalizzata per il cliente in un’ottica ecologica e sostenibile: e siamo testimoni in questo senso di una conversazione in videochiamata fra Julienne Maricourt, Rogier Narboni e Floriane ed il cliente a proposito delle fasi di sviluppo di un piano della luce interessato dall’utilizzo di tecnologie digitali per l’illuminazione di Annecy in Francia. Tutto questo per dare un’idea del nostro lavoro durante la pandemia.

Juliette Maricourt

Juliette Maricourt, Lighting Designer. Junior Project Manager

A Parigi, a causa del confinamento, noi possiamo ora vedere cinque stelle invece che una.. Sappiamo di avere un legame un po’ più forte con il cosmo rispetto a quello che avevamo prima. Ora come potremo mantenere queste stelle in cielo dopo la crisi portata da Covid-19? E forse anche recuperarne la visione di altre in più? Come possiamo fare per ridurre l’inquinamento luminoso più di quanto abbiamo già iniziato a fare? Tutti i cambiamenti in atto nel nostro spazio pubblico a causa della crisi sarebbero la chiave di questa trasformazione? Una cosa è certa: più noi andremo verso una mobilità sostenibile, più noi saremo in grado di progettare la luce in modi nuovi, più noi saremo in grado di vedere le stelle”.

Tobias Larsen

Tobias Larsen, Lighting Designer, Junior Project Manager

La situazione creatasi con Covid-19 ci mette di fronte ad un’uscita sconosciuta per il settore professionale del lighting design che può essere più resiliente e con un aspetto più simile ad un ciclo che può essere vantaggioso perché la partita del mercato non ruoterà più attorno ad un singolo paese, come la Cina e ovviamente ridurremmo al minimo la quantità di movimenti e l’interazione tra diversi intermediari.

Nel momento in cui ho cambiato il modo di aver bisogno delle modalità attuali di vedere gli spazi, probabilmente saranno gli strumenti, come lo smart working e la realtà virtuale che potranno essere implementati e integrati con nuove modalità e con diversi aspetti.

Elisa Rothenbühler

Elisa Rothenbühler, Lighting Designer. Project Manager

A proposito di Covid-19 e in relazione all’impatto di come andremo a illuminare e dei rapporti fra illuminazione naturale e benessere dell’uomo va detto che non è un tema nuovo. Presso lo studio CONCEPTO e come lighting designer in generale noi possiamo lavorare come prima cosa potendo contare in un maggiore coinvolgimento di specialisti, di lighting designer che collaborano fin dalle fasi iniziali dei nostri progetti quando il modulo del concept è stato definito e la programmazione è stata progettata per assicurarsi la consegna. Il nostro lavoro non è soltanto un modo per migliorare la qualità della luce ma anche un modo potenziale per migliorare il benessere dell’uomo.

GERMANIA

LICHT KUNST LICHT, Bonn – Berlino

Il lighting designer Andreas Schulz, fondatore e CEO (courtesy: LICHT KUNST LICHT Ag)

Lo studio LICHT KUNST LICHT Ag è stato fondato in contemporanea da Andreas Schulz nelle due sedi di Bonn e Berlino. Dalla sua creazione, lo studio ha operato in oltre 800 progetti in Europa e nel mondo.

Gli ambiti di intervento comprendono uffici ed edifici amministrativi, musei e siti culturali, progetti in ambito governativo, stazioni e aeroporti, parchi commerciali e edifici residenziali. Lo studio di progettazione è stato recensito in oltre 450 pubblicazioni e ha ricevuto numerosi premi internazionali nel campo del lighting design.

Un esempio progettuale: Doha. Qatar National Museum

Il National Museum del Qatar a Doha è stato aperto nel marzo 2019 dopo più di 10 anni di progettazione e opere di costruzione. La sua architettura mozzafiato è stata ispirata dall’immagine di una Rosa del Deserto.

Doha. Qatar National Museum. Una vista esterna di insieme del volume architettonico (courtesy: LICHT KUNST LICHT)

Per l’esposizione permanente, lo studio Licht Kunst Licht ha sviluppato un progetto di lighting di tipo narrativo integrato al progetto di architettura che accompagna in un percorso emozionale il visitatore attraverso la storia naturale e culturale del Paese.

L’allestimento è caratterizzato da una presentazione attraverso vetrine espositive differenziate, videoproiezioni e schermi. Il visitatore si muove attraverso ambiti molto diversi ma tra loro adiacenti, che hanno richiesto e richiedono una efficace regia dei materiali esposti e degli spazi.

Doha. Qatar National Museum. Uno degli ambienti espositivi (courtesy: LICHT KUNST LICHT)

Da ciò è nato il concept progettuale di realizzare due distinti livelli per la luce: il lighting design assicurato dalla presenza di apparecchi di illuminazione regolabili con dispositivi antiabbagliamento a soffitto si accoppia ad una illuminazione di accento dedicata ad oggetti singoli in vetrine espositive realizzata attraverso apparecchi miniaturizzati integrati, in grande misura invisibili.

Ogni soluzione di illuminazione è stata attentamente studiata ed adottata in relazione alla posizione della vetrina nell’itinerario di visita e al contenuto espositivo. Alcuni schermi occupano intere pareti, mentre altri si intersecano con pareti e pavimenti o diventano come grandi scaffali a ripiani.

Nel complesso, la regia dei differenti contenuti proposti coinvolge tutti i sensi dei visitatori, che vengono completamente assorbiti nella mostra dalla qualità dell’abbondanza di impressioni ricevute.

LAVORARE “DA FERMI”. UN FUTURO DA COSTRUIRE SU RINNOVATE RELAZIONI INTERPERSONALI

Andreas Schulz, lighting designer

Guarda il video

Così volete sapere quale possa essere la mia idea circa uno scenario post Covid-19. Realmente non saprei. È la prima volta che succede una cosa del genere e non so cosa potrà accadere. Noi ci troviamo ora ancora nel mezzo di questa situazione, sono passati soltanto tre mesi e un sacco di cose sono cambiate nelle nostre vite. È incredibile quanto è successo!

Io sono qui in ufficio da quasi tre mesi senza i miei viaggi di lavoro, una situazione che è la prima volta che accade da quando faccio questo lavoro. Così io sono ‘bloccato’ in ufficio e sviluppiamo un sacco di cose in modo digitale e ci sono domande per nuovi lavori e noi stiamo lavorando bene ai progetti via video e attraverso gli strumenti di comunicazione online.

Noi siamo molto attrezzati in questo momento ma realmente non saprei dire che cosa potrebbe accadere dopo perché forse alcuni dei nostri clienti possono non esserci più, mentre altri restano ancora ma (potrebbero avere) un diverso comportamento (verso il mercato).  Non è una cosa facile da prevedere. Ad oggi non posso dire nulla. Sembra tutto normale perché siamo abbastanza impegnati, noi siamo ancora in 32 persone che lavorano su tutti i tipi di progetti.

È abbastanza ambizioso ma non so cosa succederà nel futuro. Personalmente, sono comunque ottimista e penso di doverlo essere ma in generale sto cercando di capire che cosa mi porterà il futuro. Forse alcuni dei cambiamenti si prevedono sul lungo periodo. Probabilmente ci prenderemo più cura del nostro ambiente, forse di prenderemo più cura delle persone accanto a noi.

Questo potrebbe essere un effetto collaterale positivo, ma non posso prevedere che cosa farà il Governo (..). Speriamo di avere un posto per rilassarci, non lo sappiamo ancora, ma speriamo già (a partire) dal nostro incontro qui (……) (Speriamo) entro la fine dell’anno di avere il nostro sguardo su un tempo senza Coronavirus”.

ITALIA

CANNATA & PARTNERS LIGHTING DESIGN COMMUNICATION, Benevento

Filippo Cannata, lighting designer e founder – Cannata & Partners Lighting Design Communication

Filippo Cannata e Gianfranca Tremigliozzi fondano nel 1992 lo studio Cannata & Partners lighting design con base a Benevento.

Lo studio possiede una solida esperienza nella progettazione della luce, avvalendosi di un team internazionale di collaboratori tra architetti, ingegneri e grafici.

Nel 2001 lo studio si evolve in quello attuale e nasce così Cannata & Partners Lighting Design Comunication, laboratorio di ricerca che approfondisce argomenti e contenuti correlati alla luce nell’architettura, alla sua evoluzione per mezzo della tecnologia e del design, alle sue manifestazioni in natura e utilizzo in ogni ambito professionale ed artistico.

arch. Gianfranca Tremigliozzi – co-founder – Cannata & Partners Lighting Design Communication

Un’officina di idee che punta a creare un progetto di Luce come manifesto di Comunicazione che genera Emozioni ed esperienze Sen soriali affondando le sue radici nel territorio, nella storia e nelle tradizioni della cultura del Mediterraneo.

Un esempio progettuale: Milano. De Castillia 23 – Gruppo Unipol

Il desiderata espresso dal committente: “Vogliamo rendere evidente l’orgoglio e il sostegno al nostro Paese anche nel nostro marchio e nel nostro quartier generale, che ora vivranno una edizione tricolore” si propone in questo progetto in piena coerenza all’impegno collettivo espresso nella frase “Insieme ce la faremo” rappresentata dal tricolore italiano come segno di speranza e di unione sociale.

Milano. De Castilla 23 – Gruppo Unipol (courtesy photo: Marco Garofalo per Urban Up|Unipol)

Rivedendo le immagini della sede Unipol abbiamo pensato che sia finalmente arrivato il momento di riflettere e soprattutto di agire pensando alla luce non solo come strumento tecnico ma soprattutto in quanto comunicazione.

In questa nuova visione del mondo post pandemia, dove l’immagine della nostra bandiera ci unisce in un senso di appartenenza di orgoglio e di società, la luce diventa uno strumento di straordinaria importanza per le nostre città, per i nostri monumenti, per le nostre bellezze architettoniche e paesaggistiche che devono diventare amplificatori della nostra cultura nel mondo, una opportunità possibile solo con il supporto di professionisti lighting designer.

Milano. De Castilla 23 – Gruppo Unipol

Committente: Gruppo Unipol

Architetto: Massimo Roj, Progetto CMR

Lighting Designer: Filippo Cannata

PER UN’ECONOMIA DELLA CULTURA

La realtà che stiamo affrontando è quanto mai inedita e paradossale. Questo periodo vissuto non ancora concluso (…) mi ha dato l’opportunità di riflettere sulla delicatezza del nostro sistema economico imprenditoriale. Sono emerse tutte le debolezze di un sistema che sembra essere scollegato dalla realtà o meglio ancora dal futuro. (…) Questo periodo ci ha dato l’opportunità attraverso il tempo di riflettere su alcuni aspetti importanti della nostra professione.

Una riflessione e al tempo stesso una provocazione vorrei fare ed è quella di una strategia governativa sulla valorizzazione del paese Italia illuminando i capolavori, i monumenti più belli che abbiamo in modo esemplare e poi comunicarli al resto del mondo. (…)

Insomma, un’economia della cultura attraverso la luce. (…) In Italia (…) occorre migliorare la comunicazione del lighting designer sul mercato e aumentare la consapevolezza del mercato dell’importanza del progetto di illuminazione e dell’importanza di avvalersi di un professionista della luce, quindi di un lighting designer.

Ancora, dare dignità alla nostra professione attraverso un riconoscimento ufficiale del lighting designer. (…) Credo che le aziende produttrici di corpi illuminanti debbano rivedere il loro modello di business e pensare che forse è arrivato il momento di lavorare di più in rete per creare una nuova ricchezza e dare il corretto valore alla luce (…) non capisco perché non dobbiamo avere (…) una visione comune di azione sul mercato.

Ancora, interpretare la luce sempre più come un importante strumento di comunicazione. (…) Vedere i monumenti illuminati con la bandiera italiana ha fatto scattare in noi un senso di orgoglio, un senso di appartenenza, un senso di comunità, un senso di società. Bene, mi è ritornato alla mente subito uno dei nostri più recenti lavori realizzati con una delle più grandi compagnie di assicurazioni, Unipol, un edificio in Via de Castilla a Milano.

(…) Abbiamo utilizzato delle tecnologie innovative, abbiamo programmato delle scene luminose in sincrono con le quattro fasi lunari, con attenzione all’inquinamento luminoso, con una scenografia per utilizzare la facciata di quell’edificio per comunicare all’esterno una serie di eventi che sarebbe stato possibile vivere all’interno.

Vederlo in questo periodo illuminato con la bandiera italiana, per certi versi mi ha fatto gioire perché è come se il cliente si fosse impossessato della tecnologia, avesse compreso il grande potere della luce e avesse sfruttato lo strumento per comunicare anch’egli in questo momento preciso una notizia importantissima.

(…) Credo che oggi più che mai si debba pensare alla luce come reale strumento di comunicazione: non solo quindi dare una risposta tecnica e progettuale ma pensare all’enorme valore e potenziale che la luce ha nel rispondere, nel relazionarsi con il cliente e con il mercato.

DANIMARCA

JESPER KONGSHAUG LIGHTING DESIGN, Copenhagen

Jesper Kongshaug (courtesy: Jesper Kongshaug Lighting Design)

Jesper Kongshaug è un lighting designer premiato con numerosi riconoscimenti internazionali che lavora negli ambiti dell’architettura e dell’arte, considerato come uno dei più radicali e innovativi progettisti nell’ambito del lighting.

Kongshaug ha sviluppato e fornisce consulenza sull’illuminazione architettonica per una serie di importanti studi di architettura, come BIG – Bjarke Ingels Group, 3XN, Dorte Mandrup e Henning Larsen Architects.

La luce è cruciale per come percepiamo uno spazio o un edificio. La luce non influenza solo l’ambiente circostante e il clima, ma ha anche un impatto sulle nostre emozioni e sul nostro comportamento – sia a livello conscio che inconscio.

La creazione di un design illuminotecnico con un concetto forte aggiunge qualità ed atmosfera agli spazi con cui interagiamo. Una luce giusta attrae e accoglie le persone, mentre la luce sbagliata indebolisce la narrazione e può generare insicurezza.

Un esempio progettuale: Losanna – Svizzera. Olympic House Headquarter

Un forte impegno per la sostenibilità, compresa la messa in evidenza della qualità del progetto di illuminazione, per i livelli di comfort e di risparmio energetico, sono state le priorità seguite per creare la soluzione di lighting adatta per il Comitato Internazionale Olimpico per il suo nuovo headquarter a Losanna, in Svizzera, progettato da 3XN architects.

Losanna. Olympic House Headquarter (courtesy photo: Jesper Kongshaug Lighting Design)
Losanna. Olympic House Headquarter (courtesy photo: Jesper Kongshaug Lighting Design)

L’Olympic House ha ricevuto tre delle più rigorose certificazioni per l’edilizia sostenibile che la rendono una delle costruzioni più sostenibili al mondo, fra le quali la LEED Platinum, il più alto livello della certificazione previsto dallo standard internazionale LEED (Leadership in Energy and Environmental Design) Green Building Programme. In conformità con quanto previsto dal U.S. Green Building Council (USGBC), l’organizzazione che ha sviluppato e coordina la certificazione LEED, l’Olympic House ha ricevuto il più alto punteggio (93) di qualsiasi altro nuovo progetto di edificio certificato con LEED v4 in quel periodo.

Losanna. Olympic House Headquarter (courtesy photo: Jesper Kongshaug Lighting Design)

L’edificio è stato realizzato in stretta collaborazione con il progettista lighting designer Jesper Kongshaug – che ha sviluppato le soluzioni di illuminazione adottate che avrebbero potuto soddisfare i nuovi criteri richiesti dalla certificazione LEED v4 e stabilire un nuovo standard per il controllo dell’abbagliamento per il mercato europeo, diventato successivamente un prodotto standard.

IL VALORE TECNICO DELLA SOSTENIBILITÀ GESTIRE LA LUCE IN MODO INDIVIDUALE

Jesper Kongshaug, lighting designer

Guarda il video

Grazie per questa tua richiesta, è molto interessante. Mi chiamo Jesper Kongshaug e dopo aver pensato a questo tema ho deciso di parlarti del lavoro sviluppato per la nuova Olympic House, il nuovo quartier generale del Comitato Olimpico a Losanna, in Svizzera.

Noi abbiamo realizzato il lighting design per quell’edificio che aveva in primo luogo un concept innovativo e sostenibile, e che poi doveva essere una soluzione realmente flessibile nell’utilizzo negli spazi uffici, enormi spazi di lavoro, e per tutte le aree comuni di relazione. E che fosse flessibile nell’uso e nel posizionamento dei mobili e così via.

Ci siamo attenuti ai requisiti progettuali richiesti da LEED (Leadership in Energy and Environmental Design specifications – versione 4) che è un sistema completo per creare un buon ambiente illuminato per le persone che devono lavorare al suo interno, oltre che dare indicazioni su come sfruttare al meglio l’energia e offrire alta qualità di illuminazione, creando spazi individuali che forniscono una sensazione di comfort personale anche se ci si trova in grandi spazi.

Questo è un perfetto esempio di come sarà il futuro, e prima di tutto da parte delle persone, che vorranno avere livelli di comfort personali e individuali, gestire controlli locali, e anche lo stesso controllo dell’edificio ed il sistema di gestione dovrà essere in grado di adattare l’intensità luminosa in base all’utilizzo richiesto. Per questo progetto abbiamo anche sviluppato una soluzione di lighting che è una modifica dell’apparecchio di illuminazione, che permette di avere una luce del tutto priva di abbagliamenti su un angolo di emissione di 45°, oltre che un ridotto consumo di energia con un elevato indice di resa cromatica, ed è stato complesso fare questo all’interno di “Minergie” (standard di qualità svizzero per edifici a ridotto consumo energetico), uno standard che prevede il carico totale di energia elettrica connesso, dal momento che non potevamo collegare tutte le lampade solo in attesa del segnale di controllo.

Noi dovevamo avere un bilanciamento ottimale fra il carico connesso e l’uso della potenza elettrica. Così fornendo questo sistema e fornendo lampada e controllo individuali che dispongono di una funzione timer da tavolo noi combiniamo l’individualità e anche la flessibilità di utilizzo degli spazi, rendendo il sistema sostenibile. Per questo abbiamo conseguito il LEED Platinum Award per questo edificio, e soltanto altri due edifici nel mondo lo hanno vinto.

RUSSIA

LiDS LIGHTING DESIGN STUDIO, Mosca

Sergei Sizy, lighting designer – founder (courtesy: LiDS Lighting Design Studio)

LiDS Lighting Design Studio è stato fondato a Mosca nel 2011 dal lighting designer Sergei Sizy. Lo studio opera su numerosi progetti in Russia e in tutto il mondo, sia negli ambiti dell’exterior come nell’Interior lighting.

I progetti includono quindi l’illuminazione urbana, la realizzazione di Masterplan, progetti in ambito architetturale o di illuminazione del paesaggio. Nell’ambito dell’Interior lighting, lo Studio opera nell’ambito dell’illuminazione di spazi pubblici e commerciali, quali uffici, negozi, ristoranti, alberghi.

LiDS Lighting Design Studio si occupa anche dell’organizzazione dei più importanti festival della luce oltre che di altri eventi pubblici. Sul piano dell’impostazione, Sergei Sizy fa riferimento ad un concept di progettazione di tipo emozionale che prende in considerazione non soltanto gli  aspetti funzionali, ma anche l’esperienza percettiva degli utilizzatori, i loro sentimenti ed emozioni. Lo Studio gestisce anche una scuola di illuminazione nella quale si incontrano professionisti esperti che condividono le loro esperienze.

Un esempio progettuale: Palekh – Landscape lighting project

Il progetto di illuminazione del paesaggio realizzato nel 2018 per la città di Palekh, nella regione di Ivanovo, per l’area urbana con la piazza ubicata sulla Lenin street, propone nel suo concept progettuale un’associazione alla pittura tradizionale laccata a mano che presenta tonalità oro su sfondo nero e verde.

Palekh. Un’immagine del progetto di landscape lighting.(courtesy photo: LiDS Lighting Design Studio)
Un interno del Business centre Pavlovsky (courtesy photo: LiDS Lighting Design Studio)

Questo concetto, tradotto nel reale, è un buon esempio di come la luce può risolvere non soltanto compiti di sicurezza e comfort, ma anche servire come strumento per creare una varietà di emozioni e rimandi nelle percezioni dell’utente.

LUCE COME CODICE E CULTURA VISIVA DELLA NOSTRA SICUREZZA

Mi chiamo Ksenia Kononenko e rappresento qui Sergei Sizy e il LiDS Lighting Design Studio con sede a Mosca, Russia. Il lighting design è più importante che mai in questi giorni nel mondo e ora è arrivato il momento nel quale tutta la filiera del progetto ha necessità di convergere sui contenuti innovativi e sulle tecniche che possano aiutarci a salvare il pianeta e anche aggiungere un po’ di bellezza al nostro mondo.

Come la luce rossa, verde e gialla ha salvato e sta salvando e proteggendo i pedoni quando attraversano le strade, ora il lighting design può aiutare le persone a mantenere il distanziamento sociale e restare protette, a restare in zone protette e non muoversi verso aree urbane per loro pericolose. Prima utilizzavamo metodologie diverse mentre ora dobbiamo cambiare il nostro approccio perché se prima abbiamo realizzato luoghi più più attrattivi e funzionali, al giorno d’oggi la prima cosa alla quale dobbiamo pensare è la sicurezza.

Nel nostro Studio stiamo provando a trovare nuove idee in tal senso e a sviluppare metodologie e tecnologie per farlo. Per esempio, invece di utilizzare un’illuminazione uniforme che illumina l’intera area per renderla sicura per le persone noi stiamo pensando di illuminare ed evidenziare le aree sicure e tenere invece le aree pericolose al buio.

Tutti noi sappiamo che la luce (è un messaggio che) viaggia più velocemente del suono ed è più semplice qualche volta seguire la luce che prestare attenzione a delle istruzioni vocali. Prestare attenzione alla luce come prima cosa, perché noi crediamo che con l’aiuto del lighting designer noi possiamo creare città che saranno sicure e la cui sicurezza sarà comprensibile per le persone. Dove le persone possono percepire ciò che esse conoscono, dove sanno quanto stanno facendo, dove sanno in quale direzione si stanno muovendo e più di ogni altra cosa dove sanno quale sia un luogo sicuro dove stare.

A cura di Massimo M. Villa – Redazione, con contributi e video di IvorySense, CONCEPTO, Licht Kunst Licht, Cannata & Partners Lighting Design Communication, Jesper Kongshaug Lighting Design, LiDS Lighting Design Studio