Grandi Mostre

Grandi mostre e COVID-19. Un appello alle istituzioni

Milano, Palazzo Reale. Mostra Collezione Thannhauser dal Guggenheim Museum (courtesy photo: Lisa Marchesi-mldlab)

E’ stato rivolto un importante appello da un network formato dai principali produttori e organizzatori italiani di grandi mostre quali Civita Mostre e Musei, Electa, Skira e 24 Ore Cultura, rivolto al Ministro per i Beni e Attività Culturali e per il Turismo Dario Franceschini e a tutti i principali referenti e assessori a livello locale deputati alla Cultura in merito all’attuale assenza dal DL “Cura Italia” – disposto per l’emergenza Coronavirus – di una attenzione specifica rivolta al settore delle grandi mostre.

Un settore assolutamente di rilievo sul piano economico, se consideriamo i dati ( fonte: Annuario SIAE dello Spettacolo, 2018) che vedono un volume d’affari di oltre 166 mln di Euro, superiore a quello di tutto il settore della lirica, e la cui produzione rappresenta in volume almeno un quarto del valore di un altro ambito nel quale invece gli investimenti statali sono rilevanti (con circa 684 Mln), ovvero quello del cinema.

Il volano legato all’indotto turistico che viene mosso dall’ambito delle grandi mostre è calcolato in circa 300 Mln di Euro, che portano il totale del reddito generato da questo settore a oltre 460 Mln, un valore economico sicuramente considerevole.

Il fermo forzato e l’assenza di interventi specifici in questo ambito interessa poi un’ampia filiera di operatori, dalle imprese connesse alla logistica e all’allestimento, passando attraverso gli editori e le società produttrici di supporti multimediali, per arrivare ai curatori e ai professionisti coinvolti, come i progettisti a vario titolo e ai lighting designer.

L’appello rivolto richiama quindi all’attenzione dei principali referenti istituzionali la necessità di strutturare per questa fase di emergenza connessa a COVID-19 la messa a punto urgente di interventi nel settore, al fine di salvare il patrimonio di competenze materiali e immateriali che operano in questa filiera (un settore che nelle sole tre regioni Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto rappresenta il 56% del volume totale economico del comparto).

Milano, Palazzo Reale. Mostra Collezione Thannhauser dal Guggenheim Museum (courtesy photo: Lisa Marchesi-mldlab)

Le richieste rivolte nell’appello sono:

  1. L’ individuazione di un fondo emergenze mostre culturali, in linea con quanto delineato dall’art. 89 del DL “Cura Italia” con riguardo al fondo emergenze spettacolo, cinema e audiovisivo, secondo canoni che tengano conto dei ricavi attesi dalle imprese;
  2. L’abolizione del meccanismo speciale dell’indetraibilità dell’IVA previsto dall’art. 19 del D.P.R. 633/1972. Il settore delle grandi mostre culturali è gravato, da un punto di vista economico e finanziario, dal meccanismo del pro-rata di indetraibilità dell’IVA, che penalizza le imprese private per gli acquisti soggetti ad IVA che compie nei confronti della filiera.

Per gestire la fase di ripartenza, l‘appello individua altre misure da attuare:

  • Individuazione di un congruo credito d’imposta (in misura non inferiore all’80% degli investimenti effettuati) per un arco temporale di almeno 24 mesi, al fine di sostenere la nuova progettazione ed esecuzione di grandi mostre, nelle forme di un partenariato pubblico-privato.
  • Creazione di meccanismi premiali per gli sponsor che vorranno sostenere le grandi mostre, anche attraverso eventi aziendali nei luoghi della cultura, sostenendo così indirettamente gli Enti Locali coinvolti nell’iniziativa, che consentano di rendere detraibile dalle imposte il 200% dell’importo concesso.
  • Modifica dell’art. 72 del D.L. “Cura Italia” nella parte in cui prevede in capo al Ministero degli affari esteri la dotazione di un fondo di Euro 150 milioni per la realizzazione di una campagna di comunicazione straordinaria internazionale al cessare dell’emergenza, per fare rientrare tra le attività da finanziare l’organizzazione di grandi mostre culturali rappresentative dell’arte in Italia nei prossimi 36 mesi, emendando le procedure per le autorizzazioni al prestito per le mostre.
  • Individuazione di un “bonus speciale cultura”.