
Da qualche anno a questa parte si sente sempre più spesso parlare di Smart City, un concetto secondo il quale la città ambisce ad avere maggiore efficienza dal punto di vista energetico, con lo scopo di mantenere l’ambiente più sostenibile e vivibile.
Nell’intento di questa ottimizzazione, anche il sistema di illuminazione può fare la differenza. Utilizzando un’illuminazione stradale Smart, la città può risparmiare energia, tagliare l’emissione di CO2, riducendo così l’inquinamento, e allo stesso tempo abbassare i costi di mantenimento, ovviamente mantenendo la soddisfazione e sicurezza dei cittadini.
Cosa si intende esattamente con “illuminazione Smart”?
È un concetto teso a ottimizzare e innovare il servizio dell’illuminazione pubblica, implementando sistemi che possono adattarsi a particolari situazioni, e che permettono alcune tipologie di scambio di dati.
Funzioni tipiche sono: la regolazione dell’intensità di illuminazione in base all’ora del giorno e al periodo dell’anno, alle condizioni ambientali, o al traffico; l’utilizzo di sensori di movimento, per creare infrastrutture dinamiche capaci di adattarsi alla presenza umana, massimizzando il risparmio energetico e ottimizzando la disponibilità di luce, con effetti positivi anche sulla percezione della sicurezza da parte del cittadino.
Tuttavia, per essere veramente Smart, un sistema di illuminazione deve trovarsi collegato ad una infrastruttura di rete poter scambiare informazioni con un gestore. Questa comunicazione deve essere bidirezionale: sia per inviare aggiornamenti sulla propria diagnostica, sia per essere controllato da remoto (figura 1).
Quindi, per sviluppare una illuminazione intelligente, sarà necessario implementare una sorta di gestore Smart che mantenga le informazioni di tutti i punti luce della città, riceva e distribuisca notifiche e permetta di pianificare diversi profili a seconda del periodo dell’anno, creando report completi, etc.
Nel futuro, grazie alla maggiore integrazione della illuminazione Smart, con gli altri sistemi e servizi della città, potranno essere implementate anche funzioni avanzate, come per esempio l’indicazione del percorso ai mezzi di emergenza utilizzando luci colorate, in modo che il traffico possa spostarsi, ancora prima di sentire il suono della sirena.
Gli strumenti
A livello di strumentazione, chi si occupa di illuminazione Smart dovrebbe dotarsi dei tipici strumenti per le misurazioni stradali o architettoniche, ovvero luxmetri, colorimetri, luminanziometri e spettrofotometri, a seconda delle necessità (figura 2, figura 3).


Questi strumenti dovrebbero essere utilizzati in tutte le fasi della filiera del progetto: da chi produce le sorgenti di luce, a chi installa il sistema di illuminazione, fino a chi ha il compito di utilizzare e curare la manutenzione del sistema.
I produttori devono necessariamente misurare le proprietà fotometriche e colorimetriche delle singole sorgenti o degli apparecchi luminosi, sia in fase di ricerca e sviluppo, che nel controllo qualità a fine linea; gli installatori hanno necessità di compiere i rilievi illuminotecnici per verificare che soddisfino i requisiti nazionali; infine chi mantiene il sistema deve sempre assicurarne il corretto funzionamento.
Un vantaggio degli strumenti – che possono essere collegati al computer e pilotati da remoto tramite software – risiede nella possibilità di compiere misurazioni a intervalli temporali regolari: in un futuro prossimo, non è assurdo pensare all’integrazione di uno strumento di misura nel sistema di illuminazione stesso in modo da monitorare costantemente la luce (nel senso più generale del termine) e inviare le informazioni al gestore Smart. In questo modo sarebbe sempre possibile valutarne le proprietà a seconda delle condizioni atmosferiche o controllare le condizioni della sorgente di luce.
(a cura di Cristian Bonanomi – Konica Minolta Sensing Europe B.V.)
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