
A Trieste, l’Interior Design e le scelte per l’illuminazione al The Modernist Hotel nascono con l’idea di conciliare le esigenze ed il gusto dei viaggiatori del nuovo millennio rispettando la forte identità storica del palazzo identificabile con l’anima mitteleuropea della città
Nel centro di Trieste, il The Modernist Hotel sorge in una delle più eleganti vie della città, a 5 minuti a piedi da Piazza Unità d’Italia. L’intervento che descriviamo nell’articolo vuole proporre i caratteri dell’inedita e contemporanea lettura che attraverso un progetto di Interior Design integrato a quello del lighting è stato possibile realizzare.
Definito il concept dell’hotel e completate le fasi del suo sviluppo architettonico e strutturale in collaborazione con F&M Ingegneria, il primo passo è stato quello di operare una scelta sui materiali da utilizzare. I materiali presenti hanno un carattere forte e definito, e sono fedeli alla loro natura.
L’impatto del cliente con l’Interior per il The Modernist Hotel doveva essere contraddistinto da una ricca scenografia: legni evidenziati nelle trame con spazzolatura, velluti pregiati in colori marcati, ferro ove possibile non verniciato, cuoio stagionato, carta da parati materica. L’albergo, pur avendo 56 camere, non doveva averne 2 eguali fra loro.
Una scelta controcorrente
Quando si progettano alberghi, per ragioni economiche e per agevolare le gestioni, si sceglie quasi sempre di standardizzare il più possibile. Con questo progetto invece si è scelto di procedere inversamente, variando i colori delle carte da parati, dei tessuti, i bagni, le citazioni moderniste sui soffitti e realizzando spazi che – a partire da un loro filo conduttore narrativo comune – potessero andare a suscitare nuove sorprese anche per i clienti che volessero tornare di frequente nell’albergo. E per vivere ed apprezzare un ambiente cosi, la luce gioca un ruolo cruciale.
Le soluzioni di illuminazione per le camere

Per le camere si è deciso di scegliere come protagoniste alcune lampade iconiche di Artemide – a partire da ‘Tolomeo’ (design: Michele De Lucchi e Giancarlo Fassina) qui presente in quasi tutte le sue variazioni installative, una lampada che anche dopo quasi 60 anni dalla nascita è ancora attuale e apprezzata.
Dal punto di vista del progetto, la priorità era quella di inserire prodotti riconoscibili dal mercato internazionale, dal momento che quasi il 60 % della clientela dell’hotel è estera.
Oltre a ‘Tolomeo’, per l’illuminazione generale delle camere sono state utilizzate altre lampade dalle collezioni di Artemide – dalle classiche ‘Miconos’ (design: Ernesto Gismondi) alle più recenti sospensioni ‘nh’ di Neri e Hu, fino alle ipertecnologiche ‘Discovery’ (dovute al design di Ernesto Gismondi)


Per il lighting nelle aree comuni
La luce nelle aree comuni presentava al ‘The Modernist Hotel’ la realizzazione di un compito più complesso. Nelle fasi di ristrutturazione sono infatti venute alla luce alcune particolarità nascoste, come la nobiltà del contesto architettonico al suo interno, con fregi sui soffitti e colonne in pietra scolpita, tracce di mosaici, un apparato decorativo purtroppo quasi del tutto andato perduto.
Si sono scoperti elementi di gran pregio che con l’intervento di Interior si è voluto evidenziare e valorizzare, lasciando in vista le ‘lacune’ di più di 130 anni di storia del palazzo.
Gli spazi di convivialità, dedicati agli ospiti dell’hotel e aperti a tutti, posizionati al piano terra in pieno centro e nella via dello shopping, sono stati divisi tra area ristorante e lobby/reception.
L’importante sala del ‘Modernist Bistro’ presentava soffitti decorati con rilievi, che per essere apprezzati avevano bisogno di una giusta illuminazione, con un sistema di illuminazione in linea con il carattere modernista e raffinato della struttura.

L’ambiente necessitava infatti di livelli di luce differenziati nel corso della giornata, dall’orario del breakfast mattutino alla vivacità del pranzo, fino all’atmosfera più easy degli aperitivi o più raccolta della cena.

Per vincere questa sfida sul piano tecnico siamo stati supportati nelle scelte dalla Lighteam di Treviso, agenzia di lighting consultant e storico collaboratore di Artemide.
In questo caso sono stati utilizzati i binari magnetici ‘A.24 track’ in finitura rame (design: Carlotta de Bevilacqua) che hanno reso possibile conciliare l’illuminazione indiretta utilizzando la parte superiore del profilo, e quella diretta inserendo proiettori con ottica a fascio stretto (Vector) sulla sua parte inferiore, per creare piccole oasi di luce che comunicano tra loro.
Tutti gli spot utilizzati sono elementi magnetici, orientabili e movibili lungo il binario: anche nel caso di spostamento degli arredi, cambiando la posizione degli spot è possibile ottenere la stessa atmosfera perché la luce si adatta alla necessità del momento.
Il sistema di illuminazione in questo caso è interconnesso e regolato con sistema DALI, definendo scenari prefissati ma lasciando la possibilità di intervenire manualmente sui gruppi che gestiscono le lampade.
L’illuminazione nella Lobby
Il tema dell’illuminazione su binari è presente anche nella Lobby, dove – assumendo una forma più semplice – gli stessi binari si trasformano in strisce luminose in aderenza al soffitto, e si completano in questo ambiente con le pregiate sospensioni della linea ‘Gople’, che con i toni caldi e la texture del vetro soffiato, vanno a determinare ancora una volta un magnifico connubio fra antico e moderno.
(a cura di Ana Jokic, progettista e Interior Designer)

ANA JOKIC
Laureata presso la Facoltà di Architettura dell’Università di Belgrado, Serbia, collabora a diversi progetti con committenza internazionale nei paesi di quell’area geografica.
Dal 2009 vive e lavora in Italia dedicandosi sempre più allo sviluppo architettonico e all’interior Design rivolto al settore ricettivo turistico.