
La formulazione architettonica ed espressiva del Barcelò Hotel, capace di manifestare l’innesto di un landmark riconoscibile e simbolico all’interno di un settore urbano definito da interventi di trasformazione ambientale e percettiva, si delinea secondo la poetica dell’“object trouvé”, sia negli apparati prospettici esterni sia nello svolgimento ambientale interno, fortemente connotato anche dalla luce
La tipologia a torre, oltre la piattaforma circolare alla base, costituita dal corpo verticale a sezione rettangolare (contenente le camere, per sedici piani), si sviluppa al di sopra dei livelli comprensivi della hall e dei supporti di servizio nella lobby (piano terra), dei piani superiori dedicati alle sale convegni, alla ristorazione e, in particolare, del settore con struttura a piloty. All’interno della struttura, definita nella soluzione della lama monolitica, concepita da Giancarlo Marzorati, che si frammenta e segmenta nella modulazione della facciata esterna (quale dispositivo visivo rivolto allo skyline dell’intorno), si dispone la spazialità rivolta non solo ai caratteri dell’ospitalità, quanto all’emozione sensoriale, alla funzionalità e ai servizi tecnologici d’avanguardia.

Gli elementi morfologici dell’Interior Design
La composizione interna enfatizza l’ambizione qualitativa degli ambienti attraverso le soluzioni di forma e colore, secondo l’uso dei materiali, le performance impiantistiche e il component design degli oggetti per l’illuminazione.
Pertanto, la composizione interna associa la generazione dei criteri di comfort (rispetto al benessere fisico e, in generale, per mezzo dei servizi alla persona) all’offerta di luoghi di incontro e di interscambio: in questo modo, la poetica progettuale di Simone Micheli si determina quale regia olistica orientata all’ideale armonia e alla coerenza globale che sostengono l’impianto illuminotecnico e il design degli interni.

Le scelte dell’illuminazione
All’interno delle aree comuni (al piano terra), pensate rispetto al principio dell’ibridazione degli spazi e della contaminazione delle funzioni, la luce vivacizza e fluidifica i colori, contribuendo a modellare i luoghi costruiti e ad acuire le loro possibilità di trasformazione.
I confini che definiscono le aree divengono labili e dinamici: ad esempio, i LED tracciano i limiti di alcuni arredi e disegnano sul soffitto le sagome dei lampadari, infondendo all’atmosfera un tocco di magica alterità. Dal soffitto si proiettano i “macro-lampadari”, tali da accrescere la sensazione di accoglimento verso una dimensione ancora nuova e inesplorata: si tratta della disposizione dei “planetari meccanici”, futuristici e immaginifici, costituiti da sfere globulari luminose bianche e verdi, appese a diverse altezze che occupano l’intero spazio a doppio volume dell’ingresso.
Questo mentre i riflettori sono puntati sull’ipotetica “scena” dello spettacolo, ovvero del quotidiano che ospita la hall, evidenziando i plastici episodi che compongono la sala e fornendo indicazioni sui percorsi da seguire e sulle zone in cui sostare.

Diversi ambienti per differenti scelte di luce
La salita al primo piano conduce il visitatore verso atmosfere che si fanno più leggere e rarefatte: l’illuminazione diviene tenue e delicata, canalizzando il dinamismo e la vivacità del piano inferiore in emozioni rilassanti e naturali, capaci di donare calma e serenità. I toni si rendono soffusi e velati, ricostruendo la realtà della luce naturale che, anche dai grandi oblò, penetra all’interno delle sale.
All’interno del ristorante, la regia illuminotecnica manifesta nuovamente vigore ed enfasi, pro-ducendo aree artificiose e colme di luce che si contrappongono a zone più scure in cui i corpi illuminanti a forma di insetto rendono la scena surreale, levandosi in aria. L’illuminazione dell’ampia sala conferenze risponde, principalmente, alle esigenze funzionali ponendo ogni frui-tore nella situazione di protagonista entro uno spettacolo “fatto proprio per lui”.
Nella Spa al secondo piano (contenente gli spazi di relax, per il fitness e per il wellness) le forme restano plastiche mentre le tonalità della luce si affievoliscono, favorendo la generazione di emozioni coinvolgenti, affascinanti e rilassanti. Qui l’illuminazione a LED circoscrive le “macro-anemoni marine” che scendono dal soffitto e che risalgono dal pavimento, laddove la luce si alterna a zone d’ombra: questo favorendo sensazioni di calma e di tranquillità nel visitatore, accompagnato come parte integrante dell’aura armonica che l’ambiente origina.
Ogni elemento appare in equilibrio con lo spazio circostante, essendone componente indis-pensabile per l’intero sviluppo tipologico interno della torre: le luci soffuse, leggere e morbide, avvolgono le aree comuni per sedici piani, lungo i corridoi punteggiati dalle porte delle camere. Ovvero, intese come spazi ampi e luminosi, ergonomici e funzionali, che ospitano il visitatore all’interno di un mondo omogeneo provvisto di emozioni ancora da sperimentare.

Gli apparecchi di illuminazione e le soluzioni adottate
Gli apparecchi utilizzati sono di iGuzzini Illuminazione. L’illuminazione generale, per il piano terra, il piano primo e il piano secondo, è costituita da apparecchi ad incasso a LED con ottica spot (Pixel Plus 12 da 1,6 W, con LED warm white, con ottica spot, tc 3100 K); mentre, per i corridoi e le camere, è realizzata con un’altra tipologia di apparecchi ad incasso (Express, 3 W a LED warm white, con ottica spot a fascio stretto).
L’illuminazione per le zone bagno (per il piano terra, il piano primo e il piano secondo) è definita da apparecchi ad incasso a LED con ottica spot (Pixel Plus 6, da 2,2 W – LED warm white).
L’illuminazione dello scalone (per il piano terra e il piano primo) è definita dall’utilizzo di piccoli proiettori orientabili (MaxiWoody 36, da 1 W, con 36 LED warm white e ottica spot).
L’illuminazione delle sale congressi è realizzata con apparecchi fissi ad incasso di forma circolare (The Reflex, 29 W, con flusso luminoso di 2000 lm e LED warm white a 3100 K (al piano primo), e in versione corredata di emergenza, al secondo piano. Per l’illuminazione di queste aree sono stati utilizzati anche altri apparecchi a LED ad incasso a scomparsa (Deep Laser 6, da 1W, e Deep Laser 1, da 1,5W, con LED neutral white spot; la sorgente è arretrata (di 40 mm) per ottenere un maggiore comfort visivo).
L’illuminazione delle velette perimetrali è realizzata invece con LED strip (Ledstrip, da 24W, 12V con LED bianco, tc 3000 K).
(Massimiliano Nastri, Politecnico di Milano – fotografie Studio Giancarlo Marzorati)
Milano – Hotel Barcelò
Progetto architettonico e direzione artistica: arch. Giancarlo Marzorati
Progetto di architettura di interni e design illuminotecnico: arch. Simone Micheli
Apparecchi di illuminazione: iGuzzini Illuminazione