
A seguito dell’apertura al pubblico della Villa di Granaiolo a Castelfiorentino per proporre il patrimonio artigianale della Maison Emilio Pucci – nel contesto di una residenza rinascimentale di proprietà della famiglia dove dal 2011 Laudomia Pucci, figlia di Emilio, ha creato un museo privato, e dove è possibile conoscere più da vicino il processo alla creazione delle stampe e il lavoro sui modelli – sono stati aperti a Firenze anche gli spazi del nuovo “Heritage Hub” all’interno di Palazzo Pucci, che la Maison ha inaugurato dopo un accurato restyling.
Per gli spazi dell’”Heritage Hub” del Palazzo, Laudomia Pucci Image Director della Maison si è avvalsa della consulenza progettuale di Lissoni Associati, oltre che del supporto dello studio Noferi e Locorotondo Architetti che – anche grazie al coinvolgimento operativo di un gruppo di giovani professionisti formatisi presso la Central Saint Martins – University of the Arts di Londra e di Polimoda – hanno saputo restituire le forme di una contemporaneità operativa a questi ambienti.

L’elemento chiave del rinnovamento del Palazzo è rappresentato dalla luce, cui è stato affidato il compito di valorizzare gli spazi ed i dettagli dell’architettura e i ricchi apparati decorativi e oggetti esposti, assicurando nel contempo al progetto elevati standard qualitativi nel rispetto dell’integrità e dell’identità architettonica del luogo.
L’Heritage Hub ripropone ai visitatori la storica boutique utilizzata dal marchese Pucci, pioniere della moda italiana per quattro decadi a partire dagli anni ’50, e nelle sue sale è prevista la programmazione di eventi di vario tipo con partner e clienti. La scelta da parte dei progettisti di utilizzare soluzioni di Zumtobel ha contribuito a dare coerenza agli obiettivi di valorizzazione posti dalla committenza.

Gli apparecchi di illuminazione sono stati posizionati con la massima attenzione per occultarne il più possibile la visibilità.

Infatti all’interno dei saloni affrescati sono state utilizzate barre LED sui cornicioni architettonici, mentre nella Sala Bianca, impreziosita dalle decorazioni scultoree barocche di Giovan Battista Foggini, è stato scelto un sistema su binario per spot (serie ‘VIVO’), con LED ad alta resa cromatica.
Per l’illuminazione di altri locali, sono stati invece utilizzati apparecchi downlight (tipo ‘PANOS’ Infinity).
Un’altra esigenza posta quale prerequisito progettuale era quella di garantire la massima flessibilità d’uso degli ambienti: per questo l’intero sistema di illuminazione viene sovrinteso da un sistema di gestione (Litecom), che permette di dimmerare i differenti livelli di illuminazione impostando gli scenari più idonei alle situazioni d’uso e ai diversi allestimenti proposti nelle sale.