
Il ristorante “La Ghiacciaia” di Pederobba (TV), inaugurato a fine 2019, è immerso nel paesaggio delle vigne del Prosecco del territorio trevigiano ed è stato oggetto di un minuzioso recupero che ne ha riunito le diverse anime valorizzandone le caratteristiche storiche
In questo contesto così intriso di storia, il bistrot-ristorante “La Ghiacciaia” promette di conquistare i palati e le attenzioni di moltissimi. L’edificio è immerso nel paesaggio delle vigne del Prosecco del territorio trevigiano ed è stato oggetto di un minuzioso recupero dell’esistente, che ha dato vita ad un equilibrio di volumi e trasparenze.

L’intero progetto è stato curato dallo studio MAO Architects e dall’architetto Erich Milanese. L’attento progetto di rigenerazione ha voluto riunire le diverse anime del luogo valorizzandone le caratteristiche storiche: alla fine del XVII secolo ghiacciaia di una villa nobiliare di proprietà dei conti Pola-Neville, poi durante la Grande Guerra deposito di munizioni.
La ristrutturazione e il recupero storico
Per inserirsi in questo ambito storico e naturale è stato previsto un minuzioso recupero dell’esistente che – affiancato ad un nuovo intervento – ne ha amplificato le specificità naturali. Una particolare attenzione è stata rivolta alla geometria dell’impianto: tutta la proposta progettuale relaziona infatti gli assi geometrici e l’orientamento dei manufatti all’unico elemento geometrico superstite dell’antico assetto della villa, il muro di cinta.
L’accesso all’edificio avviene direttamente dai filari delle vigne, attraverso quella che era conosciuta come la grotta: vero e proprio antro illuminato da terra che conduce nel cuore sotterraneo del “Brochen”, l’antica Ghiacciaia della fine del ‘600.

In questo luogo la caratteristica geometria dello spazio è ammirabile interamente grazie ai due livelli di pavimento in vetro. All’interno di questo spazio sui generis sono disposti I tavoli circondati da una caratteristica volta in mattoni e da una piccola apertura sul paesaggio.

Il paesaggio dentro e fuori: dal dehor al giardino esterno
Dalla ghiacciaia si passa poi al bunker, caratterizzato da spessi muri in cemento armato, e successivamente si arriva al centro della nuova architettura. Qui la cucina a vista si affianca alla corte verde, perimetrata dal vetro per permettere un dialogo con l’ampia sala lounge.
Questo giardino interrato, in un rimando al concetto dei giardini d’inverno presenti nelle ville ottocentesche, diventa il vero baricentro dell’edificio: uscendo si trova uno spazio panoramico sulle vigne, sul quale si sviluppa elegantemente il dehor.
Era la vecchia Orangerie, ricostruita sotto forma di tettoia le cui colonne ammiccano nella loro forma ai tralci dei vitigni.

Ed è in questo luogo che si apre un forte dialogo con questa parte di paesaggio, già dal vano interno che ha confini impercettibili con l’esterno.
Nel recupero del giardino esterno, sulla sommità della ghiacciaia, sono stati ricreati sei spazi semi privati, circondati da essenze vegetali con fioriture di vario tipo, che evocano i luoghi in uso nei giardini sette-ottocenteschi, quando sulla cima di piccoli rilievi venivano collocati padiglioni dove sostare e godere viste sul parco o sulla campagna circostante.
Gli interni
Gli interni de “La Ghiacciaia” sono il risultato di un’attenta scelta di geometrie e materiali, in linea con il DNA di questo luogo: cemento, acciaio, vetro, argilla di Possagno e pietra locale si legano in un’armonia collettiva. Ne risulta uno spazio talmente curato nei dettagli da produrre mille richiami estetici che arricchiscono di eleganza l’interno e l’esterno del ristorante.
La sequenza di ambienti è in grado di trasportare chi li osserva e li vive verso una nuova dimensione, seguendo un progetto coerente e armonioso, capace di arricchire il vissuto personale di ogni singolo ospite e raccontando il passato del luogo attraverso una sapiente reinterpretazione architettonica.
Le pavimentazioni degli spazi esterni sono in ghiaino lavato, mentre altre porzioni di pavimento, realizzato da Ideal Work, sono una reinterpretazione con materiali cementizi della veneziana, in chiave decorativa moderna.
Il verde caratterizza fortemente l’ingresso longitudinale dalla cancellata con la presenza di piante di lavanda su entrambi i lati e a correre paralleli ad essa numerosi filari di vite. Nel giardino interno invece è presente la felce setifera, felce sempreverde, insieme alla felce dicksonia antartica (vedi qui sotto la planimetria con le essenze vegetali presenti).

Il lighting design
Il paesaggio si apre di continuo anche dall’interno, da aperture di differenti tipologie e questo gioco di trasparenze ha un ruolo fondamentale nella percezione dell’ospite dell’insieme, nell’assenza di barriere tra esterno e interno nel nuovo costruito, quasi a rafforzare il ruolo e la presenza nascosta del percorso grotta/bunker/ghiacciaia che invece è tutto chiuso in se stesso.

E nell’interscambio visivo tra esterno e interno e viceversa la vista dall’esterno verso l’interno di sera è ancora più suggestiva e lo stacco meno percepibile. La tettoia così caratterizzante che si apre sul paesaggio con le sue colonne che simulano tralci di vitigni ha un’illuminazione morbida sulla sua superficie dovuta agli incassi a terra collocati in prossimità degli elementi strutturali, oltre alla presenza di piccoli proiettori rivolti verso il basso per l’illuminazione dei tavoli, alloggiati in maniera discreta tra le lamine bianche della struttura.

L’illuminazione del verde e dell’antica Ghiacciaia
L’illuminazione del verde e dell’antica Ghiacciaia ha visto l’utilizzo di piccoli proiettori orientabili (serie ‘Spy’, ultima collezione di Francesconi Architectural Light).
Il progetto si è articolato su due ambiti applicativi differenziati: per i camminamenti esterni sono stati posizionati i proiettori (serie ‘Spy’) con steli realizzati ad hoc, e ottiche flood scelte all’interno della variegata gamma disponibile.
La massima orientabilità del prodotto, sia rispetto agli assi verticale che a quelli orizzontali, ha permesso di rispondere a tutte le esigenze di illuminamento richieste in fase di progettazione con un risultato illuminotecnico consono al contesto architettonico.
Per la stanza interna cosiddetta “Ghiacciaia”, cuore storico dell’edificio, la stessa serie è stata configurata con particolari attacchi calamitati e con steli miniaturizzati che ne hanno permesso l’installazione al di sotto e lateralmente ad un pavimento flottante totalmente vetrato creando un effetto unico nel suo genere: una sorta di superficie luminosa che si contrappone per leggerezza alla matericità dell’ambiente.
Le potenze utilizzate con questi apparecchi variano da 7 a 15 W per i proiettori con temperatura di colore 3000 K e CRI 90 (un indice di resa cromatica elevato per illuminare al meglio i colori del cibo).
Tutti gli apparecchi installati sia negli ambienti esterni come in quelli interni sono provvisti di COB LED di ultima generazione ad alto indice cromatico, dimmerabili attraverso sistema TRIAC.
Per la grotta d’ingresso sono stati utilizzati proiettori a incasso a pavimento con LED RGBW 4.5 W per dare un effetto scenografico ed emozionale con l’ausilio del colore.
Per l’illuminazione all’interno delle aiuole sono state utilizzate lampade dal design minimalista (‘Tsukimiso’ di Viabizzuno, in acciaio e alluminio, con tc 3000K 6 W), caratterizzate dalla presenza di aste di supporto alte 60 cm che si perdono nel verde, diventando solo riferimenti luminosi.
Lungo i percorsi nel verde, una serie di steli alti e sottili sono equipaggiati con spot per illuminazione puntuale creando a terra aree circoscritte con un’illuminazione calda (‘Bubka’ di Davide Groppi), come accade anche nel percorso d’ingresso che conduce alle scale che scendendo introducono alla ghiacciaia. Ogni gradino della scala è inoltre sottolineato da un profilo a luce LED.
(a cura di arch. Giordana Arcesilai, lighting designer – Bologna)
RISTORANTE “LA GHIACCIAIA”

Location: Pederobba – Treviso
Committente: Mauro Teso
Completamento: 2019
Superficie lorda dell’edificio: 800 m²

Progettazione architettonica: MAO Architects
Architetto: Erich Milanese
Progettazione strutturale: MP PLAN Engineering S.r.l.
Interior Design e direzione lavori: MAO Architects
Fotografie: Marco Zanta
FORNITORI
Impermeabilizzazioni: Mapei
Pavimentazioni: Ideal Work Srl
Landscape: Venice Green
Lighting: Viabizzuno – Reggiani Spa Illuminazione – Davide Groppi – Francesconi
Complementi di arredo: Arredamenti Mario Moretti & Figli Srl