
Nei risultati di un’architettura nella quale i protagonisti sono i materiali sostenibili, la vegetazione e la luce, l’edificio “Green Pea” Retail Park a Torino propone la riuscita integrazione fra le nuove tecnologie del costruire consapevole e i valori dettati da una visione di rispetto dell’ambiente e dell’essere umano
L’edificio di Green Pea Retail Park rappresenta un nuovo format di architettura urbana in equilibrio tra architettura e ambiente, sostenibilità e bellezza, qualità e funzionalità. Definito da una trama di materiali naturali e permeato di luce e verde, è un edificio resiliente ed eco-sostenibile in ogni suo dettaglio e propone al suo visitatore 15.000 m² di prodotti sostenibili e rispettosi della terra, dell’aria, dell’acqua e delle persone.
Il volume: il progetto architettonico, i materiali e l’assetto costruttivo
Commissionato da Eataly Real Estate, Green Pea Retail Park – il cui progetto si deve a ACC Naturale Architettura Cristiana Catino e Negozio Blu Architetti (Ambrosini, Gatti, Grometto, lo stesso team di progettisti che nel 2000 aveva trasformato la sede del Pastificio Italiano in un Design Hotel di architettura industriale e l’antica fabbrica Carpano nel primo Eataly), è l’ultimo tassello della riqualificazione dell’area ex-industriale Carpano Lingotto, un progetto cardine del processo di rigenerazione che interessa l’area sud di Torino.
Il volume organico, dalla particolare forma sfaccettata, si sviluppa su cinque piani per 25 m di altezza in continuità con il filo edilizio esistente e prolungando la facciata di Eataly. L’orientamento Nord-Sud e la forma svasata dell’ultimo piano sono stati studiati per adattarsi alle condizioni climatiche ed ambientali e garantire la migliore distribuzione dell’irraggiamento solare.
L’involucro esterno è costituito da un doppio livello di superfici: il primo livello è definito da un guscio esterno di lamelle frangisole in legno, sostenuto da una nervatura in acciaio, a formare un “treillage” tecnico che fa da filtro tra interno ed esterno e permette all’edificio di respirare, aprirsi alla città e proteggersi dal sole. Le lamelle, termo-trattate per l’uso esterno e irrigidite da un’anima metallica, sono state realizzate con legno di abete recuperato dalle foreste della Val di Fiemme e del Bellunese distrutte dalla tempesta ‘Vaia’ del 2018, tradizionalmente utilizzate per ricavare il legno per le tavole armoniche degli strumenti.

Il secondo livello è invece il guscio interno, che risulta diversamente definito da un tamponamento di pannelli sandwich in legno massello KVH, coibentati in fibra di legno e rivestiti in lamiera metallica, sezionato dai grandi tagli delle superfici vetrate che inondano di luce naturale gli spazi interni, mentre i fronti dell’edificio definiscono una sequenza di spazi pedonali pavimentati e a giardino.
La struttura portante dell’edificio è in acciaio, materiale riciclabile al 100%, interamente montata a secco tramite bullonature, in modo da essere smontabile e rimovibile facilmente consentendone nel lungo periodo l’allungamento del ciclo di vita: si tratta di una maglia di travi principali (HEA1000) e secondarie (IPE400) appoggiata su pilastri tubolari, ridotti al minimo per consentire maggiore libertà nella concezione e gestione degli spazi. Il sistema è quindi a un tempo leggero, ma ad alta resistenza.
L’ambiente naturale ed il verde come materiale
La vegetazione è in questo progetto un vero e proprio materiale costitutivo dell’architettura, non utilizzata in maniera mimetica, ma sviluppata attraverso un sistema di terrazze in cui sono piantumate piante ad alto fusto in grandi vasche.
L’edificio è visto in questo modo come un organismo naturale che vibra a seconda della luce e della crescita delle piante, queste ultime selezionate in relazione al clima, al microclima e all’orientamento delle diverse facciate dell’edificio. Il grande tetto giardino attrezzato è caratterizzato da una serra bioclimatica che diventa la “quinta facciata” di Green Pea.
Il progetto di illuminazione
Il layout realizzato ai vari piani negli spazi interni crea spazi flessibili, con una immediata riconoscibilità dei percorsi e in relazione con il verde esterno e accoglie diffusamente la luce naturale. Da questo punto di vista, il progetto sviluppato dagli studi ACC Cristiana Catino e Negozio Blu Architetti Associati ha voluto connotare con Green Pea, primo Green Retail Park al mondo dedicato a prodotti sostenibili e rispettosi dell’ambiente, il ruolo centrale della presenza della luce naturale all’interno, caratterizzando poi le soluzioni di luce artificiale quali momenti integrati nel percorso emozionale e nell’Interior Design dell’edificio.
Anche per quanto riguarda l’illuminazione, l’edificio è pensato come un elemento resiliente, eco-sostenibile in ogni suo dettaglio, alimentato da energia autoprodotta e rinnovabile e dove la luce gioca un ruolo essenziale.
L’angolo dell’edificio completamente vetrato contraddistingue l’ingresso principale, trasformandolo nelle ore serali in una lanterna luminosa. Questo atrio, a tutt’altezza su quattro piani, è il fulcro e lo snodo dei percorsi, nei quali il visitatore è accolto da un gioco di luce definito da una composizione ‘cluster’ di 28 sospensioni (“Discovery”, di Artemide, design: Ernesto Gismondi) con dimensioni diverse, che – quando la luce naturale è sufficiente – mostrano la permeabilità tra interno e esterno, diversamente prendono vita con accensioni di luce bianca o colorata (verde in onore di Green Pea), per soluzioni di tipo scenografico, visibili anche dall’esterno attraverso la facciata.

Le scelte delle soluzioni di luce e degli apparecchi sono state studiate per declinarsi nei diversi ambienti e seguire l’esperienza del visitatore, alternando soluzioni di prodotto più minimali e funzionali ad altre caratterizzate da elementi scenografici.
Per l’illuminazione dei vari spazi su tutti i piani dell’edificio, è stata prevista una maglia irregolare, ma perfettamente calcolata, di moduli di luce lineari con differenti lunghezze (Alphabet of Light, Artemide, design: BIG), che assicurano l’illuminazione generale. A queste soluzioni si alternano – nei percorsi e negli spazi comuni – alcune versioni circolari di Alphabet of Light, sviluppate con una raffinata tecnologia optoelettronica brevettata che genera una luce diffusa e confortevole ad alta efficienza.

Negli spazi Retail dedicati all’abbigliamento e all’arredamento sono presenti invece soluzioni definite da binari tecnici con proiettori che – grazie all’ampio range di variabili della luce emessa – offrono condizioni di comfort luminoso differenziate per le differenti tipologie di prodotti esposti, lasciando grande libertà nei puntamenti e scenari di luce dedicati (binari e proiettori sistema Vector, Artemide e Palco, iGuzzini).

Oltre agli apparecchi più tecnici, il progetto di luce per questi spazi ha visto l’introduzione anche di elementi più decorativi, come le sospensioni Gople di Artemide, realizzate in vetro lavorato artigianalmente.
Questi apparecchi sono stati scelti come esempio di approccio sostenibile: il loro trattamento di finitura superficiale è il risultato di un innovativo processo di metallizzazione sottovuoto che presenta un impatto ambientale inferiore a quello di una tradizionale verniciatura.
Queste sospensioni illuminano l’ingresso del ristorante stellato al terzo piano, mentre un grande cluster di lampade di forma circolare (Ripple, di Artemide – design: BIG) è posto al centro della sala al di sopra dei tavoli, dove è stata creata una sospensione modulare di anelli di luce che si moltiplicano, introducendo anche la presenza di diffusori fonoassorbenti per una migliore qualità acustica.

Per lo spazio ‘Serra’, dedicato alla ristorazione, è stata invece progettata una luce concentrata emessa da piccoli apparecchi a soffitto che illuminano i tavoli, lasciando libera la vista generale dell’ambiente e della vegetazione su cui si affaccia (Sharp, di Artemide).
Il rooftop dell’ultimo piano è un giardino pensile dove è stata inserita la lampada “O” (sempre per Artemide, design: Elemental di Alejandro Aravena) nelle pareti nella versione più piccola e nella versione da 90 cm che incornicia le prospettive del giardino.

All’esterno, la piazza e le aree verdi alla base dell’edificio sono state illuminate da una serie di proiettori (Citywoods e Multiwoody di iGuzzini) che rendono la luce calda e morbida e accompagnano il visitatore nel percorso culturale e emozionale e nella fruizione delle aree pubbliche di sosta.
Sul piano della gestione Smart della luce, è stato scelto un sistema di controllo (di Lutron), che permette strategie di controllo dell’illuminazione come la regolazione, la dimmerazione e il rilevamento della presenza delle persone e l’utilizzo di sensori di luminosità, con il conseguimento di risparmi energetici e economici di esercizio, oltre a condizioni favorenti l’aumento della produttività e del comfort interno.
Geotermia, fotovoltaico, eolico e solare: le fonti rinnovabili per un minore ‘carbon footprint’
Dal punto di vista impiantistico, Green Pea offre una completa articolazione delle diverse modalità di produzione di energia attraverso fonti rinnovabili: pozzi geotermici, pannelli fotovoltaici, pannelli solari, mini pale eoliche, smart flowers, fino alla presenza di pavimenti piezoelettrici che consentono il recupero dell’energia cinetica generata dal passaggio degli utenti. Questi impianti sono intenzionalmente lasciati a vista anche per richiamare le origini industriali del sito.
L’insieme di queste strategie ambientali attive e passive, rivolte al raggiungimento della massima efficienza energetica e alla riduzione delle emissioni di CO2 ha consentito di ottenere un punteggio del Protocollo Itaca di 3.5., realizzando un edificio NZEB (Nearly Zero Energy Building) in classe A3.
L’ingegnere Gabriele Gerbi (di studio S.A.P.I.), progettista impiantistico, antincendio ed energy designer del progetto Green Pea, ha declinato i concetti fondamentali della sostenibilità e del rispetto anche nella parti più tecniche dell’edificio e queste soluzioni energetiche sono rese accoglienti e parlanti dall’intero edificio.
Nel Green Pea Discovery Museum, che accoglie tutti i visitatori di Green Pea, il visitatore potrà infatti trovare i percorsi adatti per scoprire il funzionamento di queste tecnologie attraverso esempi da toccare con mano.
(a cura di arch. Cristiana Catino – ACC Naturale Architettura, Torino)
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IL BUILDING GREEN PEA E I NUMERI DELLA CERTIFICAZIONE ITACA
Edificio NZEB Nearly Zero Energy Building, Classe A3
Energia termica prodotta da impianto geotermico: 1.848.697,13 kWh:
– acqua calda sanitaria: fabbisogno di energia termica 187.484,77 kWh di cui 87,81% = 164.630,38 kWh da fonti rinnovabili
– riscaldamento: fabbisogno di energia termica 1.900.967,095 kWh di cui 88,59% = 1.684.066,75 kWh da fonti rinnovabili
Energia elettrica prodotta da fotovoltaico: 140.530,59 kWh:
– Illuminazione: fabbisogno di energia elettrica 156.232,20 kWh di cui 89,94% = 140.530,59 kWh da fonti rinnovabili
Tutta l’energia non prodotta da Green Pea è certificata da Iren
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TORINO. GREEN PEA RETAIL PARK

Committente: Eataly Real Estate
Progetto architettonico: ACC Naturale Architettura Cristiana Catino e Negozio Blu Architetti (Gustavo Ambrosini, Paola Gatti, Carlo Grometto)
Direzione lavori architettonica: Arch. Cristiana Catino e Arch. Carlo Grometto
Progetto strutture e geotecnica, Ingegneria strutturale e coordinamento della sicurezza: Ceas
Progetto del verde: ACC Naturale Architettura Cristiana Catino, Negozio Blu Architetti Associati, con gli agronomi Vigetti e Merlo agronomi
Progetto impianti: ing. Gabriele Gerbi – Studio Sapi
Progetto Piazza: Samep
Inizio lavori: dicembre 2018
Fine lavori: novembre 2020
Superficie lorda pavimento: 10.500 m²
Superficie vendita: 5.500 m²
Spazi vendita: 57
Superficie servizi, ristorante e wellness: 4.900 m²
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GREEN PEA RETAIL PARK. L’OFFERTA SUI 5 PIANI
Il piano 0 è dedicato al tema ‘Life’, con proposte di FCA, Iren, Enel X, TIM, UniCredit, Mastercard, FPT Industrial e, come Partner tecnologico, Samsung. Inoltre ospita il Green Pea Discovery Museum, la Città di Torino, Smat, Argo e la Lavanderia Naturale Iride;
Il piano 1 è dedicato al tema ‘Home’, con proposte fra gli altri di Whirlpool, Valcucine, Roda, Gervasoni, Riva 1920, Pianca, Rubelli, Artemide, Driade e FontanaArte (Home Brand Director: Pierangelo De Poli);
Il piano 2 è dedicato al ‘Fashion’, con brand come Borbonese, Timberland, PT Torino, Patagonia, ESEMPLARE, oscalito1936, Drumohr, Giampaolo, Ecoalf, North Sails,
Dedicated e Ortigni (Fashion Brand Director: Roberto Orecchia);
Il piano 3 è il luogo dedicato alla ‘Bellezza’, con brand come Ermenegildo Zegna, Brunello Cucinelli, Herno e SEASE, oltre a cosmesi, libri, cultura e cibo insieme;
Il piano 4 ospita un Club sul Rooftop dedicato all’Ozio Creativo, con l’alkemy Spa, Cocktail Bar e la prima infinity pool di Torino affacciata sull’arco alpino: l’Otium Pea Club, curato da To Be.
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GREEN PEA: PER UN’INVERSIONE DI TENDENZA NELLA PRODUZIONE E NEI CONSUMI, NEL SEGNO DEL PISELLO VERDE
Green Pea S.r.l. è una newco, 90% della Eatinvest s.p.a – di cui maggiori azionisti sono le famiglie Farinetti 60% e Nocivelli 20% – e 10% della famiglia Orecchia, storici e affermati imprenditori nel fashion a Torino, punto di riferimento da tre generazioni con il loro flagship Vestil.
Presidente e Amministratore Delegato è Francesco Farinetti, figlio più grande del fondatore Oscar, classe 1980, già AD di Eataly, dove ora ricopre il ruolo di Vicepresidente. Green Pea creerà oltre 200 nuovi posti di lavoro.
L’edificio Green Pea è di proprietà di Eataly Real Estate S.r.l. – società proprietaria, tra gli altri, degli immobili di Eataly Ostiense Roma e Eataly Smeraldo Milano – che ha investito 50 milioni di euro nel progetto Green Pea, tra l’acquisizione del terreno e la costruzione del building.
Green Pea, ovvero pisello verde. Il piccolo legume è il simbolo del Rispetto: rotondo come la Terra e verde come dovrebbe essere il nostro Pianeta. E indica un’assoluta priorità: è il momento di valorizzare il lato bello e piacevole di comportarsi correttamente, nel Rispetto della Natura.