
Un’occasione per contemplare l’inesauribile energia creativa del più grande artista del Novecento. Classicità e innovazione in una grande mostra a Palazzo Reale
L’itinerario disegnato da questa bella mostra, la terza che la città di Milano dedica al grande artista catalano, dopo la prima grande storica mostra del 1953 – nella quale venne esposta “Guernica” – e quella più vicina a noi del 2001, si esplica in un percorso che occupa il piano nobile di Palazzo Reale, e propone in una sequenza dinamica di 250 opere – dipinti, sculture, grafica e disegni – l’evoluzione dell’artista, passando attraverso il periodo blu e quello rosa, la fase della ricerca “africana” fino alle “Demoiselles d’Avignon”, i periodi del Cubismo Sintetico e del Cubismo Classico, la fase surrealista, ma anche il coinvolgimento politico dell’artista e i dipinti sul tema della guerra, fino alle opere degli ultimi anni di vita
dell’artista.
Numerosi i capolavori che l’osservatore potrà vedere, come “La Celestina” (1904), “Uomo con il mandolino” (1911), “Ritratto di Olga” (1918), “Due donne che corrono sulla spiaggia” (1922), “Ritratto di Dora Maar” e “La supplicante” (1937), “Massacro in Corea” (1951), oltre alla vasta documentazione fotografica connessa alla storia ed alla fortuna critica della grande mostra del ‘53, quando nella Sala delle Cariatidi venne esposta la grande tela di “Guernica”.

Le scelte del curatore
La selezione delle opere proposte, provenienti dal Museo Picasso di Parigi, presenta al visitatore secondo una logica il più possibile cronologica una sintesi del lavoro picassiano in progress, dove la ricerca continua sviluppata dall’artista si distende fra invenzioni formali e recupero dell’antico, e dove l’artista vuole essere riproposto in tutta la sua interezza operativa, con un intento dichiaratamente didattico.

Ad eccezione delle prime sale, con la documentazione fotografica rievocativa della grande mostra del 1953 – per le quali il Museo Picasso ha fornito soltanto alcuni documenti relativi alle opere – i criteri di scelta sono stati sempre ispirati alla ricerca di coe- renza, in senso cronologico e insieme per sottolineare il generoso approccio dell’artista ai grandi temi, come ad esempio quello della denuncia della guerra, oggetto della grande tela di “Guernica” del 1937 – esposto nella mostra del 1953 e ora presente in veste di video fotografico HD – e dell’opera “Massacro in Corea”, realizzata nel 1951.

Un altro fattore che si è rivelato determinante per le scelte fatte dal curatore è stato il passo obbligato dalle caratteristiche architettoniche delle sale espositive, spazi collocati nell’ambito di un palazzo storico con notevoli vincoli tecnici, formali e procedurali. Dal punto di vista della sequenza espositiva, questa condizione ha comportato da un lato alcune inevitabili sovrapposizioni tematiche e temporali, nel rispetto tuttavia di una simultaneità creativa caratteristica dell’artista: ed è per questo che sono esposte le sculture insieme ai quadri, per comunicare al visitatore il messaggio di immediatezza insito nel processo ideativo, perché l’artista dipingeva e a un tempo scolpiva; così nelle sale dove c’è la scultura c’è una correlazione immediata fra statue e pittura.
Coerentemente a questi criteri, il curatore ha ritenuto necessario variare una prima ipotesi di allestimento che prevedeva le sculture esposte separatamente tutte insieme nella Sala delle Cariatidi. Ancora sul piano delle scelte effettuate e in relazione al rapporto con il progetto di allestimento, per il curatore non è stato facile individuare subito una corretta modalità operativa, ed è stato necessario rivedere in tal senso diversi criteri proposti in una prima fase, in quanto l’intenzione era quella di procedere in coerenza con le metodiche adottate in modo sistematico dal Museo Picasso, in materia di collocazione delle opere alle pareti, sia per logiche tecniche che per ragioni di sicurezza.
C’è stato pieno accordo con i progettisti dell’allestimento relativamente alle scelte cromatiche per i colori delle pareti e delle moquette, e vi è stato un lavoro di attenta sorveglianza da parte del curatore in merito alle soluzioni da scegliere per l’illuminazione. Il range entro il quale si doveva lavorare prevedeva un massimo di 150 lux sui dipinti e di 50 lux sui disegni.
Questa situazione doveva inoltre essere adattata alle soluzioni di illuminazione preesistenti in alcune sale di Palazzo Reale interessate da vincoli, come ad esempio nella Sala del Trono, dove l’illuminazione dei due lampadari esistenti è stata mantenuta per avere una luce di fondo, dal momento che non era possibile pensare ad un nuovo sistema. Il curatore Anne Baldassari ritiene che la luce LED presenta sicuramente dei vantaggi nell’illuminazione delle opere e che questa scelta in ultima analisi dipende sempre dalle opere e dalle tecnologie utilizzate.
Le logiche dell’allestimento
Il lavoro sviluppato dagli architetti Ico Migliore, Mara Servetto e Italo Lupi per le prime sale della mostra ha focalizzato la sua attenzione nella direzione di offrire il massimo risalto possibile alla documentazione formata dal materiale testuale e fotografico dedicato alla grande mostra del ’53.
I vincoli imposti hanno orientato le scelte verso il progetto di tre tavoli che rivestono la funzione anche di piani di proiezione per le immagini fotografiche. In questi oggetti, il piano del tavolo ribaltato diventa il piano di proiezione per ottenere un unico sistema espositivo che è a un tempo piano di luce e strumento per illuminare i supporti cartacei, attraverso sorgenti lineari a LED.
Dal punto di vista cromatico, i colori scelti per questi oggetti sono stati il bianco e il grigio. Successivamente, il percorso espositivo ha previsto una sala video dove è documentata tutta l’attività dell’artista ed il suo modo di lavorare.
Per il progetto di allestimento della Sala delle Cariatidi si è invece costruito un percorso ideale, una sorta di cannocchiale prospettico, che guida visivamente il visitatore da il “Massacro in Corea”, unica opera pittorica esposta in questa sala – attraverso la guida ideale di due quinte definite da un elemento espositore alto quattro metri e mezzo, con citazioni di Picasso nella parte interna illuminate con luce radente dietro una garza di tulle, e con all’esterno le immagini realizzate da Dora Maar con la mirabile lettura fotografica delle fasi di realizzazione di “Guernica” – all’immagine video con frame dinamici HD dell’opera sul fondo della sala. Qui i visitatori sono testimoni del dialogo fra l’opera e il fare dell’artista e possono rileggere l’ idea alla base dell’atto creativo.
La scelta degli allestitori ha optato per la presenza di un colore grigio uniforme delle pareti in grado di assicurare il giusto contrasto di luminanza per i visitatori e una logica rivolta ad evidenziare le opere senza dover ricorrere a sagomatori. Un altro intervento progettuale che si è proposto come filo conduttore dell’ allestimento – a supporto della logica fruitiva e didattica della mostra – è l’elemento lineare della panca per il pubblico a ridosso di un piano di tulle bianco che protegge e nasconde alla vista la parte impiantistica tecnica, riflettendo una leggera luminosità nelle sale.
L’intervento più rilevante è consistito comunque nella progettazione di un profilo a L in metallo verniciato in colore grigio a supporto degli apparecchi di illuminazione, collocato a parete in prossimità delle cornici architettoniche delle sale, soluzione che ha reso possibile effettuare i puntamenti in modo incrociato sulle opere – in relazione alle richieste del curatore, salvo qualche singolo caso in cui l’opera non lo richiedeva. Nonostante la presenza del vetro di protezione, l’obiettivo era quello di non farlo percepire in alcun modo, facendo affidamento anche sul buon equilibrio di luminanze assicurato dall’impianto.

Il concept alla base di questo lavoro progettuale è stato insomma quello di pensare più ad un sistema di allestimento stabile e funzionale in permanenza, piuttosto che al carattere temporaneo dell’allestimento. In generale, l’azione di progetto è stata rivolta a separare nel migliore modo possibile le funzioni di servizio dall’esperienza contemplativa delle opere.
I vincoli normativi e architettonici da una parte e le esigenze di sicurezza dall’altra hanno imposto in alcune sale il mantenimento dell’illuminazione già in essere accesa, ma l’individuazione di corretti puntamenti degli apparecchi per un’illuminazione dall’alto non ha alla fine fatto rimpiangere la prima richiesta avanzata dal curatore della mostra per un’illuminazione proveniente dal centro delle sale.
In conclusione, i progettisti si sono occupati anche della riprogettazione del bookshop, dove è stato mantenuto l’arredo esistente, ma sono stati riutilizzati e riorganizzati in aggiunta i mobili, con il disegno di elementi verticali colorati ad identificare le tipologie differenti di prodotto che caratterizzano. E’ stato disegnato anche il nuovo bancone d’ingresso alle mostre, che dovrebbe essere la nuova biglietteria, con un’illuminazione a LED assicurata da apparecchi in forma di barre che permettono di differenziare l’accesso dei gruppi con una certa efficacia. Anche l’intervento progettuale per il nuovo ingresso si è collocato quindi nella stessa logica di intervento a vocazione permanente, coerentemente all’approccio scelto per la mostra.
Gli apparecchi di illuminazione
In uno spazio espositivo interessato da numerosi vincoli architettonici come quello di Palazzo Reale è fondamentale che l’illuminazione presenti caratteri di flessibilità, e sia in grado di valorizzare adeguatamente tutte le opere esposte, che – diverse per dimensione, gradi di fotosensibilità ed esigenze di illuminazione e conservazione – si trovano a dover condividere ai fini di un percorso espositivo cronologico e progettuale lo stesso spazio.
L’intervento realizzato con il progetto di illuminazione delle opere della mostra “Picasso. Capolavori dal Museo Nazionale Picasso di Parigi” ha posto l’equipe dei progettisti e dei tecnici di illuminazione di Reggiani di fronte alla necessità di individuare la metodica applicativa più efficace, relativamente all’utilizzo delle recenti e innovative soluzioni tecnologiche rese possibili dai nuovi sistemi di illuminazione a luce LED.

Per questo progetto si è scelto di utilizzare il Sistema Reggiani “LED Luce”, applicato al proiettore da binario “Sunluce”. L’apparecchio presenta un design caratterizzato da vani separati per un migliore smaltimento termico, con i due elementi raccordati da uno snodo che permette una completa orientabilità dell’emissione luminosa.
L’ottica studiata per questo tipo di apparecchio si presenta di elevata efficienza ed è intercambiabile, con una vasta scelta di possibili aperture che permettono di intervenire in modo flessibile e diretto modificando il layout di progetto dal punto di vista dei puntamenti. Il proiettore è inoltre corredato di un driver di elevate prestazioni e di un dimmer per la regolazione dell’intensità luminosa emessa.
Le potenze disponibili prevedono una versione di 14 e una di 26 W, per flussi luminosi fino a 4295 lm con un rapporto di 108 lm/W. La precisione del bianco è molto accurata, ad una tc di 3000 K, con CRI 97 (SDCM 3 +/- 40/50K). Queste prestazioni, oltre ad assicurare all’impianto ottimali valori di resa cromatica, permettono una corretta percezione delle opere da parte dei visitatori, e si rivelano importanti anche ai fini della migliore conservazione delle opere esposte.
( a cura di Massimo Maria Villa)
PICASSO – CAPOLAVORI DAL MUSEO NAZIONALE PICASSO DI PARIGI
20 settembre – 6 gennaio 2013
A cura di Anne Baldassari, curatore – Presidente Musée National Picasso – Parigi
Collaboratori: arch. Davide Sicilia – architetto/museografo – Musée National Picasso – Parigi, davide.sicilia@free.fr
Progetto dell’allestimento e illuminotecnico (sviluppato in collaborazione con Reggiani Illuminazione): arch. Italo Lupi; info@italolupistudio.com, arch. Ico Migliore, arch. Mara Servetto – Migliore Servetto Architetti Associati, Milano mara@miglioreservetto.com
Apparecchi di illuminazione: Reggiani Illuminazione dome.riva@reggiani.net
Supporto tecnico all’installazione degli apparecchi (committente: Tosetto srl/Il Sole24Ore): Carlo Pallieri carlo.pallieri@gmail.com