
Si svolge dal 27 al 29 gennaio 2017 la quinta edizione di ART CITY Bologna, programma istituzionale di mostre, eventi e iniziative speciali promosso dal Comune di Bologna in collaborazione con BolognaFiere, coordinato dall’Istituzione Bologna Musei in occasione di Arte Fiera.
Per una conoscenza delle varie iniziative ed eventi previsti in programma, vedi questo sito.
Per il 2017 l’impegno per un cartellone unitario di iniziative si rinnova nella prospettiva di un importante percorso di riconfigurazione intrapreso da Arte Fiera dove l’attivazione di una collaborazione più ampia con la città punta a rafforzare il ruolo culturale della più longeva mostra-mercato italiana dedicata all’arte moderna e contemporanea.
Le iniziative promosse nelle sedi dell’Istituzione Bologna Musei sottolineano l’identità e la vocazione di ART CITY Bologna come progetto generatore di intersezioni tra le espressioni dei linguaggi artistici contemporanei e il tessuto urbano: gli artisti presenti sono stati invitati a sviluppare un lavoro di ricerca che interviene con modalità site specific all’interno di musei e luoghi significativi in città, offrendo possibilità di letture nuove delle collezioni e del patrimonio storico-artistico che in questo modo diventano parte integrante della scrittura espositiva.
Fra gli eventi in programma, segnaliamo la mostra “Grigio Lieve” di Ornaghi & Prestinari, allestita presso le sale della Casa Morandi – Museo MAMbo, dal 21 gennaio al 12 marzo 2017, a cura di Roberto Pinto.
“Grigio Lieve” (2015) è un interessante lavoro di questa coppia di giovani artisti contemporanei che nasce dall’intenzione di esplorare la possibilità di generare una serie di sculture a partire dalle ombre presenti nei quadri di Giorgio Morandi.


I due artisti hanno ricostruito infatti l’atelier del Maestro con un modello virtuale 3D, ricreando il set del quadro e la rispettiva composizione di oggetti per dedurne poi le viste nascoste: da queste ultime hanno poi modellato coni d’ombra in assenza degli oggetti.
Il risultato scultoreo in plastilina è poi stato fatto oggetto di scatti fotografici, proposti con le sculture e con un video.

Il lavoro si offre quindi come una riflessione sulle possibilità della luce e sulle stratificazioni del passaggio del tempo, sulla scultura intesa come strumento e attitudine di ricerca; sulla luce che conferisce un certo ritmo alle superfici, disegna volumi e ombre nell’immaterialità dell’immagine.