Webinar e Professione

Apil Light Cafè per accompagnare l’evoluzione del lighting design

Schermata del webinar con alcuni degli ospiti e dei partecipanti (cortesia APIL)

Si è tenuto il 13 maggio 2020 il primo dei Light Café organizzati da APIL – Associazione Professionisti dell’Illuminazione, un’iniziativa online aperta a tutti allo scopo di approfondire temi specifici legati al design della luce.

Gli ospiti del primo appuntamento sono stati Francesca Storaro, Giacomo Rossi e Lisa Marchesi, lighting designer e Stefano Centonze che hanno raccontato le preoccupazioni che stanno affrontando in questo momento di pandemia, l’impatto diretto che questa ha e avrà sul business, la loro visione futura della professione e guardando un po’ più lontano si sono chiesti cosa sarà per loro la nuova normalità e quali grandi cambiamenti pensano di adottare nel loro lavoro.

In breve un estratto:

Stefano Centonze, esperto di comunicazione non verbale mediata dai linguaggi dell’arte e dai linguaggi creativi, ha espresso il proprio pensiero su come reagire a questo cambiamento, ad esempio trascorrendo questo periodo, in cui l’ombra è protagonista, come un momento di riflessione sul proprio vissuto per trarne la vera essenza da utilizzare quando si ritornerà alla luce della normalità.

Francesca Storaro ha fatto una riflessione sull’importanza che la luce ha rivestito in questo periodo. A suo parere tra i vari protagonisti che hanno dominato la nostra quotidianità in un periodo per molti aspetti “buio”, nessun altra cosa come l’illuminazione ha identificato la presenza dell’uomo e di ciò che la civiltà ha creato, il senso di comunità.

L’illuminazione dei monumenti più rappresentativi delle singole nazioni, utilizzando spesso i colori delle proprie bandiere, ha reso tangibile la presenza umana anche in sua assenza, anche se chiusa nelle case, con le strade vuote. La luce come simbolo dell’unione tra umani e della rinascita della città.

Per Storaro due esempi toccanti di come la luce abbia rappresentato la rinascita sono l’illuminazione dei Fori Imperiali a Roma e della Basilica di San Bernardino a L’Aquila che tornava a rivivere dopo il terremoto. Luce, quindi, come salvaguardia delle attività umane e come ritorno alla vita di luoghi abbandonati o che sembravano perduti.

Lisa Marchesi collega invece il tema dell’illuminazione all’essenza della cultura e della sua importanza per la rinascita del Paese. Nella cultura la luce è importante, basti vedere quanto è determinante l’illuminazione in campo artistico e museale. Ciò che conta è riaprire alle persone i luoghi della cultura perché nella maggior parte dei casi si riuscirebbe a garantire il distanziamento sociale.

Giacomo Rossi parla di come il lavoro del lighting designer abbia saputo trovare, anche in modalità smart working, nuovi spunti: maggiore networking, scambio di idee e di competenze tra professionisti, e di come questa fase non sia stata limitante in termini di creatività. Un diritto che però deve essere salvaguardato è quello della disconnessione, perché la maggiore flessibilità data dal lavoro da casa viene troppo spesso interpretata dal cliente come disponibilità 24 ore su 24, 7 giorni su 7.

Partendo dagli aspetti teorici della luce, con questa breve sintesi del primo incontro online si sono focalizzati alcuni concept di rilievo per il lighting designer, base di lavoro per una ridefinizione dei futuri approcci progettuali.

(a cura di Antonia Lanari)