Verso una illuminazione pubblica sostenibile

A proposito di Criteri Ambientali Minimi

 

Colonnella (TE). Illuminazione pubblica nel centro storico (cortesia: HERA Luce)

Le Amministrazioni Pubbliche sono fra i maggiori acquirenti di beni e servizi: grazie al loro potere di acquisto possono accedere a prodotti e servizi sostenibili in misura tale da incentivare una produzione di serie e con costi ridotti. In questa direzione, l’obbligatorietà del CAM ha così stimolato la produzione, l’offerta e la diffusione sul mercato di prodotti e servizi a minore impatto ambientale e a costi di mercato

Il mercato dell’illuminazione, che vede l’Italia fra i primi produttori al mondo, ha beneficiato in maniera particolare dell’obbligatorietà dei CAM all’interno degli appalti pubblici: in questo modo infatti l’industria italiana viene stimolata a produrre prodotti di livello superiore e allo stesso tempo servizi e beni “verdi” sono resi a prezzi di mercato, con effettivo beneficio per tutti. Grazie ai CAM è possibile inoltre valutare i costi delle esternalità ambientali connesse alla produzione, uso e smaltimento che altrimenti verrebbero scaricati sulla collettività.

Padova, illuminazione della Torre della Specola, sede dell’Osservatorio Astronomico (cortesia: HERA Luce)

I criteri ambientali minimi per l’acquisto di sorgenti ed apparecchi e la progettazione

Questi criteri sono stati definiti in modo tale da costituire un supporto alle Amministrazioni, che non sempre hanno al loro interno le competenze tecniche necessarie per valutare, in maniera appropriata, i dati forniti dai costruttori o riconoscere i prodotti energeticamente più efficienti e con minore impatto ambientale o ancora per capire quali progetti sono più attenti alla sostenibilità e alla circolarità materica.

I CAM hanno saputo rispondere all’esigenza di individuare linee guida omogenee e condivise in ambito nazionale e di superare l’eccessiva frammentazione legislativa che limita le economie di scala e che rende difficile definire standard consolidati e ambiziosi per il mercato.

Padova, Illuminazione pubblica del Canale Battaglia (cortesia: HERA Luce)

Ad esempio, gli indici IPEA* e IPEI* sono diventati ormai uno standard per la valutazione di apparecchi ed impianti: la presentazione sotto forma di “etichetta energetica” consente di avere una panoramica immediata dell’efficienza e mette in condizione chiunque di poter comparare facilmente i vari prodotti ed attribuire il giusto valore di mercato: questa classificazione può appianare l’asimmetria informativa fra venditore e compratore e, per questo, migliorare anche il funzionamento del mercato (figura 1).

Figura 1 – CAM Criteri Ambientali Minimi per l’I.P. Indici IPEA e IPEI (cortesia: Gruppo di lavoro CAM GPP per l’Illuminazione pubblica del Ministero dell’Ambiente)

Il gruppo di lavoro è poi riuscito ad affrontare un altro tema spinoso, quello dell’ inquinamento luminoso, da una prospettiva globale, grazie al respiro nazionale della Legge e all’approccio adottato.

Con una semplice suddivisione per territori ed ambiti di applicazione viene garantito il massimo contenimento dell’inquinamento luminoso e la possibilità di progettare ambiti cittadini adatti alla vita notturna e alla valorizzazione del nostro patrimonio culturale (figura 2).

Figura 2 – CAM Criteri Ambientali Minimi per l’I.P. Contenimento dell’inquinamento luminoso: suddivisione per territori e contesti applicativi (cortesia: Gruppo di lavoro CAM GPP per l’Illuminazione pubblica del Ministero dell’Ambiente)

L’aggiornamento dei CAM per l’acquisto di sorgenti ed apparecchi e la progettazione ha reso poi più semplici le procedure di selezione di beni e servizi sostenibili ed ha introdotto nuovi criteri. Primo fra tutti, il bilancio materico incentiverà le imprese nella valutazione dei flussi di risorse impiegate in parallelo alle richieste già presenti e relative al Life Cycle Assessment.

In questo modo è possibile attribuire una identità ambientale ai prodotti/ servizi offerti anche in termini di circolarità materica ed anticipare scelte in ottica di economia circolare coinvolgendo attori istituzionali, imprese fornitrici e produttori di materie prime lungo tutta la filiera: l’obiettivo è l’aumento dell’ “efficienza di circolarità” – mantenendo i materiali ed il valore in circolazione all’interno del sistema economico il più a lungo possibile, in modo da minimizzare costantemente le perdite attraverso una simbiosi industriale (figura 3).

Figura 3 – CAM Criteri Ambientali Minimi per l’I.P. Life Cycle Assessment e criteri di “efficienza di circolarità” (cortesia: Gruppo di lavoro CAM GPP per l’Illuminazione pubblica del Ministero dell’Ambiente)

Un ulteriore criterio introdotto è quello dell’obbligatorietà della distribuzione dei dati degli apparecchi in formato XML. Questo file rappresenta l’evoluzione dei file eulumdat, limitati ai soli dati fotometrici, permettendo di gestire numerose informazioni aggiuntive, come la spettrometria, le certificazioni di laboratorio, i dati tecnici dell’apparecchio e le sorgenti, ecc. Purtroppo ancora non esiste uno standard condiviso, ma l’Ente Italiano di Normazione (UNI) ha istituito un apposito gruppo di lavoro con la finalità di redigere in tal senso una normativa entro l’anno.

I criteri ambientali minimi per il servizio di illuminazione

Questi CAM ampliano il lavoro già svolto con i criteri precedenti ed estendono il concetto di misura della circolarità e dell’impatto ambientale al servizio di illuminazione. In questo caso l’attenzione è puntata verso strumenti che possano essere di supporto al decisore politico e lo rendano capace di valutare i costi reali della riqualificazione energetica e tecnologica degli impianti, di adottare soluzioni sostenibili nel lungo periodo e di definire business plan coerenti. Ora che esiste una base nazionale che copre tutti gli aspetti dell’illuminazione, gli Enti pubblici hanno tutti gli strumenti necessari perr valutare e valorizzare progetti e servizi legati alla luce e possono quindi effettuare scelte consapevoli (figura 4).

Figura 4 – CAM Criteri Ambientali Minimi per l’I.P. I sei layer progettuali individuati alla base del modello di valutazione oggettiva degli impianti (cortesia: Gruppo di lavoro CAM GPP per l’Illuminazione pubblica del Ministero dell’Ambiente)

Per fare questo i CAM impongono una struttura annidata degli interventi, che obbliga a procedere con le operazioni fondamentali di riqualifica degli impianti prima di passare a quelle avanzate: non si potranno ad esempio implementare servizi a valore aggiunto senza prima avere un censimento completo degli impianti ed aver realizzato la completa messa a norma e la riqualificazione energetica degli stessi. Ogni layer sottostante è funzionale a quello superiore: nessuno «strato» può essere eliminato o trascurato a meno di non compromettere l’esito della progettazione.

Sulla base dei 6 layer progettuali individuati è stato quindi messo a punto un modello di valutazione oggettiva degli impianti che può fornire un audit qualitativo inerente lo stato degli impianti di illuminazione e dare indicazioni sul miglioramento ottenibile delle caratteristiche salienti dell’impianto. Anche in questo caso, come per IPEA* e IPEI*, si è scelto di rendere graficamente lo stato attuale e futuro dell’impianto attraverso un modello grafico facilmente interpretabile e definito da un diagramma di Kiviat, come quello riportato in figura 5.

Figura 5 – CAM Criteri Ambientali Minimi per l’I.P. Stato attuale e futuro dell’impianto definito attraverso diagramma di Kiviat (cortesia: Gruppo di lavoro CAM GPP per l’Illuminazione pubblica del Ministero dell’Ambiente)

Va infine evidenziata l’introduzione del concetto di “livello di servizio”, ovvero la divisione della qualità del servizio offerto in 3 livelli predefiniti. Questo consente di stabilire innanzitutto un livello minimo non comprimibile né negoziabile e poi di definire livelli comparabili fra loro in ambito nazionale.

La metodologia adottata consente di garantire la sostenibilità sociale ed economica di quanto offerto in diretta correlazione con il valore economico del servizio richiesto (per evitare di richiedere prestazioni a cui non viene associata una base d’asta congruente). In definitiva, le linee guida e gli strumenti messi a punto nel nuovo CAM permetteranno di valutare oggettivamente il benessere economico, sociale ed ambientale legato al servizio di illuminazione pubblica.

( a cura di dott. Riccardo Rifici, ing. Alessandro Battistini, ing. Matteo Seraceni – Gruppo di lavoro CAM GPP per l’Illuminazione pubblica del Ministero dell’Ambiente)